La sinistra europea divisa sui nuovi Ogm

NUOVI OGM

Il 24 gennaio è previsto il voto della Commissione Ambiente sugli Ngt, i nuovi Ogm. L’obiettivo, su cui le destre comunitarie fanno fronte unito è evitare che vengano indicati in etichetta. Il gruppo socialista prende invece tempo e sembra spaccato

Uno degli ultimi atti sul futuro dell’agricoltura europea sarà probabilmente il voto, previsto il 24 gennaio prossimo, sui nuovi Ogm da parte della Commissione ambiente. Una tematica che sta dividendo soprattutto il gruppo socialista europeo, mentre vede schierata a favore degli Ngt la destra comunitaria.

Se il Partito Popolare Europeo (PPE), Renew, Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e Identità e Democrazia (ID), hanno già dichiarato un sostegno alle nuove regole, la sinistra appare dubbiosa e divisa.

Destra schierata per i nuovi Ogm

La relatrice Jessica Polfjärd del PPE sta guidando la proposta per una classificazione meno restrittiva degli NGT rispetto alle attuali normative sugli organismi geneticamente modificati del 1999. In sostanza l’obiettivo è che la presenza di questi organismi geneticamente modificati, seppure non da organismi vegetali o animali diversi, non sia obbligatoriamente dichiarata in etichetta. