La Iarc-Oms svela il legame tra benzina e cancro alla vescica

BENZINA RAMAZZINI

La nuova valutazione dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro classifca la benzina come cancerogena certa per l’uomo. Daniele Mandrioli, direttore del Ramazzini di Bologna: “I nostri studi indipendenti sono stati pionieristici”

La Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms, ha valutato la cancerogenicità della benzina per autotrazione e di alcuni additivi ossigenati impiegati. I risultati della valutazione sono stati pubblicati in un articolo di sintesi su The Lancet Oncology. Il Metil-ter-butil etere (MTBE), etil-ter-butil etere (ETBE), alcol ter-butilico (TBA), diisopropil etere (DIPE) e ter-amil metil etere (TAME) sono composti volatili utilizzati come additivi ossigenati nella benzina per aumentare l’efficienza della combustione, e più comunemente dopo l’eliminazione del piombo. 

La benzina è  considerata cancerogena certa per l’uomo e inserita nel Gruppo 1 dalla Iarc, e nuove evidenze scientifiche hanno consentito di riclassificare anche alcuni additivi delle benzina come cancerogeni: MTBE ed ETBE sono stati entrambi classificati come possibilmente cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B) sulla base di sufficienti prove di cancro negli animali da esperimento. TBA, DIPE e TAME sono stati valutati come non classificabili per quanto riguarda la loro cancerogenicità per l’uomo (Gruppo 3). Per tutti gli additivi ossigenati per benzina, le prove relative al cancro nell’uomo erano inadeguate.

Negli anni Ottonta i primi studi sulla cancerogenicità della benzina e degli additivi correlati sono stati condotti dall’Istituto Ramazzini di Bologna e proprio con il dottor Daniele Mandrioli, direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini, approfondiamo la nuova rivalutazione della Iarc.

Dottor Mandrioli, la valutazione della Iarc a quali conclusioni è giunta?

Iarc ha appena valutato la benzina per autotrazione come cancerogena per l’uomo (Gruppo 1). In particolare, il gruppo di lavoro Iarc ha evidenziato che la benzina causa cancro alla vescica e leucemia mieloide acuta negli adulti. La benzina è stata anche associata a leucemia linfoblastica acuta nei bambini e linfoma non-Hodgkin (inclusa la leucemia linfatica cronica), mieloma multiplo, sindromi mielodisplastiche e tumori dello stomaco e dei reni negli adulti, seppur le evidenze siano ancora limitate. Inoltre, gli additivi ossigenati della benzina MTBE ed ETBE sono stati entrambi classificati come possibili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B).

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A quali livelli di esposizione queste sostanze producono effetti nei “semplici” cittadini-consumatori? 

Le valutazioni Iarc classificano il “pericolo”, ovvero se una sostanza è o non è un cancerogeno per l’uomo, ma non valutano “limiti” legati alle dosi. Nella valutazione però si evidenzia che numerosi studi condotti su addetti alle stazioni di servizio hanno dimostrato prove coerenti e coerenti che la benzina è genotossica e induce stress ossidativo e infiammazione cronica. Ed è importante ricordare che non esiste una “dose sicura” per sostanze cancerogene e genotossiche.

Perché la benzina è nel gruppo 1 e i suoi additivi ossigenati invece hanno una classificazione di rischio più bassa?

Il Gruppo di Lavoro ha valutato la benzina come cancerogena per l’uomo (Gruppo 1) sulla base di sufficienti evidenze di cancerogenicità negli esseri umani e sulla combinazione di sufficienti evidenze di cancerogenicità negli animali da esperimento e forti evidenze meccanicistiche negli esseri umani esposti. MTBE ed ETBE sono stati entrambi classificati come possibilmente cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B) sulla base di sufficienti evidenze di cancerogenicità negli animali da esperimento. Le evidenze meccanicistiche nei sistemi sperimentali erano limitate per MTBE e forti per ETBE.

La nuova valutazione Iarc quali effetti potrebbe innescare nella filiera produttiva della benzina da automazione? 

Come evidenziato dal Gruppo di lavoro Iarc, sebbene la composizione della benzina sia cambiata nel tempo, i componenti tipici sono idrocarburi volatili derivati ​​dal petrolio, miscelati con vari additivi. L’esposizione professionale e della popolazione generale avviene principalmente attraverso l’inalazione di vapori di benzina. Gli addetti alle stazioni di servizio sono esposti a livelli di benzina più elevati rispetto alla popolazione generale.

Gli effetti cancerogeni di questi composti erano stati evidenziati nei vostri laboratori negli anni 80: perché, nonostante le tante evidenze scientifiche, ci vogliono così tanti anni per arrivare a classificare come cancerogena una sostanza?

Gli studi condotti dal professor Maltoni a partire dagli anni 80 nel nostro Centro di Ricerca che ora porta il suo nome, sono stati fra i primi a mostrare gli effetti cancerogeni della benzina e degli additivi ossigenati. La valutazione Iarc conferma quindi ancora una volta la predittività e l’importanza dei nostri studi sperimentali di cancerogenesi. Purtroppo, le ricerche indipendenti sono poche e sono spesso osteggiate da forti interessi, che rallentano e minano il progresso della salute pubblica. Ma alla fine le evidenze scientifiche emergono sempre, come abbiamo già visto nel caso di tante sostanze studiate nei nostri laboratori come cloruro di vinile, del benzene, dell’amianto o dell’aspartame.