Salmone affumicato: solo 2 buste su 15 non “risparmiano” sul pesce

SALMONE AFFUMICATO
Traditional Norwegian smoked salmon in slices with parsley and lemon served as close-up on rustic wooden chopping board with text space

Salmone affumicato: il peso spesso inferiore al dichiarato e altre sorprese dal test di Bon à Savoir che ha messo a confronto 15 prodotti venduti in Svizzera

Un’indagine del mensile svizzero Bon à Savoir ha rivelato un problema diffuso nelle confezioni di salmone affumicato: il peso effettivo spesso non corrisponde a quello dichiarato. Solo due prodotti tra i quindici testati rispettavano le indicazioni sull’etichetta: il salmone Globus, vincitore del test, e il Almare Seafood di Aldi, che addirittura contenevano leggermente più pesce rispetto a quanto indicato.

Sette confezioni rientravano nei limiti di tolleranza legale del 4,5%, ma in sei casi la discrepanza superava tale soglia, sollevando dubbi sulla trasparenza dei produttori.

Meglio il salmone selvaggio

Il test ha mostrato (come il Salvagente aveva anticipato qui) una netta superiorità del salmone selvaggio rispetto a quello d’allevamento. Tra i prodotti testati, il salmone non allevato venduto da Globus è risultato il migliore, senza difetti, fresco fino alla data di scadenza e con un elevato contenuto di acidi grassi omega-3. Tuttavia, il prezzo è il più alto della selezione: 19,33 CHF (circa 20,57 EUR) per 100 grammi.

Una valida alternativa è rappresentata dal salmone selvaggio di Denner, che ha ottenuto buoni risultati in termini di freschezza e qualità nutrizionale, ma è stato penalizzato perché il peso effettivo non corrispondeva a quanto dichiarato. Il prezzo, più accessibile, è di 5 CHF (5,32 EUR) per 100 grammi.

Problemi nei prodotti da allevamento

I salmoni d’allevamento intensivo hanno evidenziato una qualità inferiore, principalmente a causa del loro regime alimentare, basato su proteine e oli vegetali. Questo porta a un elevato contenuto di omega-6, meno salutari rispetto agli omega-3.

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Quattro confezioni – provenienti da Aldi, Coop Svizzera e Migros – presentavano un rapporto omega-3/omega-6 particolarmente sfavorevole. Questo risultato conferma anche uno studio britannico del 2023, secondo cui i salmoni d’allevamento contengono non solo meno omega-3, ma anche una quantità inferiore di nutrienti essenziali come calcio, iodio e vitamina B12 rispetto ai selvatici.

L’igiene: progressi, ma non per tutti

Rispetto a test precedenti, i livelli di igiene sono leggermente migliorati: 11 prodotti su 15 avevano una carica batterica accettabile alla data di scadenza. Tra questi, spicca il salmone di Lidl con il marchio Nautica, venduto a soli 2,48 CHF (circa 2,64 EUR) per 100 grammi. Va detto che proprio su questo prodotto dell’hard discount nelle settimane passate, in Francia, è scattata una serie di richiami per la possibile presenza di listeria (scadenza 21 novembre, lotti L2429985, L2429963, L2430063)

Anche nel test svizzero, però, non mancano le criticità. Il Almare Seafood di Aldi presentava livelli allarmanti di batteri, con oltre 3 milioni di germi aerobi mesofili per grammo e 6.800 unità di stafilococchi, che secondo l’Ufficio federale tedesco di valutazione dei rischi possono causare intossicazioni alimentari. Aldi ha dichiarato di voler migliorare l’igiene dei propri prodotti.

Anche Coop Svizzera e Migros hanno mostrato cariche batteriche superiori ai valori guida tedeschi, pur dichiarando il rispetto delle normative del settore. In Svizzera, tuttavia, questi valori non sono vincolanti, poiché i limiti sono stati eliminati nel 2008 dal Consiglio federale.

Un equilibrio nutrizionale spesso deludente

Il test ha evidenziato un altro problema legato al salmone d’allevamento: l’alimentazione non naturale influisce sulla qualità della carne, che presenta un contenuto maggiore di omega-6 rispetto agli omega-3. Gli acidi grassi omega-3 sono essenziali per il benessere cardiovascolare, mentre un eccesso di omega-6, comune nelle diete occidentali, è associato a infiammazioni e problemi di salute.