Usa, i dipendenti di uno stabilimento accusano Abbott: “Latte in polvere prodotto con pratiche igieniche scadenti”

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I dipendenti di uno dei più grandi stabilimenti di produzione di latte artificiale per bambini degli Stati Uniti affermano che l’impianto di Abbott Laboratories  (che in Itala commercializza i latti in formula Similac e Pediasure) starebbe adottando pratiche igieniche discutibili. Presentato un’esposto all’Agenzia per la sicurezza alimentare Usa

 

I dipendenti di uno dei più grandi stabilimenti di produzione di latte artificiale per bambini degli Stati Uniti affermano che l’impianto di Abbott Laboratories  (che in Itala commercializza i latti in formula Similac e Pediasure) starebbe adottando pratiche igieniche discutibili. Presentato un’esposto all’Agenzia per la sicurezza alimentare Usa (Fda). La stess Agenzia tre anni fa avevano costretto alla chiusura temporanea dello stesso stabilimento, causando una carenza nazionale di latte in polvere.

Le accuse

Secondo quanto riportato all’Ong di giornalismo investigativo ProPublica da dipendenti attuali ed ex, l’impianto di Sturgis, nel Michigan, salterebbe alcune fasi cruciali della pulizia delle attrezzature e del controllo per la presenza di microbi. Hanno anche riferito che alcune perdite d’acqua nello stabilimento non vengono riparate, il che rappresenterebbe un serio rischio per la proliferazione batterica. Inoltre, secondo le testimonianze raccolte dagli addetti alla manutenzione, non effettuerebbero sempre i controlli obbligatori per verificare la presenza di patogeni durante i lavori sulle linee di produzione. I supervisori, secondo le testimonianze, spingerebbero per un aumento della produzione e avrebbero preso provvedimenti contro i lavoratori che segnalano problemi.

L’esposto

Un dipendente ha presentato un reclamo alla Fda (Food and Drug Administration) a febbraio, sostenendo che l’impianto soffre di “perdite persistenti” e “problemi di contaminazione irrisolti”. Dalla corrispondenza esaminata da ProPublica, emerge che il lavoratore ha descritto accumuli di acqua e sostanze chimiche sul pavimento, e che in un punto lo sciroppo dolce fuoriusciva da un tubo, formando una specie di stalagmite sopra un serbatoio di miscelazione. I lavoratori intervistati da ProPublica hanno chiesto di restare anonimi per timore di ritorsioni, ma hanno deciso di parlare perché temono che un neonato possa ammalarsi a causa del latte prodotto nello stabilimento. “Non posso avere questa cosa sulla coscienza”, ha detto uno dei lavoratori.

Abbott: “Accuse false o fuorvianti”

Abbott ha definito “false o fuorvianti” le affermazioni dei lavoratori, ha negato le accuse di ritorsione e ha dichiarato di essere fiera della qualità e sicurezza dei suoi prodotti, incluso quelli prodotti a Sturgis. Un portavoce ha aggiunto che dal 2022 l’azienda ha assunto 300 nuovi lavoratori, investito 60 milioni di dollari in miglioramenti e impiegato consulenti per la sicurezza alimentare. Ha anche detto che in un mese vengono effettuati oltre 10mila tamponi ambientali nello stabilimento per rilevare la presenza di microbi. “Crediamo che Sturgis sia lo stabilimento per la produzione di latte artificiale più ispezionato, testato e tamponato negli Stati Uniti, e probabilmente al mondo”, si legge nella dichiarazione. Tuttavia, Abbott ha ammesso che in un episodio del maggio scorso lo stabilimento ha agito “al di fuori delle nostre procedure di qualità”.

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L’episodio dello scorso maggio

Secondo i lavoratori, invece di utilizzare una pompa portatile, un dipendente avrebbe usato un pezzo di cartone preso da un bidone della spazzatura per canalizzare dell’olio di cocco — un ingrediente del latte artificiale — dentro un serbatoio durante la produzione del latte “Pure Bliss by Similac Organic”. Abbott ha dichiarato che il cartone “è stato usato reattivamente per evitare che l’olio cadesse sul pavimento”. L’azienda ha negato che vi fosse un bidone della spazzatura nelle vicinanze e ha affermato che il cartone viene solitamente accatastato su un pallet per il riciclo. Abbott ha minimizzato l’accaduto, dicendo che si trattava di una fase iniziale della produzione, prima della pastorizzazione, e che il prodotto è stato sottoposto a “test potenziati” risultati negativi per i microbi. “Riconosciamo che si è trattato di un’azione fuori dal nostro processo di qualità, e abbiamo preso provvedimenti”, ha dichiarato l’azienda, precisando che il dipendente è stato richiamato alle corrette procedure.

Il lotto incriminato

Alcuni lavoratori avevano chiesto che il lotto fosse distrutto, ma qualche settimana dopo hanno ricevuto un’email — vista da ProPublica — in cui si annunciava che tutti i lotti erano stati distribuiti “non solo in tempo, ma in anticipo”. Nella mail si lodava il team per un “risultato e traguardo straordinario per Sturgis”. Abbott ha dichiarato che non ci sono state segnalazioni mediche associate a quel lotto, pubblicizzato come adatto ai neonati.

L’amminoacido scaduto

In un altro caso, a febbraio, un dipendente ha detto che era stato approvato l’uso di un amminoacido con data di scadenza superata di 10 mesi. La foto dell’etichetta mostrava una data “da consumarsi preferibilmente entro aprile 2024”. Secondo la legge, gli ingredienti del latte artificiale non possono scadere prima del prodotto finito. Abbott ha risposto che la scadenza era stata “estesa” dopo test da laboratori terzi che ne avevano confermato l’integrità nutrizionale — una pratica consentita in alcuni casi. Tuttavia, il lavoratore ha riferito che la polvere era diventata “grumosa” e che i colleghi si erano rifiutati di usarla. Abbott ha affermato che due contenitori della miscela di amminoacidi sono stati messi in quarantena a causa della “formazione di croste” e poi distrutti: “Quando troviamo prodotti che non rispettano tutte le specifiche, li eliminiamo”, ha detto l’azienda.

Il silenzio dell’Fda

La Fda, dal canto suo, non ha risposto alle domande su eventuali ispezioni o indagini in corso presso lo stabilimento di Sturgis. L’agenzia ha detto che generalmente non commenta “ispezioni o indagini potenziali o in corso”. In una nota, ha aggiunto: “La Fda prende molto sul serio i rapporti legati al latte artificiale per neonati e interviene come appropriato.”