Il roaming? Quei fastidiosi costi in più per telefonare, mandare messaggi e navigare dall’estero spariranno dal prossimo giugno. Anzi no, o almeno non sempre…
Sono anni che la Commissione europea ci annuncia la graduale fine del roaming con l’obiettivo di cancellarlo entro il 2017 e ora, una volta vicini alla data prefissata per il tanto sospirato addio, arrivano paletti e limiti. Secondo i piani di Bruxelles, pubblicati ieri, 5 settembre, i consumatori potranno viaggiare senza roaming solo per 30 giorni alla volta e solo per un totale di 90 giorni in un anno.
Esaurito questo “bonus” il gestore di telecomunicazioni dovrà informare il cliente prima di applicare extracosti. Spese aggiuntive che, propone la Commissione, dovrebbero al massimo essere di 4 centesimi al minuto, 1 cent per SMS e 0,85 centesimi per MB.
Fine del roaming, insomma, o parziale retromarcia rispetto a quanto più volte annunciato?
I consumatori europei non sembrano per nulla soddisfatti della proposta: “La Commissione ha optato per un compromesso che tradisce i propositi di cancellare il roaming”, ha commentato Johannes Kleis, portavoce BEUC, uno dei gruppi di associazioni dei consumatori.
Ancora più netto Fabrizio Premuti di Konsumer Italia: “Sembra proprio che le lobby non abbiano confini, anche quando ad affrontarle è l’Europa e come la fenice risorgono sempre. Il problema è che l’Europa dimostra una volta ancora di non rispondere all’idea di libera circolazione degli europei ma di essere ente di mediazione continua, fatto da grandi avanzate a parole e retromarce sorprendenti. E che non tengono conto delle effettive esigenze degli europei. Pensiamo agli studenti Erasmus, bastano 90 giorni di libera comunicazione? Certamente no? La comunicazione deve essere il ponte verso quell’unione dei Cittadini d’Europa a cui il roaming rischia di essere ostacolo concettuale prima ancora che economico”.
Lo schema di Bruxelles andrà discusso con i paesi membri e con il Berec, l’ente regolatore delle telecomunicazioni dell’UE, prima di essere adottato il 15 dicembre.
Lo schema di Bruxelles andrà discusso con i paesi membri e con il Berec, l’ente regolatore delle telecomunicazioni dell’UE, prima di essere adottato il 15 dicembre.