
Il 29 maggio, nel corso dei Salvagente Awards, il nostro giornale ha festeggiato i 10 anni da mensile in un evento a Roma. Il primo dibattito, con Sabrina Giannini, conduttrice di Indovina chi viene a Cena (Raitre) ha toccato molte delle inchieste del giornalismo scomodo. Vi riproponiamo il video integrale.
Quando si parla di giornalismo di inchiesta scomodo, in Italia, non sono molti i nomi che vengono alla mente. Unp è certamente quello di Sabrina Giannini, da 9 anni conduttrice del fortunato programma di approfondimento di Raitre “Indovina chi viene a cena“.
Il 29 maggio, si è temuto l’evento Salvagente awards che, ha premiato le aziende virtuose sia nel campo alimentare che in quello dei servizi.
È stata anche l’occasione per festeggiare i 10 anni del Salvagente mensile, e ad aprire la giornata l’incontro tra Sabrina Giannini e il direttore Riccardo Quintili sul palco del the Hives, prestigioso hotel nel cuore di Roma, di fronte a un pubblico nutrito, fatto anche di abbonati al giornale.
Ne è emerso un dibattito, come sempre accade con la curatrice di “Indovina chi viene a cena”, senza censure che spazia dalle inchieste della giornalista alle reazioni delle aziende toccate fino alle responsabilità della politica, dei produttori, dei giornalisti e, perché no, anche dei consumatori in un mercato che spesso sotto l’alone brillante della sostenibilità si rivela tutt’altro che etico. Dall’olio extravergine italiano, alla frutta tropicale, certificata ma ricca di pesticidi vietati (ma prodotti ed esportati) in Europa, alla filiera della carne. Ambiente, salute, qualità e affari più o meno leciti, il centro di un dibattito che ha toccato – e non poteva essere altrimenti anche il ruolo del giornalismo.
Un ruolo scomodo, specie quando si affrontano i temi alimentari. Esemplare il racconto del nostro direttore Riccardo Quintili che spiega come le trasmissioni televisive, anche quando ci ospitano su inchieste puntuali del nostro giornale, ci preghino “di non fare i nomi“.
Un atteggiamento poco comprensibile per chi, come la Giannini, i nomi li fa e si chiede, semmai, perché non li facciano gli altri colleghi giornalisti. “Perché se fossimo tutti a citare le aziende che operano in maniera scorretta, tantissimi produttori sarebbero spinti a dare il meglio. Ma dare il meglio consente di ottenere risultati se le persone lo sanno. Se invece i consumatori ignorano la differenza tra chi, tanto per fare un esempio, produce olio in modo onesto e chi lo compra della peggior specie, ecco che si apre lo spazio per i furbi”.
Vi riproponiamo integralmente il dibattito tra Sabrina Giannini e Riccardo Quintili.