
Una delle più grandi ricerche scientifiche effettuate fino ad ora non trova correlazioni tra l’assunzione di integratori di vitamina D e la riduzione del rischio di infezioni respiratorie acute. Inutili, insomma, ma per lo meno senza effetti avversi spiegano i ricercatori
Negli ultimi anni, l’interesse per l’uso della vitamina D nella prevenzione delle infezioni respiratorie acute è cresciuto notevolmente. Questo dibattito è stato alimentato da studi scientifici che suggerivano un potenziale effetto protettivo del supplemento di vitamina D. Tuttavia, una recente meta-analisi aggiornata, appena pubblicata sul Lancet, ha portato a risultati che meritano una riflessione più approfondita.
La ricerca
Nel 2021, una meta-analisi di 37 studi clinici randomizzati (RCT) aveva suggerito che l’assunzione di vitamina D potesse ridurre il rischio di infezioni respiratorie acute . Da allora, sono stati completati sei nuovi RCT, inclusi uno studio di grandi dimensioni con oltre 15.000 partecipanti. L’obiettivo della nuova ricerca internazionale a cui hanno partecipato scienziati britannici, statunitensi, svedesi e neozelandesi, era rianalizzare il legame tra supplementazione di vitamina D e prevenzione delle infezioni respiratorie acute, considerando i nuovi dati disponibili.
I ricercatori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi aggiornate, utilizzando un modello ad effetti casuali. Gli studi selezionati sono stati raccolti da diverse fonti (MEDLINE, EMBASE, Cochrane, Web of Science e ClinicalTrials.gov) fino ad aprile 2024. Solo gli studi clinici randomizzati, approvati da un comitato etico e che includevano dati sull’incidenza delle infezioni respiratorie acute come esito primario, sono stati inclusi.
I risultati: nessun vantaggio con gli integratori
Il nuovo aggiornamento ha incluso dati da 46 studi con un totale di 64.086 partecipanti. Rispetto alla meta-analisi precedente, il nuovo studio ha mostrato che la vitamina D non riduce significativamente il rischio complessivo. Anche le analisi dei sottogruppi, basate su età, concentrazione iniziale di 25-idrossivitamina D e regime di dosaggio, non hanno evidenziato variazioni significative nei risultati.
Nessun effetto avverso
Sebbene la vitamina D sia nota per il suo ruolo nel supportare le risposte immunitarie innate contro i virus respiratori, questo aggiornamento della meta-analisi non ha dimostrato un beneficio statisticamente significativo nella prevenzione delle infezioni respiratorie acute. Tuttavia, alcuni sottogruppi (come i bambini tra 1 e 15 anni e chi assume dosaggi giornalieri di 400-1000 UI) potrebbero comunque trarre un modesto beneficio, secondo i ricercatori.
Va sottolineato che la ricerca non ha evidenziato effetti avversi significativi legati alla supplementazione di vitamina D, il che suggerisce che, pur non garantendo una protezione robusta contro le infezioni respiratorie, l’assunzione di vitamina D è generalmente sicura.
il dibattito rimane aperto
La nuova meta-analisi, pur rappresentando il più aggiornato compendio di dati clinici disponibili, non risolve definitivamente il dibattito sull’efficacia della vitamina D nella prevenzione delle infezioni respiratorie acute. Gli esperti sottolineano la necessità di ulteriori studi, soprattutto per indagare l’effetto in popolazioni con bassi livelli iniziali di vitamina D e per esplorare altri possibili fattori di modulazione come l’obesità o l’assunzione concomitante di altri nutrienti.