Un rapporto del ministero della Salute lussemburghese sulla presenza di pesticidi negli alimenti apre a legittimi dubbi sull’efficienza dei controlli da parte dell’Unione europea sui residui dei prodotti commercializzati, e soprattutto importanti in territorio europeo. “Nel 25% dei campioni sono stati trovati residui di sostanze attive non autorizzate nell’Ue – dichiara l’Ong Mouvement Ecologique, che commenta i risultati – e dunque probabilmente molto nocive per la salute o per l’ambiente. Tuttavia, la legislazione europea consente l’importazione nell’UE di prodotti contaminati da questi sostanze, a condizione che siano rispettati i limiti massimi di residui”. Da anni, molte organizzazioni ambientaliste denunciano questa contraddizione nella legislazione europea e chiedono regole più severe per l’importazione di prodotti di cibo, in particolare per proteggere agricoltori europei dalla concorrenza sleale.
Il rapporto
Il ministero lussemburghese ha analizzato un totale di 480 campioni di prodotti di origine vegetale e animale e prodotti di colture agricole, tra frutta, ortaggi, cereali, tè e caffè e altri alimenti. Il 10,8% dei campioni erano prodotti biologici certificati, che ancora una volta sono risultati puliti: il 100% dei campioni di prodotti biologici era privo di residui. Due campioni di semi di sesamo sono stati gli unici prodotti biologici a contenere residui di antiparassitario senza però superare i limiti autorizzati. La situazione è diversa nella cultura convenzionale. Il 39,4% dei campioni di produzione locale conteneva residui. La media di tutti i campioni convenzionali analizzati conteneva 52,2% residuo.
Residui fino a 30 volte superiori ai limiti
Tutti i campioni di ciliegie, fragole e prugne hanno rivelato la presenza di residui, quasi sempre in tracce multiple. Il 5,2% dei prodotti convenzionali è stato addirittura ritirato dal mercato per aver superato i valori massimi consentiti. Nel caso di un campione di cipolle, ritirate, è stato registrato un superamento di 30 volte del contenuto massimo consentito di residui di una sostanza attiva autorizzata come regolatore di crescita per patate.
Il problema dei frutti esotici
I frutti esotici sono spesso contaminati: sono stati rilevati residui nei 16 campioni di: avocado, guaiave, physalis, frutti di longan, pere nashi, papaia, frutto della passione, pomelo, tamarillo. Molti pesticidi diversi e vari, alcuni dei quali sono vietati nell’Ue, sono stati rilevati, per un numero complessivo altissimo:115 sostanze diverse.
Tra gli 8 principi attivi più frequentemente riscontrati secondo il rapporto (6 fungicidi e 2 insetticidi), alcuni sono considerati molto pericolosi secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità . sono il Tebuconazolo, con elevata tossicità acuta, tossico per la riproduzione e probabilmente cancerogeno; il captano, probabilmente cancerogeno; l’Imidaclopride, altamente tossico per le api.
I pesticidi vietati e esportati
“Dobbiamo anche criticare -continua Mouvement Ecologique – il la doppiezza di alcuni Stati membri dell’UE che continuano a produrre e esportare in paesi terzi pesticidi altamente tossici non più autorizzati nell’UE. Nel 2018 sono state esportate in paesi terzi oltre 80.000 tonnellate di pesticidi di questo tipo”. Tra questi paesi, in prima fila c’è purtroppo anche l’Italia, che per questo è stata redarguita anche dal relatore speciale dell’Onu in missione in Italia.
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Cocktail di pesticidi nei prodotti alimentari
L’esposizione combinata a diversi pesticidi e la valutazione del rischio cumulativo di tale esposizione a un “cocktail di pesticidi” non sono regolamentati per l’uomo o gli animali. L’Efsa ha appena iniziato a esaminare i “cocktail di pesticidi”, un calcolo molto difficile. “In conclusione: Riduci drasticamente l’uso di pesticidi – Acquista se possibile prodotti di produzione locale e certificati biologici” scrive Mouvement Ecologique