Bisfenolo A, l’Europa lo vieta (finalmente) nei materiali a contatto con alimenti

Bisfenolo a

L’Europa ammette, con dieci anni di ritardo rispetto alla Francia, gli effetti potenzialmente dannosi per la salute del Bisfenolo A e lo vieta in tutti gli imballaggi e materiali a contatto con gli alimenti

Con dieci anni di ritardo rispetto alla Francia, l’Europa vieta il Bisfenolo A (BpA) nei materiali a contatto con gli alimenti “a causa dei suoi effetti potenzialmente nocivi per la salute”. A riconoscerlo è stata direttamente la Commissione europa che lo ha comunicato ufficialmente il 19 dicembre 2024. Il divieto entrerà in vigore il 20 gennaio, 20 giorni dopo la pubblicazione del Regolamento UE 2024/3190 in Gazzetta Ufficiale che è avvenuta lo scorso 31 dicembre.

Il regolamento stabilisce che la sostanza non potrà più essere utilizzata per imballaggi e contenitori a contatto con gli alimenti, come ad esempio utensili da cucina, lattine metalliche, bottiglie di plastica riutilizzabili, distributori d’acqua refrigerati. Il regolamento stabilisce prescrizioni specifiche anche per i suoi sali e per altri bisfenoli pericolosi (come il bisfenolo S) e derivati pericolosi di bisfenoli, per quanto riguarda il loro uso nella fabbricazione dei seguenti gruppi di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari:

  • adesivi;
  • gomme;
  • resine a scambio ionico;
  • materie plastiche;
  • inchiostri da stampa;
  • siliconi;
  • vernici e rivestimenti.

Ammissione di nocività con 10 anni di ritardo

Una decisione importante che, però, arriva dopo decenni di negazione sulla nocività del BpA, i cui effetti di perturbatore endocrino sui sistemi immunitario e riproduttivo sono noti da molto tempo. Nel 2015, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha affermato che “ai livelli di esposizione attuali, il bisfenolo A non presenta rischi”, salvo poi, nel 2023, ridurre di ben 20mila volte la dose giornaliera tollerabile.
La Francia è stata una pioniera, vietando il BpA nei biberon e nei contenitori per alimenti per neonati già nel 2009 e, dal 2013, in tutti i contenitori, utensili alimentari e nei biglietti del metro e degli scontrini. L’UE ha seguito con ritardo, vietandolo solo nel settembre 2018 nei biberon e negli imballaggi per alimenti destinati a neonati e bambini sotto i tre anni. Oggi il divieto si estende a tutti gli imballaggi. I produttori e gli utilizzatori hanno un periodo di transizione di 18 mesi, ma potranno essere concesse deroghe limitate per tre anni, laddove non esistano alternative. Una tolleranza controversa, dato che il BpA è sotto accusa da anni, e l’industria avrebbe dovuto prepararsi da tempo.

Una sostanza vietata ma ancora presente

Inoltre l’UE non ha esteso la misura a tutta la famiglia di queste molecole, che conta almeno 148 componenti. Infatti, la misura riguarda solo le sostanze già ufficialmente identificate come pericolose (perturbatori endocrini, mutageni, cancerogeni o reprotossici). Sappiamo, però, che quando i produttori hanno eliminato il BpA dai loro plastici, lo hanno spesso sostituito con altre molecole della stessa famiglia, alcune delle quali sono altrettanto tossiche, se non di più. L’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria ha stimato che il bisfenolo B “presenta proprietà endocrine simili, se non leggermente più pronunciate” rispetto al BpA; per quanto riguarda il bisfenolo S, l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) avverte che “si sospetta che presenti molti effetti tossici simili”.