Lo studio inglese: i vegani consumano più cibi ultraprocessati di chi mangia (poca) carne

ultraprocessati

Uno studio condotto nel Regno Unito ha rilevato un consumo di cibi ultraprocessati, associati a una maggiore mortalità, più elevato nelle diete vegetariane rispetto a una dieta con una modesta quantità di carne o pesce. Questo è dovuto soprattutto al consumo di alternative veg industriali a burger, formaggi, salmone e simili

Uno studio condotto nel Regno Unito ha rilevato un consumo di cibi ultraprocessati, associati a una maggiore mortalità, più elevato nelle diete vegetariane rispetto a una dieta con una modesta quantità di carne o pesce. Questo è dovuto soprattutto al consumo di alternative veg industriali a burger, formaggi, salmone e simili.

Lo studio

La ricerca, pubblicata su eClinicalMedicine,  è stata svolta in Gran Bretagna da ricercatori dell’Imperial College di Londra, in collaborazione con colleghi dell’Università di San Paolo e dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro con sede in Francia, e basati sui dati contenuti nel progetto UK Bank. “Il passaggio dietetico verso opzioni più vegetali è sempre più popolare, ma la quantità di cibi ultraprocessati (Upf) che contengono è in gran parte sconosciuta – scrivono i ricercatori – Questo studio ha valutato il livello di Upf e il consumo di cibi minimamente trasformati tra i consumatori abituali e moderati di carne rossa, i flexitariani, i pescetariani, i vegetariani e i vegani in un ampio set di dati di adulti del Regno Unit, reclutati tra il 19 dicembre 2006 e il 1° ottobre 2010″.

Le categorie comparate

Le risposte alle domande sulla frequenza alimentare sono state utilizzate per identificare i tipi di dieta per vegani (che non mangiano mai cibi di origine animale); vegetariani (che non mangiano mai carne/pesce); pescetariani (che non mangiano mai carne); flexitariani (che consumano pesce/carne meno di due volte a settimana); consumatori poco di carne rossa (che consumano pesce/pollame più di una volta a settimana ma carne rossa/lavorata meno di due volte a settimana); e consumatori abituali di carne rossa (che consumano carne rossa/lavorata più di una volta a settimana).

La classificazione Nova

Il consumo di tutti gli alimenti e le bevande raccolti nei richiami di 24 ore tra il 29 aprile 2009 e il 28 giugno 2012 è stato categorizzato utilizzando la classificazione Nova, messa a punto dai ricercatori di San Paol, che è il primo tipo di classificazione in base a quanto è ultraprocessato un cibo. Gli esiti primari sono il consumo di Upf e di alimenti minimamente lavorati, espressi come percentuale dell’assunzione giornaliera di cibo (grammi/giorno).

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

“I modelli alimentari siano più sostenibili ma anche più salutari”

Per i ricercatori, “È importante che le politiche che incoraggiano la transizione urgentemente necessaria verso modelli alimentari più sostenibili promuovano anche il riequilibrio delle diete verso alimenti minimamente lavorati”.

Cibo ultraprocessato: tutto quello che bisogna sapere