Airbag difettosi delle Citroën C3 e DS3, il Tribunale di Torino dà ragione ai clienti

Citroën C3 AIRBAG DIFETTOSI

Il Tribunale di Torino interviene sul caso dei richiami di Citroën C3 e di Ds3 per airbag difettosi: il Groupe Psa Italia (Stellantis) dovrà completare entro il 31 gennaio prossimo i richiami e mettere a disposizione degli utenti un’auto sostitutiva o un voucher per il car sharing

Finalmente una data certa per le centinaia di migliaia di possessori di una Citroën C3 o di una Ds3 per la fine di quello che è un calvario e una preoccupazione durata fin troppi mesi. Quella dei richiami fatti dal Groupe Psa Italia (che fa capo a Stellantis) già dal maggio scorso per un possibile difetto agli airbag Takata installati. Le lettere che in questi mesi sono arrivate a più di 600mila europei (190mila gli italiani) gli imponevano di non utilizzare più l’auto ma di portarla al più preso presso una concessionaria per la riparazione in garanzia. Peccato che da subito i proprietari di questi modelli si sono dovuti scontrare con un piccolo particolare: i ricambi non c’erano e le loro vetture avrebbero dovuto attendere mesi. E tutto senza alcuna misura alternativa della Psa: nessuna auto sostitutiva, nessuna soluzione per i consumatori.

Ora il Tribunale di Torino ha stabilito un deciso cambiamento di rotta all’azienda in considerazione della portata dello scandalo: su azione di diverse associazioni di consumatori ha imposto al Groupe PSA Italia Spa di completare entro il 31 gennaio 2025 i richiami e mettere a loro disposizione vetture sostitutive o voucher per il car sharing entro sette giorni da una eventuale richiesta.

Il caso degli airbag difettosi

Citroën intorno agli inizi di maggio inizia a inviare ai proprietari europei delle auto interessate dal richiamo una comunicazione in cui intima di sospendere immediatamente la guida delle vetture per gravi problemi al sistema di gonfiaggio degli airbag prodotti dalla società Takata, specificando che “Le sostanze chimiche contenute in questi dispositivi di gonfiaggio potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggi0 dell’airbag con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte”.

La campagna coinvolge un totale di oltre 605mila auto C3 e DS3 in una ventina di paesi (497.171 Citroën C3 e 108.601 DS3) prodotte tra il 2009 e il 2019.

 

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Un problema noto da tempo

In Francia, ovviamente, la decisione della casa automobilistica viene messa sotto la lente tanto delle associazioni dei consumatori che della stampa. Un articolo di Le Monde tira fuori precedenti non proprio rassicuranti. Già nel 2015, la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) degli Stati Uniti aveva reso pubblico lo scandalo, che ha portato al più grande richiamo di veicoli nella storia. Nonostante ciò, Stellantis ha continuato a vendere veicoli equipaggiati con questi airbag fino al 2019. Le Monde aggiunge: negli ultimi anni sono stati registrati diversi morti e feriti all’estero legati a questi malfunzionamenti.

Anche in Italia c’è un caso sospetto con esito mortale che si è verificato a Catanzaro. Una ragazza di 24 anni deceduta a seguito di un incidente stradale. Nella perizia redatta dai consulenti nominati della Procura di Catanzaro nell’ambito dell’indagine si attribuiva proprio al “malfunzionamento del sistema di detonazione dell’airbag”, la morte della 24enne. Il dispositivo, “a seguito dell’urto, proiettava ad alta energia cinetica un corpo metallico con modalità di urto e lesività assimilabili a ferita d’arma da fuoco”. Proprio la forza eccessiva – secondo la procura – a cui fa riferimento la lettera di richiamo del gruppo automobilistico.