Dopo tre anni dalla denuncia della Lav, la procura della Repubblica ha sequestrato i 25 animali tenuti nei laboratori dell’azienda farmaceutica veronese per essere sottoposti a sperimentazioni dolorose e uccisioni non necessarie
Si è conclusa con una gravissima accusa di maltrattamento di animali e uccisione non necessitata a carico della multinazionale farmaceutica Aptuit la vicenda denunciata tre anni fa dalla Lav-Lega antivivisezione. La procura della Repubblica ha concluso le indagini preliminari a carico della multinazionale con sede a Verona, inserendo nel registro degli indagati la veterinaria e l’ex presidente dell’azienda e sequestrando i 25 animali, tra cani e scimmie, tenuti nei laboratori in condizioni inaccettabili (spazi non adeguati e privi di elementi basilari, come una semplice cuccia per riposare) per essere sottoposti a sperimentazione con altissimi livelli di dolore e destinati infine a uccisioni non necessarie.
A sollevare il caso era stata la Lav tre anni fa quando aveva denunciato l’arrivo di un carico di diversi cani beagle presso l’Aptuit, multinazionale dal fatturato milionario, che effettua test su animali per conto di aziende farmaceutiche internazionali. Poiché l’utilizzo di cani e scimmie per fini sperimentali è concesso in deroga solo in specifiche circostanze dal Ministero della Salute, la Lav aveva depositato due denunce presso il Comune di Verona e i Carabinieri Forestali chiedendo di svolgere le dovute verifiche ed ha mobilitato l’opinione pubblica, organizzando una manifestazione nazionale e facendo approvare una mozione dal consiglio comunale per chiedere la liberazione dei cani utilizzati dall’azienda. Grazie a queste iniziative la procura aveva disposto accertamenti presso la sede della multinazionale che avevano portato ad aprile 2022 al sequestro di 7 cani beagle, di tutte le scimmie marmoset presenti al momento dell’ispezione e di 7 macachi di giava, oltre all’apertura delle indagini.
Una vittoria storica, ma che succede negli altri laboratori italiani?
“Il sequestro di 25 animali tra cani e scimmie a carico della più grande multinazionale che opera in ambito farmaceutico in Italia è una notizia storica: sono stati sottratti ad un destino di sofferenza all’interno di quelle mura, dove insieme a migliaia di cani e scimmie vengono sottoposti a iniezioni, prelievi, test di tossicità che portano a morte dopo lunghe agonie e impianti di sonde telemetriche – tutto all’oscuro dell’opinione pubblica e in condizioni inaccettabili” dichiara Valeria Albanese di Lav che aggiunge: “Stando alle risultanze delle indagini preliminari della Procura l’azienda non avrebbe rispettato nemmeno i criteri minimi di gestione degli animali previsti dalla legge, arrecando così gravi danni fisici e psicologici agli animali”.
“Se queste gravissime irregolarità sono state riscontrate in quella che viene considerata l’eccellenza nella ricerca farmaceutica, cosa sta succedendo adesso, in questo preciso istante, negli oltre 500 laboratori italiani? Abbiamo fiducia nelle autorità e ci auguriamo che questo sia l’inizio di un processo che porti anche alla luce ciò che fino ad ora è stato tenuto nascosto” ha concluso Gianluca Felicetti di Lav.