Basmati, thai e a chicco lungo: il test francese sul riso trova pesticidi in un terzo dei prodotti

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Il magazine francese “60 millions de consommateurs” ha portato in laboratorio 40 confezioni di riso basmati, thai e camargue, trovando in alcuni casi tracce pesticidi genotossici . Tra i testati anche Lidl, Carrefour e Bean’s

Il magazine francese “60 millions de consommateurs” ha portato in laboratorio 40 confezioni di riso basmati, thai,a chicco lungo e camargue, trovando in alcuni casi tracce di arsenico. Tra i testati anche Lidl, Carrefour e Uncle Bean’s.

Pesticidi in un terzo del campione

“Nel 2021, avevamo condotto una serie di analisi su una ventina di risi, biologici e convenzionali, e mostrato la presenza di numerosi residui chimici, soprattutto nei prodotti “premier prix”. È ancora così oggi?” si domanda 60 millions de consommateurs, che spiega come nelle nuovo test siano stati trovati residui di pesticidi in quindici prodotti, più di un terzo del campione. In totale, sono state rilevate nove sostanze diverse. Buona notizia: nessuna di esse supera il suo limite massimo di residui… quando esiste. La Commissione europea fissa una soglia da non superare, la “limite massimo regolamentare” (LMR) espressa in mg di residuo per kg di alimento. Tutte le sostanze rilevate sono nei limiti.

Riso basmati non bio, il più contaminato

“Tra le molecole cercate in questo studio, il butossido di piperonile non ha una LMR a causa della sua funzione di “sinergizzante” e non di pesticida. Serve a “potenziare” l’efficacia di un composto attivo e, quindi, a limitarne l’uso. Fino ad ora, nessuno studio ha dimostrato un rischio reale dal suo uso… ma questo sta crescendo: ne sono testimoni la sua presenza in 13 referenze del panel”,  scrive il magazine francese. I risi basmati, tranne quelli biologici, sono i più contaminati. Delphine Marie-Vivien, ricercatrice al Cirad, spiega: “Per l’India, principale paese produttore insieme al Pakistan, il riso basmati rappresenta un prodotto molto redditizio. Quindici anni fa, i produttori hanno aggiunto varietà più produttive e spinto verso una rizicoltura più intensiva e che fa uso di pesticidi.”

I due principi potenzialmente cancerogeni

In coda alla classifica, quattro confezioni si ritrovano con due o tre residui di pesticidi diversi, tra cui due considerati a rischio per la salute umana: il tebuconazolo, un fungicida e regolatore della crescita delle piante, e la cipermetrina, un potente insetticida che, sul riso, serve a combattere gli insetti che pungono il fusto e succhiano la linfa. Secondo l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (Anses) e l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) li hanno entrambi classificati come “potenzialmente cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione” o CMR. Il tebuconazolo è stato trovato in tre prodotti (Ben’s, Vivien Paille e Saint Éloi) e cipermetrina nelle referenze Vivien Paille e U.

Isoprotiolano, vietato… ma non come residuo

Un altro pesticida, l’isoprothiolano, identificato in tre prodotti (Bon-ri, Saint Eloi e Ben’s), è soggetto a una strana regolamentazione: è vietato nell’Unione europea, ma i suoi residui sono autorizzati nei prodotti alimentari. “In altre parole, si proteggono gli agricoltori e la vegetazione del nostro continente, ma non quelli di altre zone del mondo, dove queste sostanze continuano ad essere utilizzate…” commenta 60 millions de consommateurs.

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Anche i risi a chicco lungo presentano residui

Altra famiglia colpita dai pesticidi, quattro risi a chicco lungo su nove presentano residui. Il riso Pouce d’Auchan, conta quattro molecole diverse, di cui due presentano rischi per la salute umana e l’ambiente (quinclorac e cipermetrina).

Bene i camargue e i thai sui pesticidi

Al contrario,  ne escono bene i risi di Camargue e i risi thai, quasi esenti da contaminazioni chimiche. “Non è molto sorprendente”, osserva l’esperta. Le varietà di riso thai, o profumato, sono tradizionali, con potenziali di produttività limitati, quindi generalmente coltivate secondo metodi poco intensivi.”

L’arsenico inorganico

Solo l’arsenico inorganico, naturalmente presente nel terreno, crea problemi per la salute umana; per questo, non deve superare una soglia di 0,15 mg/kg per i risi lavorati (bianchi) e non parboiled, e di 0,25 mg/kg per i risi parboiled (incollati) e decorticati, come il riso semi-integrale. Secondo un rapporto pubblicato nel 2021 dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), il riso è uno dei principali alimenti vettori di questo metallo pesante, davanti ad altri cereali e all’acqua potabile. Semplicemente perché questa pianta assorbe l’arsenico dal suolo e dall’acqua d’irrigazione, talvolta fortemente inquinata a causa della mancanza di mezzi di trattamento.
Quasi tutti i campioni ne contengono, tranne tre risi basmati (Ben’s, Vivien Paille e Carrefour extra). Questa famiglia se la cava bene su questo criterio, con valori ampiamente al di sotto del limite regolamentare. I risi thai, al contrario mostrano in media il doppio di arsenico rispetto ai basmati: otto referenze su dieci oscillano tra 0,10 mg e 0,13 mg/kg, senza superare la soglia critica. “Difficile spiegare questa differenza, se non con la qualità delle acque della regione e la varietà del riso” commenta il magazine.

Camargue e a chicco lungo carichi di arsenico

Ma sono soprattutto i risi di Camargue, e ancora di più i risi a chicco lungo, che risultano – relativamente – carichi di arsenico. Ma tutte le concentrazioni rimangono nei limiti.

Le aflatossine

Un’altra categoria di sostanze problematiche, le aflatossine sono state cercate e quantificate nelle quaranta referenze Sono riconosciute come cancerogene e genotossiche. Nel test francese, anche se un quarto dei prodotti contiene tracce di aflatossine, principalmente nei risi basmati, si tratta di quantità molto basse, dell’ordine di pochi percentuali della soglia regolamentare. Quindi, non c’è alcun rischio per la salute.

I risi venduti anche in Italia

Tra i marchi venduti anche in Italia, bene il basmati Carrefour e il Lidl, male il Ben’s, ottimi voti anche per il Thai Carrefour, mentre tutti promossi tra i chicchi lunghi (Carrefour, Ben’s e Lidl)