Insalata in busta a rischio salmonella. Lo studio realizzato dai ricercatori della University of Leicester e pubblicato su ‘Applied and Environmental Microbiology’, ha fatto il giro del mondo. E ovviamente non è sfuggito a TestMagazine che ne ha dato conto in questo articolo.
Un articolo che non è piaciuto all’Aipa, l’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari. A nome delle imprese che lavorano nella IV gamma (così vengono definite quelle che producono insalata tagliata, lavata e confezionata) ci ha voluto scrivere Guido Conforti, Responsabile Gruppo Prodotti Ortofrutticoli di IV gamma AIIPA.
Il dottor Conforti ci scrive di aver rilevato “diverse inesattezze”, senza peraltro che alla fine della lettura del suo scritto ci fosse chiaro quali potessero essere.
Cosa spiega Conforti?
Il Responsabile della IV gamma di Aipa ci ricorda che in Italia “Lo scorso 13 agosto 2015 sono entrate in vigore le nuove regole contenute nella Legge 77/2011”. Nulla di nuovo per il nostro giornale che ne aveva parlato subito dopo l’entrata in vigore delle regole.
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In particolare, ricorda Conforti: “Dal 13 agosto 2015, infatti, è scattato l’obbligo per tutti i produttori e per la Distribuzione di garantire il rispetto della catena del freddo a una temperatura uniforme e costantemente inferiore agli 8°C lungo tutto il percorso che va dalle linee di confezionamento ai banchi refrigerati dei punti vendita”.
“Sul piano igienico, la qualità e la sicurezza degli ortofrutticoli di IV gamma vengono preservate attraverso lavaggio e asciugatura accurati” aggiunge Conforti. Che chiarisce: “Il lavaggio, per il quale la normativa nazionale prevede almeno due vasche a ricambio continuo di acqua, avviene con acqua potabile e attraverso sistemi tecnologici avanzati che – a differenza del lavaggio domestico – garantiscono un prodotto sicuro e conforme a legge. È per questo motivo che il ministero della Salute consente di commercializzare il prodotto come ‘lavato e pronto al consumo'”.
Una precisazione senza dubbio interessante su uno stato igienico molto controllato (come aveva dimostrato anche il nostro test di giugno 2015). Ma che non ci convince, se questo era lo scopo della lettera, a tornare indietro dal nostro consiglio precauzionale di lavare sempre l’insalata pronta prima del consumo.