Scoop del Gambero Rosso: l’elenco degli esercizi al centro delle indagini per aver comprato e servito finto olio extravergine. Dalla mensa del ministero della Pubblica istruzione alle pizzerie di Trastevere alle osterie di Fiumicino
Usavano finto extravergine, in realtà olio di semi “colorato” con la clorofilla e addizionato con il beta-carotene per mascherare il sapore e lo proponevano alla clientela come vero extravergine. Il Gambero Rosso pubblica in esclusiva l’elenco dei ristoraranti e degli operatori della filiera di approvvigionamento finiti nell’inchiesta della Procura di Roma. L’elenco è agli atti dell’inchiesta, al centro di ulteriori verifiche, contenuto in una informativa dei Nas:
I locali sotto indagine, ecco l’elenco nell’informativa dei nas:
ristorante SanStefano – lungomare della Salute 55/c, Fiumicino (RM)
ristorante Il Ghiottone – lungomare della Salute 51/a, Fiumicino (RM)
ristorante Ristorantino Da Giorgio – vai della Torre Clementina 200, Fiumicino (RM)
ristorante Pizzeria Grande Secolo – via Cavour 128/130, Roma
ristorante Pizzami a Roma – via Casilina 1214, Roma
ristorante Aquila Nera – via Principe Amedeo 51, Roma
ristorante Pizza Boom – viale di Trastevere 273, Roma
ristorante Al Viminale – piazza del Viminale 3-4, Roma
ristorante Borgo Nuovo – Borgo Pio 104, Roma
ristorante Ristobar – piazza del Risorgimento 63, Roma
ristorante Bandana Republic – via Alessandria 44, Roma
ristorante Osteria Del Gusto – via Rasella 52, Roma
ristorante Donati – via Magenta 20, Roma
ristorante Da Nazzareno – via Magenta 35/37, Roma
ristorante Papa Re – via della Lungaretta 149, Roma
ristorante La Panetteria – via della Panetteria 13a/14, Roma
ristorante Gioberti50 – via Gioberti 50, Roma
pizzeria La Perugina – via dei Durantini 267, Roma
ristorante Il Barone – via in Arcione 95, Roma
ristorante Zio Carlo – via in Arcione 85, Roma
ristorante Da Marco – corso Vittorio Emanuele II 333, Roma
ristorante Hostaria I Fratellini – via Tor Millina 17, Roma
ristorante La Scaletta degli Artisti -via di Santa Maria dell’Anima 56, Roma
bar-tavola calda all’interno del Ministero dell’Istruzione e del Merito
negozio TuttoSurgelati – via Monte Massico 100, Roma
negozio Forno da Milvio – via dei Serpenti 7, Roma
negozio Tuttomarket – via Scarpanto 5, Roma
negozio Delizie di Parma – via Don Pasquale Rovati 43, Vidigulfo (PV)
Rango Carni (commercio all’ingrosso di carne) – via Roma 31, Lariano (RM)
Il meccanismo l’avevamo raccontato il 3 gennaio scorso.
Acquistavano a 3 euro un olio di semi colorato con la clorofilla e addizionato con il beta-carotene per mascherare il sapore e lo impiegavano come extravergine “made in Italy” nei propri ristoranti. Per questo motivo la Procura di Roma contesta a una cinquantina di ristoratori della Capitale il reato di ricettazione e il falso extravergine sarebbe addirittura stato impiegato nella mensa del Miur, il ministero dell’Istruzione e della ricerca.
L’inchiesta è guidata dal dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo che indaga per i reati di contraffazione di sostanze alimentari e ricettazione e che si è avvalso dei carabinieri del Nas. “L’inchiesta – scrive la Repubblica – è partita dal produttore clandestino che aveva la sua base in Puglia. Il Nas di Roma, seguendo la filiera, ha colpito prima il produttore e poi molti dei ristoratori suoi clienti. Per gli investigatori uno dei nodi dell’indagine sta nel prezzo. L’olio sotto inchiesta viene venduto a 3 euro al litro contro una media di 9 euro per un extravergine autentico. Meno del doppio. Il prodotto veniva distribuito a quintali, un centinaio di bottiglie alla volta e recapitato direttamenteall’ingresso del ristorante con un furgoncino”.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
La novità di questa inchiesta è che oltre alla centrale della contraffazione a finire nel mirino della procura ci sono gli acquirenti, i ristoratori, “compratori consapevoli di un prodotto falso e dannoso per la salute“. Per questo i pm contestano a molti ristoratori il reato di ricettazione.