Negli ultimi dieci anni gli integratori a base di melatonina hanno registrato un boom di vendite. Non tutti, però, sanno quando e come andrebbero assunti
Sarà perché stiamo diventando sempre più insonni, ma negli ultimi anni si è registrato un boom di vendite di integratori a base di melatonina. Secondo le ultime rivelazioni dell’Aims (Accademia italiana di medicina del sonno), in Italia circa 13,4 milioni di persone soffrono di disturbi legati al sonno, causati principalmente da stress, vita frenetica e alimentazione scorretta. Questo si traduce in un vertiginoso aumento di integratori che favoriscono il sonno: negli ultimi 10 anni, secondo i dati di Integratori&Salute, le vendite in volume di integratori alimentari legati al benessere mentale e al sonno sono aumentate del 155%. In dieci anni, tra il 2013 e il 2023, le confezioni vendute sono passate da 3,8 milioni a 9,6, per un valore di 146 milioni di euro.
Cos’è la melatonina e quando bisogna assumerla
Secondo l’Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) la melatonina possiede la capacità di ridurre gli effetti del jet lag e, assunta mezz’ora prima di andare a letto, di abbreviare il tempo necessario per addormentarsi.
Prima di precipitarsi ad acquistare un prodotto, è importante capire in quali casi è indicato assumerla e in quale forma. La melatonina è un ormone sintetizzato dalla ghiandola pineale, che la rilascia nel sangue soprattutto durante la notte, quando la luminosità ambientale diminuisce. Qualche ora prima dell’alba la secrezione di melatonina diminuisce fino ad arrestarsi quando è il momento di svegliarsi. La melatonina è dunque un regolatore dei ritmi fisiologici, aiutando il corpo a sincronizzarsi con l’alternanza giorno-notte; per questo viene definita l’ormone del sonno.
Cosa accade quando si assume melatonina sotto forma di integratore alimentare o farmaco? Il suo effetto varia a seconda della dose e della formulazione, che può essere a rilascio rapido o prolungato.
Come spiega a 60 Millions de Consommateurs il professor Pierre Alexis Geoffroy, psichiatra e specialista del sonno presso l’ospedale Bichat e il centro ChronoS di Parigi “somministrata a basse dosi, tra 0,5 mg e 1 mg, la melatonina ha un effetto cronobiotico: permette di regolare gli orari di veglia e sonno”. In medicina del sonno, questo effetto è utilizzato per trattare persone che soffrono di sindrome da ritardo o anticipo di fase, ovvero coloro che si addormentano e si svegliano molto tardi o, al contrario, molto presto. Nel caso più comune, quello di chi fatica ad addormentarsi prima di un’ora tarda, la melatonina va assunta tra due e sei ore prima del sonno per anticipare la fase del sonno.
Chi deve, invece, recuperare lo sbalzo causato dal jet lag, dovrebbe assumerla a basse dosi e nella forma a rilascio rapido, che entra rapidamente in circolazione nel sangue. Questo è il tipo di melatonina contenuto nella maggior parte degli integratori alimentari, sebbene raramente sia specificato in etichetta.
Non migliora il sonno, ma aiuta ad addormentarsi
La melatonina migliora anche il sonno? “La melatonina non fa dormire: prepara il corpo al sonno attraverso vari effetti fisiologici”, precisa il professor Geoffroy. Ad esempio, contribuisce all’abbassamento della temperatura corporea, favorendo il sonno. Affinché questo effetto soporifero si manifesti, è necessario trovarsi in condizioni favorevoli al sonno (ambiente tranquillo, assenza di schermi, assenza di stress). Altrimenti, l’effetto sarà nullo. Inoltre, la dose deve essere adeguata. L’effetto soporifero varia da persona a persona, ma in genere inizia a 1 mg, con maggiore efficacia a 2 mg o più.
Per questo motivo, i produttori di integratori alimentari, ai quali la normativa impone di non superare i 2 mg per dose giornaliera, propongono spesso un dosaggio di 1,9 mg.
Nessun effetto sulle insonnie croniche
È fondamentale assumere la melatonina all’orario corretto, in linea con il ritmo sonno-veglia, per evitare di alterarlo. Inoltre la melatonina non è efficace nei casi di insonnia cronica (più di tre episodi di insonnia a settimana per almeno tre mesi). In questi casi le linee guida delle società scientifiche europee pubblicate a novembre 2023 sono chiare: “Solo la melatonina a rilascio prolungato può essere utile“, conferma il professor Geoffroy, che ha contribuito alla stesura di queste raccomandazioni. “E a una dose di almeno 2 mg al giorno. Gli effetti più evidenti si osservano negli over 55, probabilmente perché la secrezione naturale di melatonina tende a diminuire con l’età. I benefici riguardano soprattutto l’addormentamento e la qualità del sonno, meno i risvegli notturni.”
Un farmaco riservato agli over 55 (con prescrizione)
Dal 2007, è disponibile un farmaco a base di melatonina a rilascio prolungato, Circadin, con un dosaggio di 2 mg per compressa (disponibile solo su prescrizione medica e non rimborsabile). L’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) specifica che è indicato “per il trattamento a breve termine dell’insonnia primaria nei pazienti di 55 anni o più”. Non esiste un farmaco equivalente per gli adulti sotto i 55 anni.
Va comunque ricordato che “nei disturbi del sonno, il trattamento di prima scelta, altamente efficace, è la terapia cognitivo-comportamentale sotto la supervisione di un medico del sonno”, sottolinea il professor Geoffroy. “Anche se prendere una pillola è più semplice che cambiare le proprie abitudini e, sebbene la melatonina non comporti rischi di overdose o dipendenza fisica, dovrebbe essere considerata solo come seconda opzione.”