
Al Vinitaly di Verona, non sono luci ma ombre: sono quelle presentate da Andre Zanoni e Renzo Masolo, consiglieri regionali del Veneto (Ev), che racconta dati alla mano come nella patria del prosecco, l’uso di pesticidi aumenti e presenta i primi casi di lavoratori agricoli ammalatisi a causa delle sostanze utilizzate
Al Vinitaly di Verona, non sono luci ma ombre: sono quelle presentate da Andre Zanoni e Renzo Masolo, consiglieri regionali del Veneto (Europa Verde), che racconta dati alla mano come nella patria del prosecco, l’uso di pesticidi aumenti e presenta i primi casi di lavoratori agricoli ammalatisi a causa delle sostanze utilizzate. Entrambi premettono: “Come gruppo consigliare di Europa Verde vogliamo evidenziare la necessità di valutare nel suo complesso tutti gli impatti generati dal vitivinicolo in Veneto, quelli positivi riguardante la parte economica quasi da record, ma anche e soprattutto quelli negativi sull’ambiente, la biodiversità, la salute dei lavoratori e dei residenti, gli altri settori dell’agricoltura. La nostra regione, pecora nera a livello nazionale in agricoltura biologica”.
Fanalino di coda sul bio
il Veneto è fanalino di coda, tra le 20 regioni italiane, per superfice coltivata con metodi biologici, superata in negativo solo dalla Valle D’Aosta con una percentuale del solo 5,6% del 2023. Va evidenziato che dal 2020 al 2023 c’è stato addirittura un calo di meno 0,4 % della superficie totale con una perdita di ben 3.016 ettari in meno (pari a -6,28 % del totale del biologico in Veneto).
Uso dei pesticidi in aumento
L’ultimo dato sull’uso dei pesticidi in Veneto del 2023 ci dice che la quantità utilizzata è stata pari a 15.964.189 di chilogrammi che rapportati al numero di abitanti significa un carico per abitante medio pari a 3,29 chilogrammi/persona. Il dato cambia considerevolmente per la provincia di Treviso con 4.749.309 kg pari a 5,40 kg/persona e per la provincia di Verona dove va ancora peggio con 6.245.144 kg pari a 6,75 kg/persona, si tratta delle due province d’Italia dove si consuma il maggior quantitativo di pesticidi. L’uso dei pesticidi continua costantemente a salite tant’è che tra il 2022 e il 2023 l’aumento è stato più che proporzionale con un + 20% a livello regionale con un aumento pari a 2.659.357 chilogrammi. Tra le province più penalizzate: quella di Treviso con più 1.091.804 kg pari a + 30% e quella di Verona con più 613.772 kg pari a più del 20% (Vedere allegato su quantità pesticidi) .
Effetti sulla salute dei lavoratori
“Uno dei problemi – spiega Zanoni al Salvagente – è il dato inedito che rendo pubblico, relativo ha i dati ufficiali che Inail e Spisal (Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro, ndr) mi hanno dato quando in vestito di Presidente della Commissione politica e pubblica e legalità. Ho voluto fare un’indagine sugli incidenti sul lavoro, malattie professionali e lì è emerso che Inail e Spiesal del Veneto hanno messo in relazione l’utilizzo di pesticidi con l’insorgenza di malattie neurodegenerative e con Parkinson e Parkinsonismo. È la prima volta che in Veneto degli enti pubblici mettono in relazione l’utilizzo di pesticidi con malattie professionali come già accaduto in Francia e negli sa come il Glifosato. Tra l’altro, uno dei casi parla proprio di un viticoltore”. In particolare sono stati registrati casi di malattie degenerative del sistema nervoso, morbo di Parkinson e Parkinsonismo secondario causato da tiocarbammati , ditiocarbammati organici ed inorganici, fungicidi al ditiocarbammato, manganese. Nel 2023 l’Inail ha individuato ben quattro casi di malattie professionali mentre gli Spisal, settore operativo delle Ulss, hanno riscontrato tre casi, due dei quali ricadenti nell’area di competenza dell’Ulss 9 Scaligera.
La drastica riduzione dei controlli
L’altra questione messa in luce da Zanoni e Masolo è che i controlli sulla viticoltura sono calati drasticamente e repentinamente: “Mentre aumentano le superfici coltivate a vigneto e di conseguenza aumenta considerevolmente l’uso dei pesticidi, i controlli previsti dal Piano d’azione nazionale per l’uso dei prodotti fitosanitari ha subito una drastica e incomprensibile riduzione”. A titolo di esempio in provincia di Treviso l’ULSS2 Marca Trevigiana nel 2014 ha effettuato 178 controlli, nel 2015 166 e poi a scendere fino all’ultimo dato disponibile del 2022 pari a soli 29 controlli con una diminuzione di meno 83,7%. Andando a vedere la provincia di Verona l’ULSS 9 Scaligera nel 2014 ha effettuato 191 controlli, nel 2015 eravamo a 156 e poi a scendere fino all’ultimo dato disponibile del 2022 pari a soli 79 controlli, con una diminuzione di meno 58%. “Una situazione gravissima che di fatto fa venir meno anche l’effetto deterrenza sui controlli di queste sostanze chimiche problematiche per la salute dei viticoltori e dei residenti (Vedere allegato controlli USLL della Marca e Scaligera)” spiegano i due consiglieri. “È inquietante e sarebbe importante – ragiona Zanoni – che la politica spiegasse perché c’è stato questo crollo di controlli”.
I rischi della “monocultura” tra dazi e parassiti
Eppure, nonostante le ombre, i campi coltivati a vite per prosecco continuano ad aumentare: “Purtroppo la monocoltura rischia di intensificare la presenza di casi di malattie dei vigneti e di aumentare considerevolmente l’uso di pesticidi, come accaduto con la flavescenza dorata, causata dalla cicalina (Scaphoideus titanus), che a causa della densità dei vigneti si sta espandendo in tutta la regione” spiegano i consiglieri, mentre Zanoni mette in relazione la “monocoltura” del prosecco con il ciclone dazi che si sta abbattendo sull’Europa: “Quando una regione è cieca e punta tutto sul vino, su una monocultura non finanziando le altre, se questo è uno dei prodotti che esporti e ti capitano i dazi, sconta la sua mancanza di lungimiranza”.
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