Dalla Francia arriva un esempio che l’Italia potrebbe seguire per far dormire notti più serene ai ciclisti del nostro paese. Soprattutto per chi le lascia in strada, anche se con delle catene legate a un palo, è molto frequente trovarsi con l’amara sorpresa di un furto. Per contrastare questo fenomeno, oltralpe tutte le bici nuove e usate vendute sul mercato devono ora essere contrassegnate: alla bici viene assegnato un numero identificativo e vengono registrati i dati di contatto del proprietario in una banca dati nazionale. Lo scopo di questa misura, come scrive Que Choisir, è duplice: “scoraggiare i ladri e poter contattare il proprietario di una bicicletta recuperata”.
La nuova normativa
La marcatura obbligatoria delle biciclette in Francia, prevista dalla legge sull’orientamento alla mobilità, è un provvedimento entrato in vigore il 1° gennaio 2021 per le biciclette nuove (biciclette elettriche incluse) e il 1° luglio 2021 per le biciclette usate immesse in commercio.” Ovviamente è possibile contrassegnare anche qualsiasi bicicletta già in circolazione” spiega Que Choisir, “La marcatura consiste nell’assegnare alla bicicletta un numero identificativo univoco, apposto sul telaio. I recapiti del titolare sono registrati in una banca dati nazionale, la Fnuci (archivio unico nazionale delle biciclette individuate), gestita dall’associazione Apic (Associazione per la promozione e l’identificazione delle biciclette e della mobilità attiva) creata per l’opportunità”. Nella maggior parte dei casi il costo della marcatura è a carico del cliente oltre al prezzo della bici. Il costo varia tra 10 e 30 € a seconda del processo tecnico.
Com’è fatta la marcatura
La marcatura è materializzata da un’etichetta autoadesiva o da un’incisione apposta sul telaio della bicicletta, sulla quale compare un numero di identificazione. La marcatura deve essere “inalterabile”, come previsto dalla legge. Può assumere la forma di un’etichetta resistente, un adesivo, una saldatura chimica con iniezione di resina, un’incisione a micropercussione, ecc. L’iter tecnico risponde a precise specifiche, solo sei operatori sono attualmente approvati per eseguire la marcatura.
Il meccanismo
Tutti i venditori di biciclette hanno stipulato un accordo con uno dei sei operatori autorizzati per dotarsi dell’attrezzatura che consente la marcatura al momento della vendita. I commercianti informano anche il database degli operatori, aggiornato in tempo reale con la Fnuci. Registrano i dettagli di contatto del cliente (cognome, nome, numero di telefono e indirizzo e-mail) e una descrizione della bici (marca, colore, ecc.), che mettono nello stato “in servizio”. La Fnuci è la scheda nazionale che riunisce tutte le bici marchiate. “Una volta identificata la propria bicicletta nel database, il cliente ha accesso a uno spazio online che gli consente di aggiungere informazioni (indirizzo postale) o di segnalare un cambio di indirizzo o numero di telefono” spiega Que Choisir. Può anche modificare lo stato della bici in “venduta”, “rubata, smarrita” o “fuori uso”. Tutti possono consultare lo stato di una bicicletta contrassegnata inserendo il suo numero di identificazione nella Fnuci (www.apic-assso.fr).
Funziona? Cosa dicono i primi dati
Lanciata nell’aprile 2021, la Fnuci conta già 650.000 biciclette e si prevede che cresca di 3 o 4 milioni di nomi all’anno (tenendo conto delle vendite annuali di bici nuove e usate). Nessun dato però ancora sulla percentuale di ritorno al legittimo proprietario o di funzione di dissuasione dei furti.
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E in Italia?
In Italia non esiste ancora una normativa nazionale del genere. Il Salvagente ha contattato la Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab), che ha spiegato il suo punto di vista: “Il tema del furto delle biciclette è sicuramente importante ma a nostro avviso non si risolve con la punzonatura obbligatoria. Ogni obbligo, che sia sulla bicicletta, sui pattini o sulle scarpe per camminare, diventa di fatto un modo per scoraggiare scelte di spostamento sostenibili – commenta Alessandro Tursi, presidente Fiab – Come Fiab siamo attivi da anni attraverso campagne sulla prevenzione del furto, ovvero diffondendo le buone pratiche da seguire per non farsi rubare la bicicletta, riassunte anche in un utile vademecum. A questo si affiancano campagne pro-punzonatura, che sono principalmente iniziative della nostre associazioni Fiab locali portate avanti in alcune città insieme al comune, e che valorizzano i vantaggi nella marcatura della bicicletta, non come obbligo (che potrebbe generare un rigetto verso le due ruote) ma come opportunità e sicurezza proprio contro il furto”.