Pfas, lo studio: concentrazione cambia con dieta anche nei giovani, serve un monitoraggio su alimenti e bevante

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Uno studio pubblicato su Environment International ha verificato il collegamento tra tipo di dieta alimentare nei giovani ispanici negli Usa e la concentrazione di Pfas nel sangue. La richiesta di un monitoraggio pubblico su cibi e bevande

Uno studio pubblicato su Environment International ha verificato il collegamento tra tipo di dieta alimentare nei giovani ispanici negli Usa e la concentrazione di Pfas nel sangue. 

Lo studio

Per determinare se l’assunzione alimentare e le fonti alimentari fossero associate a cambiamenti nelle concentrazioni di Pfas nel sangue tra i giovani adulti ispanici a rischio di malattie metaboliche, dono stati inclusi prevalentemente giovani adulti ispanici rientranti in monitoraggi pubblici. I dati dietetici al basale sono stati raccolti utilizzando due richiami dietetici di 24 ore per misurare i singoli alimenti e il luogo in cui gli alimenti venivano preparati/consumati (casa/ristorante/fast-food). I Pfas sono stati misurati nel sangue.

Risultati

Un consumo maggiore di 1 porzione di tè è stato associato a PFHxS, PFHpS e PFNA più alti rispettivamente del 24,8%, 16,17% e 12,6% . Un consumo maggiore di un porzione di carne di maiale è stato associato a un PFOA più elevato del 13,4%. Associazioni simili per hot dog e carni lavorate.

La richiesta

I risultati suggeriscono che le abitudini di consumo delle bevande e la preparazione del cibo sono associate a differenze nei livelli di Pfas nei giovani adulti. Ciò evidenzia l’importanza della dieta nel determinare l’esposizione ai Pfas e la necessità di un monitoraggio pubblico di alimenti e bevande per la contaminazione da Pfas.