Una notizia non buona e una invece decisamente promettente: mentre l’Italia perde il secondo gradino del podio della produzione mondiale di olio extravergine d’oliva in favore della Grecia, l’Università di Bologna annuncia un nuovo metodo di analisi per contrastare le frodi sulla falsa origine e le miscele illegali.
Partiamo dai dati forniti dalla Commissione europea sulla produzione di extravergine: dietro al colosso Spagna, capace di produrre 1,6 milioni di tonnellate, si piazza la Grecia che dovrebbe chiudere la campagna 2020/2021 intorno alle 265mila tonnellate di olio prodotte. L’Italia si piazza al terzo posto con meno di 250mila tonnellate di olio extravergine d’oliva, a causa del netto calo delle regioni olivicole più importanti come Puglia, Calabria e Sicilia.
“Rinnovare l’olivocultura nazionale”
La buona notizia però arriva dai consumi di olio extravergine d’oliva che, in un anno difficile a causa della pandemia, crescono nel nostro paese di quasi il 6%, positiva anche la bilancia commerciale: si registra un aumento del livello delle esportazioni pari al 3,3% ed una riduzione dell’import del 9,2%. A livello di prezzi, invece, l’olio extravergine d’oliva italiano conserva il primato rispetto ai competitor internazionali, ma anche in questo caso ad influire è la ciclicità del raccolto.
“I dati sulla produzione testimoniano come sia arrivato il momento di rinnovare l’olivicoltura nazionale, che deve aprirsi a modelli innovativi e sostenibili in grado di garantire un futuro sereno” spiega il presidente di Italia Olivicola, Fabrizio Pini. “In un’annata così difficile – continua Pini – condividendo il richiamo di altre organizzazioni come Assitol, riteniamo sia doveroso valorizzare i produttori che lavorano per la qualità e le aziende che puntano sul vero olio extravergine d’oliva italiano. Per questo motivo è necessario che tutti remino dalla stessa parte, dalla politica alla grande distribuzione, per rilanciare uno dei prodotti più importanti del made in Italy”.
Il progetto Oleum contro le frodi
Oleum, il progetto europeo, coordinato dall’Università di Bologna, ha messo a punto una serie di strumenti innovativi che saranno molto utili per il controllo di qualità e dell’autenticità dell’olio di oliva, e per smascherare le miscelazioni illecite e le pratiche fraudolente. Presentato ieri e oggi in un convegno on line, il consorzio di Oleum, coordinato da Tullia Gallina Toschi, professoressa al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna, ha messo a punto soluzioni innovative (e perfezionato tecniche già esistenti) grazie alle quali è possibile controllare meglio che la qualità dell’olio d’oliva sia coerente con quanto dichiarato dai produttori, smascherando così miscelazioni illegali e altre pratiche fraudolente, e fornendo strumento innovativi anche per la verifica dell’origine geografica.
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“Mettendo insieme marcatori singoli, utili per il controllo della qualità e dell’autenticità dell’olio di oliva, e dati riferiti all’intero profilo analitico siamo arrivati a possedere una visione d’insieme molto dettagliata, che si potrebbe esemplificare come una fotografia o un’immagine ‘biometrica’”, spiega la professoressa Tullia Gallina Toschi. “Si trattava di una sfida difficile, che Oleum è riuscito a vincere con un approccio incrementale, semplice e robusto, mettendo a punto e selezionando gradualmente nuovi elementi diagnostici per arrivare ad una sintesi efficace priva di ogni facile sensazionalismo”.
I metodi e i materiali di riferimento messi a punto dagli studiosi sono stati validati in conformità con gli standard riconosciuti dalla comunità internazionale e sono quindi pronti per essere considerati per le prossime direttive che saranno sviluppate dall’Unione Europea in collaborazione con il Coi, il Consiglio oleicolo internazionale.
Si stima chele frodi alimentari e i casi di contraffazione a livello globale generino ogni anno un giro d’affari da 30 miliardi di euro. Pratiche illegali che spesso affliggono anche il settore dell’olio d’oliva, minando la fiducia dei consumatori e la reputazione di un prodotto simbolo, archetipo della qualità enogastronomica e nutrizionale della Dieta Mediterranea.