Patate germogliate: solo un tedesco su due conosce il rischio

PATATE GERMOGLIATE

Un sondaggio dell’Istituto tedesco Bfr mostra come gran parte dei tedeschi ignori il pericolo delle tossine naturali, come la solanina nelle patate germogliate. E anche sulle muffe c’è poca consapevolezza: quando buttare e quando basta pulire?

Tedeschi impreparati di fronte al rischio delle tossine naturali. È quanto ha appurato  un recente sondaggio  condotto dal Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR, l’Istituto pubblico che valuta i rischi alimentari) tedesco: solo il 47 per cento degli intervistati era a conoscenza delle sostanze tossiche vegetali. Questo dato è sorprendente, commentano i ricercatori, considerando che queste tossine sono spesso composti chimici che le piante utilizzano come meccanismo di difesa contro predatori come insetti o microrganismi. Esempi molto comuni includono i fagioli e le patate, noti (ma evidentemente non a tutti) per contenere sostanze potenzialmente pericolose. Queste sostanze, spesso ignorate, possono rappresentare rischi significativi per la salute umana.

Il BfR Consumer Monitor Special del 2024 sulle tossine vegetali di origine naturale ha rivelato ulteriori dettagli preoccupanti: solo il 27 per cento dei partecipanti al sondaggio considera questo rischio una preoccupazione significativa.

Tossine vegetali: una minaccia sconosciuta

Le tossine di origine naturale presenti negli alimenti possono avere effetti dannosi sulla salute. Ad esempio, le patate contengono glicoalcaloidi, composti chimici che possono causare sintomi di intossicazione se consumati in grandi quantità. Allo stesso modo, i fagioli crudi contengono lectine, proteine che possono interferire con la digestione e l’assorbimento dei nutrienti.

Nonostante questi pericoli, il sondaggio del BfR ha evidenziato una mancanza di consapevolezza tra i consumatori. Solo il 15 per cento degli intervistati ha menzionato le patate come alimenti contenenti tossine naturali . I pomodori e i fagioli crudi sono stati citati solo dal 9 per cento ciascuno, mentre i funghi, noti per contenere varie tossine, sono stati menzionati solo dal 5 per cento.

Questa mancanza di consapevolezza è ulteriormente sottolineata dal fatto che più della metà degli intervistati (53 per cento) si sente poco informata sulle tossine vegetali negli alimenti, mentre solo l’8 per cento si ritiene ben informata. Questa carenza di informazione può portare a comportamenti alimentari rischiosi, come il consumo di parti di alimenti che contengono alti livelli di tossine. Un esempio classico è quello di chi consuma le parti verdi o germogliate delle patate, finendo per assumete alte concentrazioni della tossina solanina.

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Alimenti ammuffiti: un altro rischio sottovalutato

Il sondaggio del BfR ha anche toccato il tema degli alimenti ammuffiti, un’area in cui c’è un chiaro bisogno di maggiore educazione. Anche piccole quantità di tossine da muffa possono essere dannose per la salute umana e animale. Ad esempio, la marmellata ammuffita dovrebbe essere gettata completamente, poiché le tossine possono diffondersi oltre la parte visibilmente colpita. Tuttavia, il 25 per cento degli intervistati ha dichiarato di rimuovere solo la parte ammuffita e continuare a consumare il resto del prodotto.

Nel caso delle bacche ammuffite, solo il 60 per cento degli intervistati segue la raccomandazione di non consumare i frutti colpiti e quelli circostanti. Per le verdure, più del 40 percento rimuove la parte ammuffita e la maggior parte delle persone getta lo yogurt e il pane ammuffiti.

Su cosa gettare o cosa pulire quando si vedono le prime muffe negli alimenti il Salvagente ha scritto un lungo articolo che trovate QUI.