Un nostro lettore ci chiede come tutelarsi rispetto alla zona di pesca del tonno, spesso contaminato da mercurio. Alcune precisazioni importanti e i risultati delle nostre analisi
Caro Salvagente,
per un sano acquisto, vorrei conoscere le zone Fao consigliate per l’acquisto di tonno, merluzzo, salmone. Ho provato a cercare su internet, ma ho trovato risultati contrastanti: alcune zone da una parte risultavano ottime, da altri siti sconsigliate… Grazie per la collaborazione.
Antonio Silenzi
La mail di Antonio ci consente di fare il punto su una delle cose più dibattute tra i nostri lettori. Una precisazione molto importante per evitare informazioni forvianti: la zona Fao – obbligatoria nel pesce fresco, pressoché presente anche nel tonno in scatola o nel surgelato – indica la zona di pesca non le acque di origine del pesce. Essendo il tonno un pesce “viaggiatore” che può percorrere anche 150 miglia al giorno questa precisazione non è banale. Ovviamente un tonno nato nel Pacifico non lo ritroveremo nuotare nel Mediterraneo. Ma all’interno della stessa zona il pesce può nascere, crescere ed essere pescato in mari diversi.
Il tonno è un predatore e inoltre “funziona” come una “pila” ovvero accumula metalli pesanti, in particolare mercurio, assorbendolo dagli altri pesci di cui si ciba. L’inquinamento da mercurio è talmente ubiquitario che non risparmia nessuna acqua. È vero pure che i produttori di conserve nei disciplinari prevedono test preventivi sui tonni pescati in determinate zone marine. Tuttavia il mercurio nel tonno in scatola lo ritroviamo sempre al di là delle zone Fao: lo dimostrano i nostri risultati del test dell’ottobre 2023 : in quella occasione in tutti e 16 i campioni di tonno analizzati trovammo mercurio e, seppur in concentrazioni mai superiore al consentito, i tenori ricalcano la media registrata dalla Ong francese Bloom che nel dicembre 2024 analizzò 148 scatolette, di cui 28 acquistate in Italia, scoprendo una forte presenza del metallo pesante, in 5 casi superiore al consentito.
E allora come si tutela il consumatore? Riducendo al massimo il consumo di questo alimento? Condividiamo la richiesta della Ong Bloom rivolta alla Ue di abbassare il tenore di mercurio tollerato nel tonno (1 mg/kg) a quello previsto per altre specie anche meno consumate come il merluzzo: 0,3 mg/kg.
“A una delle specie più contaminate – spiegano dalla Ong – viene data una tolleranza massima di mercurio tre volte superiore a quella della specie meno contaminata: 1 mg/kg rispetto a 0,3 mg/kg per il merluzzo, ad esempio. Non c’è alcuna ragione sanitaria per questa discrepanza: il mercurio non è meno tossico se ingerito attraverso il tonno”. Evidentemente il peso dell’industria conserviera in questi anni ha “evitato” di abbassare i livelli di mercurio nel tonno ma su una questione di sicurezza alimentare così evidente non si può più aspettare.