Secondo un’indagine di Cittadinanzattiva solo 9 Regioni su 20 forniscono online l’aggiornamento dei tempi di attesa per effettuare un’ecografia o una visita di controllo. In Friuli si aspettano in media 500 giorni per un’eco all’addome e in Liguria 40 per una visita cardiologica. Intanto da ieri il decreto liste d’attesa è legge
Quanto tempo bisogna aspettare per fare una ecografia in ospedale? E per una visita di controllo? Purtroppo nel nostro paese non è facile rispondere a queste domande perché da Nord a Sud è una babele di dati e aggiornamenti delle piattaforme online con cui le Regioni dovrebbero fornire un quadro, in tempo reale, dei tempi di attesa. È la fotografia sconcertante che emerge da una indagine effettuata da Cittadinanzattiva: solo 9 Regioni su 20 forniscono online l’aggiornamento dei tempi di attesa al momento della ricerca (metà giugno). Tra queste non c’è la virtuosa Lombardia che, insieme al Piemonte, aggiornano i tempi solo per alcune Asl. Le regioni virtuose sono, invece, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria, Valle d’Aosta, Umbria, Friuli, Calabria e Alto Adige. Le restanti regioni forniscono dati aggiornati a maggio 2024, mentre la peggiore di tutte è il Molise, con dati disponibili fino al 2023.
I dati poi vengono forniti in tre modalità diverse (a volte anche di più) rendendo difficile il confronto spesso anche all’interno di una stessa Regione. In alcuni casi viene indicata la percentuale, ricavata dal rapporto tra il numero di prestazioni erogate nei tempi previsti dal codice di priorità e il totale delle prenotazioni; in altri casi i giorni di attesa medi previsti e in altri viene indicata la prima data disponibile.
Nel frattempo ieri la Camera ha approvato in via definitiva il decreto legge sulle liste d’attesa presentato dal ministro della Salute Orazio Schillaci. Il provvedimento, che ora è legge, prevede l’avvio di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa, con i Cup che dovranno avere in agende tutte le prestazioni offerte da pubblico e privato convenzionato. Viene previsto anche un sistema per garantire al cittadino tempi certi per le prestazioni mediante ricorso a intramoenia o privato. Su questo punto abbiamo intervistato il microbiologo e senatore Pd, Andrea Crisanti, che ha criticato ampiamente il decreto, giudicandolo inefficace, in grado solo spostare soldi ai privati in un paese che è secondo solo agli Stati Uniti per il peso del privato sulla sanità.
I risultati dell’indagine
L’indagine di Cittadinanzattiva si è concentrata sull’analisi dei tempi di attesa di sei prestazioni, in tutte le Regioni:
- prima visita cardiologica,
- prima visita pneumologica,
- prima visita ginecologica,
- prima visita oncologica,
- ecografia addome completo,
- mammografia.
Da Nord a Sud ci sono difficoltà nel rispetto delle tempistiche previste dalle diverse classi di priorità (U-Urgente, da eseguire entro 72 ore; B-Breve, da eseguire entro 10 giorni; D-Differibile, da eseguire entro 30 giorni per le visite, entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P-Programmata, da eseguire entro 120 giorni).
Tra i casi limite ci sono l’azienda universitaria Friuli Centrale, dove si attendono in media 498 giorni per un’ecografia addome programmabile e 394 giorni per la visita ginecologica, e l’azienda sanitaria 3 Ligure con 427 giorni in media di attesa per una visita cardiologica programmabile. Nella Asl RM4 si rispettano i 10 giorni massimi di attesa soltanto per il 17,8% delle ecografie all’addome completo in classe B; nelle Marche il 41% delle mammografie programmabili è garantito nei 120 giorni previsti; in Molise si garantisce nei 60 giorni della classe D solo il 34% delle ecografie addome completo; nella Asl Napoli 1 Centro appena il 14% delle visite oncologiche in codice B è erogato entro 10 giorni; infine, la Asl di Bari riesce ad erogare entro i 10 giorni solo il 9% delle visite pneumologiche con codice B.
