Kefir o semplice latte fermentato? L’indagine francese smaschera i produttori

Un’indagine francese solleva dubbi sul possibile uso fraudolento della denominazione “kefir” per molti dei prodotti in vendita nei supermercati, poiché i metodi adottati dai produttori si discostano dalla vera ricetta, al punto da ottenere bevande che somigliano a semplici latti fermentati, ma costano fino al triplo

È vero kefir o è solo marketing? Nei frigoriferi dei supermercati, da diverso tempo ormai, troviamo accanto ai normali yogurt diversi prodotti che rimandano, in etichetta, alla bevanda fermentata, di origine caucasica, diventata famosa per i suoi benefici sulla salute. Il kefir è diventato un alimento di moda per la presenza di ceppi di batteri probiotici, che contribuiscono alla formazione di anticorpi, riequilibrano il microbiota intestinale e migliorano la digestione e l’assorbimento del calcio.
Tuttavia, la maggior parte delle bevande a base di kefir che troviamo in vendita nei supermercati non hanno nulla a che fare con il vero kefir, ma assomigliano a semplici bevande a base di latte. Se non fosse che costano il doppio o il triplo. È quanto ha appurato un’indagine francese, ripresa da QueChoisir, che solleva dubbi sul possibile uso fraudolento della denominazione “kefir” in alcuni casi, poiché i metodi adottati dai produttori si discostano dalla vera ricetta, al punto da ottenere bevande che somigliano sorprendentemente a semplici latti fermentati.
Attirati dalle promesse di proprietà nutrizionali superiori, i consumatori sono disposti a pagare molto di più per una bevanda a base di kefir che infatti arriva a costare in media 4,50 euro al litro con punte fino a 7 euro per marche come Naturalia, molto lontani da 2 euro al litro del latticello bretone o del leben, il suo equivalente maghrebino.

Simili a bevande a base di latte fermentato, ma costano il triplo

A differenza dei normali latti fermentati, contenenti solo batteri lattici, il kefir autentico è prodotto con piccoli granuli gelatinosi che ospitano un ecosistema di microbi: batteri lattici, batteri acetici (che producono aceto) e lieviti alcolici. Questo microcosmo variegato, secondo i produttori, promuoverebbe l’immunità, il benessere digestivo e una “caratteristica nota di sapore”.
Molte bevande vendute in Francia come kefir non contengono nemmeno un granello di kefir. Marchi come Beautiful Immunity, Naturalia e Carrefour Sensation hanno confermato che i loro prodotti contengono solo batteri lattici, simili a quelli di altri latti fermentati più economici. Eppure, il Codex Alimentarius stabilisce che il kefir deve contenere almeno 10.000 lieviti per grammo. Anche Kerguillet, un’azienda bretone bio, ammette di utilizzare un mix con “pochissimi lieviti”. Altri produttori indicano “fermenti lattici” negli ingredienti, ma senza i veri grani di kefir. Non si salva neanche il kefir Activia di Danone, che utilizza effettivamente grani di kefir, ma con una fermentazione di poche ore e condizioni non ideali.
Le differenze tra questi prodotti e i latti fermentati tradizionali possono essere impercettibili. In un test alla cieca su 20 latti fermentati, metà dei quali denominati kefir, nessuno dei partecipanti ha saputo distinguerli.

Una denominazione fraudolenta?

Perché non seguire la ricetta tradizionale? I produttori affermano che l’uso di ceppi specifici garantisce stabilità e riduce i rischi microbiologici. Inoltre, le fermentazioni tradizionali producono piccole quantità di alcol e gas, elementi indesiderati per i consumatori. Ma è legale chiamare kefir un prodotto che non lo è? In Francia, il termine non è regolamentato, ma il Codice del Consumo vieta di ingannare i clienti sulla composizione e il processo produttivo. Tuttavia, l’autorità francese per la tutela dei consumatori non ha voluto commentare.