Sostenibilità, Il premio del cioccolato etico a Coop Svizzera e Mars. Male Mondelēz (Milka e Oreo)

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Coop Svizzera tra i premiati con “l’uovo buono” nella classifica del Chocolate scorecard di quest’anno, promosso dalla rete Be slavery free, che premia chi si impegna per i diritti dei lavoratori e l’ambiente. “Uovo cattivo” a Mondelēz (Milka, Oreo), mentre Mars viene premiato per il sostegno alle donne

 

Coop Svizzera tra i premiati con “l’uovo buono” nella classifica del Chocolate scorecard di quest’anno, promosso dalla rete Be slavery free, che premia chi si impegna per i diritti dei lavoratori.mentre Mars Wrigley, produttore di Mars, Snickers, Twix, viene premiato per il sostegno alle donne che contribuisce a ridurre il lavoro minorile. Mondelēz, produttore di Milka, Mikado e Oreo, riceve il premio “uovo cattivo” per la mancanza di partecipazione, segno di scarsa trasparenza verso il pubblico. Le aziende del cioccolato segnalano una diminuzione del lavoro minorile, ma le Ong denunciano il fenomeno del “cacao washing”. Prezzi al dettaglio da record e prodotti sempre più piccoli indicano un settore del cioccolato al limite.

Chi e come assegna il premio

Chocolate scorecard è coordinato da Be Slavery Free (rete di Ong contro la schiavitù nel lavoro), con università, consulenti e gruppi della società civile impegnati nella trasformazione dell’industria del cioccolato.  Il Chocolate scorecard classifica le aziende in base alla tracciabilità e trasparenza delle loro filiere, alla retribuzione equa dei coltivatori, agli sforzi contro il lavoro minorile, alle azioni contro il cambiamento climatico e la deforestazione, al sostegno all’agroforestazione e all’eliminazione di pesticidi nocivi.

I promossi

Ritter Sport, Nestlé e Mars Wrigley sono state nominate tra le aziende di cioccolato più sostenibili nella sesta edizione del Chocolate Scorecard, anche se Nesté (che va bene su tracciabilità e assenza di lavoro minorile) in particolar modo non ottiene buoni risultati sull’uso di pesticidi. Tra le grandi aziende, Tony’s Chocolonely (non venduto in Italia) ha ottenuto il punteggio più alto, vincendo il premio Good Egg. “Ai consumatori viene chiesto di accettare prezzi record e prodotti sempre più piccoli. Il minimo che si aspettano è un cioccolato libero dalla schiavitù. Il Chocolate Scorecard aiuterà a fare acquisti consapevoli per Pasqua. Dopo 25 anni di promesse per eliminare il lavoro minorile, è ora di smettere con il ‘cocoa washing’ e agire con più efficacia”, ha detto Fuzz Kitto, co-direttore di Be Slavery Free. Mars Wrigley, produttore di Mars, Snickers, Twix, Maltesers e Milky Way, è stato invece riconosciuto per le iniziative a favore dell’uguaglianza di genere.

I bocciati

Al contrario, il colosso Mondelēz (produttore di Cadbury, Toblerone, Green&Black, Oreo e Daim) ha ricevuto il premio Bad egg per la mancanza di trasparenza: non ha condiviso alcun dato. Nell’edizione precedente si era classificata 25ª su 38.

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I progressi

I risultati del 2024 mostrano progressi nella trasparenza: l’82% delle aziende ha condiviso dati sul lavoro minorile (contro il 45% nel 2023). Tuttavia, si ritiene che meno della metà dei casi reali venga rilevata.

Ancora troppi pesticidi e deforestazione

Sul fronte dei pesticidi, nonostante alcuni miglioramenti, l’esposizione cronica dei bambini a sostanze tossiche resta un problema serio: in 5 anni, il numero di minori esposti è triplicato fino a raggiungere quasi un terzo. Anche le donne incinte sono considerate a rischio. Per quanto riguarda la deforestazione, oltre un terzo del cacao acquistato proviene da fonti non tracciabili o deforestate. L’84% dei coltivatori nella filiera non percepisce un reddito dignitoso.

Prezzo quadruplicato

Nel frattempo, nel 2024 il prezzo del cacao è quadruplicato, portando il settore al limite. Nel Regno Unito, una confezione da 1 kg di uova di Pasqua Cadbury è aumentata di 3 sterline all’anno dal 2023. I prodotti si stanno anche rimpicciolendo: in Australia le barrette Milka sono passate da 100g a 90g, ma con un prezzo più alto. La classifica mostra che pochi coltivatori stanno uscendo dalla povertà e che i bambini continuano a lavorare nella filiera, esposti a sostanze chimiche. I profitti rimangono concentrati nelle mani di dirigenti e azionisti, mentre i rischi restano sulle spalle dei coltivatori.