Di seguito qualche esempio di estrema variabilità all’interno della stessa area geografica:
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- in Friuli Venezia Giulia, quasi tutte le prestazioni, a maggio, sono state erogate ben oltre i giorni previsti. In Veneto e in Calabria, invece, i tempi sono stati rispettati per tutte le prestazioni e tutte le priorità;
- nell’Asl 1 Abruzzo e nell’Asl di Pescara, il 90% delle visite oggetto dell’indagine sia per la classe B che per la D, sono state erogate nei tempi stabiliti; sulla classe P l’Asl di Pescara mostra il fianco, con una media del 62% e picco minimo del 33,8% per quanto riguarda l’ecografia addome completo;
- in Umbria solo il 38% delle ecografie addome in classe B sono erogate entro 10 giorni, mentre tutte le visite oncologiche in classe D e P sono erogate rispettivamente entro i 30 e i 120 giorni previsti;
- anche la Puglia presenta performance altalenanti: per una visita pneumologica in classe B si va dal picco minimo del 9,2% nell’Asl di Bari (a febbraio 2024), al rispetto totale dei tempi per la stessa prestazione e nello stesso periodo nell’Asl di Lecce; sempre nella Asl di Lecce però soltanto il 38% delle visite cardiologiche in classe D e P è erogato nei tempi stabiliti, mentre per le altre visite i tempi sono rispettati con una media vicina al 90% nelle diverse classi di priorità;
- nella Asl di Caserta solo il 33% delle mammografie con priorità B vengono garantite nei tempi previsti di 10 giorni mentre tutte quelle con priorità D sono erogate entro i canonici 60 giorni, se si passa al codice P sono garantite il 67% nel termine di massimo 120 giorni.
Cosa è cambiato rispetto a un anno fa?
Il confronto con una precedente indagine condotta a luglio 2023 su 5 regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia e Puglia) ha evidenziato luci e ombre. Migliora la Asl RM4 dove a giugno 2024 il 65% delle visite cardiologiche in classe B (contro il 41% di luglio 2023) è stato erogato entro i 10 giorni previsti; nell’ASL di Bari si registra un aumento del 53% (dal 32,1% all’85%) di mammografie in classe B erogate nei tempi previsti; nell’Ausl Reggio Emilia +55% (dal 39% al 94,7%) di tempi rispettati per una visita pneumologica; nell’AS Ligure 1, per un’ecografia addome completo si è passati dai 5,21 e 24 giorni di attesa nel 2023 rispettivamente per le classi B, D e P, ai 2 giorni del 2024. Sul fronte peggioramenti troviamo 427 giorni registrati nell’azienda sanitaria Ligure 3 per una visita cardiologica di classe P rispetto ai 6 necessari nel 2023; nell’Asl Viterbo, per una visita pneumologica in classe B si è passati dal 100% di prestazioni erogate nei tempi previsti nel 2023 ad appena il 42% (-58%); infine nell’Ausl di Parma, il 12% in meno delle visite cardiologiche sono erogate nei tempi previsti (dal 93% del 2023 all’80,7%del 2024).
Quanto tempi si aspetta al telefono del Cup?
Ogni Regione ha un suo Cup, in 13 casi è centralizzato mentre 7 Regioni (Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Veneto, Sardegna e Toscana) hanno Cup diversi a seconda della zona o della Asl.
I tempi di attesa per parlare con l’operatore, nella maggioranza, sono stati piuttosto ragionevoli: il migliore è risultato essere il Cup del Lazio, con soli 2 minuti e 15 secondi di attesa; a seguire i Cup di Lombardia, Puglia, Sardegna, Campania e Basilicata, con un’attesa massima sempre inferiore ai 3 minuti.
Nelle altre Regioni il tempo di attesa è variato dai 3 minuti e 20 secondi dell’Ulss 4 del Veneto, fino ad arrivare agli oltre 18 minuti registrati per l’Asl di Genova.
Nonostante diversi tentativi, invece non si è riusciti a parlare con gli operatori dei Cup di Usl Toscana Centro, di Valle d’Aosta e del Friuli.