L’Accademia di Medicina francese ha lanciato un allarme sull’acido gliossilico, un composto comunemente utilizzato nei trattamenti liscianti per capelli, e all’acido glicolico, impiegato nei peeling facciali. Queste sostanze sono state correlate a casi di insufficienza renale acuta.
Il lisciante per capelli utilizzato nella procedura chiamata “alla brasiliana” è una tecnica di acconciatura ampiamente utilizzata che permette di ottenere capelli lisci e brillanti per diversi mesi. In passato, il principio attivo principale era la formaldeide, un composto riconosciuto come cancerogeno e per questo sostituito nel 2013 con derivati dell’acido glicolico, in particolare l’acido gliossilico.
L’Accademia di Medicina francese ha segnalato che l’esposizione all’acido gliossilico può avvenire per inalazione o contatto cutaneo e oculare durante il trattamento. Nonostante il “Cosmetic Ingredient Review” statunitense nel 1998 abbia classificato questi agenti come “sicuri” per un uso breve e con concentrazioni non superiori al 30%, senza un’adeguata giustificazione di tali limiti, nuove ricerche hanno messo in luce rischi significativi.
L’Insufficienza renale acuta
Recenti studi hanno documentato casi di insufficienza renale acuta in giovani donne che avevano subito la lisciatura dei capelli con prodotti contenenti acido gliossilico. Nel 2023, sono state riportate lesioni renali in 26 pazienti, confermate da biopsie che mostravano cristalli di ossalato di calcio. L’acido assorbito dal cuoio capelluto e dalla pelle durante il trattamento provoca la formazione di questi cristalli nei tubuli renali, causando l’insufficienza renale.
Un’osservazione su topi ha ulteriormente confermato questo legame causale: l’applicazione cutanea di un prodotto contenente il 10% di acido gliossilico ha indotto, in sole 24 ore, la comparsa di cristalli di ossalato di calcio nelle urine degli animali.
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I “peeling” del viso
L’acido glicolico, un altro composto metabolizzato in acido gliossilico, è largamente impiegato anche nei “peeling” del viso, spesso a concentrazioni vicine al 30%. La penetrazione di questo acido attraverso la pelle dipende da vari fattori, tra cui il pH del prodotto, la concentrazione, la durata dell’esposizione e le proprietà lipofile.
Anche in questo caso, sono stati riportati casi di insufficienza renale acuta. Un paziente trapiantato di rene, dopo cinque sessioni di “peeling” del viso con concentrazioni di acido glicolico tra il 40 e il 70%, ha manifestato questa condizione. La biopsia renale ha rivelato la presenza di cristalli di ossalato.
Raccomandazioni dell’Accademia francese di Medicina
Di fronte a questi dati allarmanti, l’Accademia Nazionale di Medicina francese ha formulato diverse raccomandazioni:
- Diffusione di informazioni: È fondamentale informare i professionisti della salute, i saloni di bellezza e i negozi di cosmetici sui rischi associati a questi trattamenti, sensibilizzandoli sulle possibili complicazioni renali acute che possono manifestarsi entro 24-48 ore dai trattamenti.
- Informazione ai consumatori: Gli utilizzatori devono essere consapevoli dei rischi legati all’uso frequente di questi prodotti e dei sintomi dell’insufficienza renale acuta, come dolori addominali acuti, nausea e vomito improvviso.
- Precauzioni per le applicazioni: È essenziale evitare i trattamenti in caso di lesioni del cuoio capelluto o della pelle del viso, poiché queste condizioni aumentano la penetrazione degli acidi.
- Sviluppo della cosmetovigilanza: Viene sottolineata la necessità di sviluppare un sistema di vigilanza cosmetica per monitorare la frequenza dei rischi associati all’uso di acidi glicolico e gliossilico e identificare i pazienti più vulnerabili.