“Niente blitz sul mille proroghe a favore del tabacco riscaldato”. A tuonare contro l’emendamento che rimanderebbe l’aumento di tassazione previsto sul tabacco utilizzato dalle iQOS, il dispositivo della Philip Morris lanciato in Italia nel 2014 ma sempre più popolare negli ultimi tempi, non è un’associazione antifumo, neppure una organizzazione di consumatori con molta attenzione ai temi della salute come Cittadinanzattiva, che pure nel 2020 ci aveva provato per destinare i soldi alla sanità pubblica.
È niente di meno che la Confederazione italiana agricoltori, per bocca del suo presidente Dino Scanavino. Visto che stiamo parlando di uno sconto di 70 milioni di euro che finirebbe interamente o quasi nelle tasche del monopolista del tabacco riscaldato, la Philip Morris Italia, abbiamo voluto raggiungerlo per farci spiegare meglio la posizione del sindacato degli agricoltori che pure al suo interno ha diversi soci che tabacco lo coltivano.
Presidente Scanavino, ma che vantaggio avrebbero i suoi associati della filiera del tabacco a un aumento della tassazione per iQOS e compagnia?
Nessun vantaggio. E difatti questa non è una rivendicazione sindacale ma una questione di equità e di etica. Perché fare regali a multinazionali che già guadagnano molto da questi prodotti sottraendo risorse a molti dei problemi che si stanno vivendo nelle campagne italiane? Penso a quanto sta costando agli agricoltori la peste suina, alle difficoltà per i costi dell’energia e delle materie prime…
Voi avete chiesto polemicamente se restano giustificati gli attuali cospicui sconti delle accise sul tabacco riscaldato o se non sia invece maturo il tempo di riportare immediatamente le accise almeno al 50% di quanto previsto sulle sigarette tradizionali…
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L’anno passato, dopo una lunga discussione si era andati verso una progressiva regolarizzazione per un prodotto di alto valore per le multinazionali che lo commercializzano. Perché ora fare un passo indietro?
Il tentato blitz sulle iQOS
Quello che Cia definisce un blitz è contenuto in poche righe di un emendamento dell’ultimo minuto alla legge Milleproroghe. Per la verità gli emendamenti sono due, ma il contenuto è analogo e tende a spostare di due anni l’inasprimento progressivo della tassazione sul tabacco riscaldato.
I nostri lettori ricorderanno che nel 2014, quando fu avviata la produzione delle sigarette in tabacco riscaldato della Philip Morris con una cerimonia ufficiale nella fabbrica bolognese della multinazionale alla presenza del presidente del Consiglio dell’epoca Renzi, fu assicurata a questi prodotti una tassazione del 50% rispetto al tabacco per sigarette. Nel 2019, il governo Lega M5S fu anche più generoso, portando la tassazione al 25%, un quarto di quella che pesa sul tabacco da sigaretta.
Una generosità che non ha dimenticato il deputato leghista Massimo Bitonci, all’epoca sottosegretario al ministero dell’Economia e delle finanze del governo Conte che guida la schiera di 22 leghisti che chiede che venga rimandato l’inasprimento delle imposte.
Gli fa eco una pattuglia di 7 deputati del Pd, prima firma Umberto Buratti, che ha presentato un emendamento praticamente fotocopia.
A ridotto impatto sulla salute? Non per tutti
iQos, letteralmente significa I Quit Ordinary Smoking ma la strategia della Philip Morris non è quella di lanciare un modo diverso di fumare ma un modo a rischio ridotto, o meglio a esposizione ridotta come gli ha permesso di definire questo dispositivo la Fda statunitense nel 2020.
Una conclusione su cui molti studi non concordano. Non lo fa di certo l’università Alma Mater di Bologna che in un recente studio su cavie ha rilevato “gravi danni ai polmoni e fattori che aumentano il rischio di cancro” associati al consumo di Iqos, i popolari dispositivi di tabacco della Philip Morris riscaldato. La ricerca, pubblicata sul numero di dicembre 2021 di Nicotine & Tobacco Research, rivista medica mensile della Society for Research on Nicotine and Tobacco, edita dall’Università di Oxford, è stata condotta da Fabio Vivarelli e Donatella Canistro. I ricercatori hanno identificato “composti irritanti e cancerogeni tra cui aldeidi e idrocarburi policiclici aromatici” nella comune Iqos come “segno di combustione incompleta e degradazione del tabacco, che portano a un grave rimodellamento delle vie aeree di ratti più piccoli e più grandi”.
Ma, si sa, il business è business…