Scandalo dell’acqua in bottiglia, i vertici Nestlé rischiano la falsa testimonianza

ACQUA NESTLé

Muriel Lienau, amministratrice delegata di Nestlé, si è rifiutata di rispondere alle domande dei senatori francesi della commissione di inchiesta, esponendosi così a procedimenti penali. Al centro l’uso fraudolento di filtri per imbottigliare le acque minerali del gruppo

Rischia l’accusa di falsa testimonianza Muriel Lienau, amministratrice delegata di Nestlé Waters, per essersi rifiutata di rispondere alle domande della Commissione d’inchiesta istituita dal Senato francese dopo lo scandalo dell’uso di filtri non autorizzati per il trattamento delle minerali in bottiglia (Perrier, Vittel, etc). La falsa testimonianza in Francia è punibile fino a 5 anni di reclusione.

Il relatore e il presidente della commissione d’inchiesta hanno così deciso di deferire la questione alla presidenza del Senato. Più di un anno fa, Radio France e Le Monde avevano rivelato che il gruppo aveva commercializzato acqua etichettata come “minerale naturale“, nonostante l’impiego di trattamenti vietati. Sebbene Nestlé sostenga che queste pratiche non siano più in uso oggi, i senatori non sono ancora in grado di identificare il motivo per cui questi trattamenti venivano utilizzati, né da chi fossero impiegati.

Su questo infatti l’amministratrice Lienau si è rifiutata di rispondere: “Si tratta di una situazione ereditata dal passato, di cui ignoro le origini“, ha ripetuto in numerose occasioni. E chi è responsabile dell’attuazione di questi trattamenti gli è stato chiesto? “Ho scelto di non cercare responsabilità individuali e di concentrarmi sul futuro”, ha insistito la Ceo del gruppo.

Risposte vaghe che hanno rapidamente esasperato i senatori di tutti gli schieramenti politici. “È davvero irrispettoso nei confronti della rappresentanza nazionale, dei cittadini e dei consumatori, continuare a usare un linguaggio pre-scritto dai vostri avvocati“, ha criticato duramente la senatrice dei Verdi Antoinette Guhl, autrice di un rapporto sul trattamento dell’acqua minerale pubblicato lo scorso ottobre.

Nonostante il rischio di essere incriminata per falsa testimonianza, Muriel Lienau ha mantenuto la sua posizione e si è rifiutata di rivelare i nomi dei membri del gruppo che l’avevano informata dell’esistenza di trattamenti illegali. “Mantengo la mia posizione”, ha ribattuto quando il presidente della commissione d’inchiesta le ha suggerito di rivelare questi nomi per iscritto, per preservare l’anonimato delle persone citate.

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Al termine dell’udienza, il relatore della commissione d’inchiesta, Alexandre Ouizille, ha tuonato: “Nestlé Waters ha questa cultura di assoluta opacità. Se rivediamo tutta la vicenda, ci troviamo di fronte a persone che ci hanno detto che la nostra commissione d’inchiesta era illegittima, ci hanno scritto più volte per dirci che non avevamo motivo di esistere!”.

Sulla vicenda dell’uso fraudolento di trattamenti per l’acqua minerale è stata aperta anche un’inchiesta dal Tribunale di Parigi il 13 febbraio scorso.