Un lettore chiude il contratto elettrico con Wekiwi e si vede richiedere una cifra superiore alla media e su consumi stimati. Cosa fare in questi casi per bloccare la richiesta di pagamento? Ci aiuta Valentina Masciari di Konsumer Italia
Il sig. Bertolini, ci scrive che aveva un’offerta a prezzo fisso, che per quanto evidenzia, gli è stata modificata. In queste ipotesi, cioè di modifica offerta, ci sono delle regole ben precise.
Se si trattasse di modifica unilaterale, prevista e quindi lecita, va effettuata secondo modalità definite: per iscritto con la decorrenza della variazione, le modifiche proposte e le modalità per la comunicazione del recesso da parte del cliente che non volesse accettare la modifica in questione, e che quindi, può cambiare fornitore.
L’eventuale comunicazione del cliente deve essere trasmessa per iscritto, via fax o tramite raccomandata A/R, entro 30 giorni e, se il cliente non rifiuta la proposta per iscritto, questa si intende automaticamente accettata perché opera il tacito assenso.
Se invece, l’ipotesi fosse quella di modifica offerta in seguito a scadenza naturale della stessa, va comunicata per iscritto almeno tre mesi prima della scadenza dell’offerta commerciale, così che il destinatario possa decidere se accettarla o recedere dal contratto, passando a nuovo fornitore.
In pratica, se il sig. Bertolini avesse subito una modifica dell’offerta, dovrebbe aver ricevuto una comunicazione scritta; in assenza di questa, la procedura non è corretta e può contestare l’eventuale modifica subita.
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Passando invece all’aspetto relativo alla fattura di chiusura, è vero che si stanno registrando casi simili, cioè di consumi stimati, neanche in base allo storico dell’utenza, ma secondo parametri molto più elevati.
Le norme in queste ipotesi, prevedono che il fornitore che emette la fattura di chiusura, deve utilizzare il miglior dato a sua disposizione; ciò vuol dire, che seguendo un ordine di priorità, utilizzerà i dati effettivi comunicati dal distributore, l’autolettura validata, come quella del sig. Bertolini, o, per ultimi, i consumi stimati, ma secondo la media del cliente.
Il distributore, ha poi l’obbligo di comunicare i consumi entro 30 giorni dalla richiesta di cessazione della fornitura. Se però il distributore ritardasse nel comunicare questo dato, il fornitore dovrà comunque emettere la fattura di chiusura provvisoria, che può basarsi su un’autolettura o su una stima, e successivamente sarà sottoposta a conguaglio, in base ai dati che fornirà il distributore.
Wekiwi potrebbe correggere i dati su stime in base a l’autolettura certificata, del cliente ma, sembrerebbe che concretamente non segua questa strada, come fanno la generalità delle società di vendita.
Risultato: fatture di chiusura su stime in eccesso, che il fornitore non rettifica, nonostante le autoletture certificate, perché ritiene che trattandosi di ex clienti, non possono modificare la fattura, se non dopo che il cliente abbia inviato la prima fattura del nuovo fornitore.
Se però consideriamo, che spesso, la prima fattura del nuovo fornitore è su stime e ci si allinea sui dati reali, dalla seconda fattura, avremo il precedente fornitore che, in questo lasso di tempo, sollecita, tramite società di recupero crediti, anche molto insistenti, il pagamento di somme che sono chiaramente non corrette, perché su consumi palesemente eccessivi.
A questo punto, se il precedente fornitore, non dovesse rettificare la fattura in questione sulle autoletture inviate, nel caso in cui il sig. Bertolini avesse ricevuto la prima fattura del nuovo fornitore, chiaramente su dati reali, può inviarla a Wekiwi, a dimostrazione degli effettivi consumi presenti alla data di chiusura del contratto. Avviare una formale contestazione ha come effetto di sospendere la riscossione della fattura, contestazione nella quale, fra l’altro, può chiedere chiarimenti sull’iter di comunicazione della eventuale variazione offerta, per verificare che siano state rispettate le norme previste per queste ipotesi, per come indicato.
Dopo la pubblicazione di questo articolo, ci è arrivato il chiarimento di Wekiwi. Lo pubblichiamo integralmente.
In riferimento all’esperienza riportata, ci teniamo a comunicare che siamo molto dispiaciuti di quanto accaduto.
Wekiwi tendenzialmente non emette fatture di chiusura con dati stimati. Può accadere in alcuni casi remoti, ad esempio switch infragruppo (ovvero passaggio da un fornitore all’altro dello stesso gruppo) perché in tal caso talvolta il distributore di zona non rileva una vera e propria lettura finale del contatore. Questo in quanto ai fini del sistema elettrico il fornitore resta il medesimo (stesso utente del “dispacciamento”).
In questo caso specifico purtroppo si è trattato di un errore una-tantum di cui wekiwi si è resa conto in autonomia. Sono state difatti annullate le fatture errate emesse e rifatturate con i consumi effettivi.
Il cliente è stato inoltre contattato e la situazione è stata prontamente risolta.
Siamo comunque disponibili a rivedere nel dettaglio il caso in questione e chiarire eventuali dubbi in merito.
Team wekiwi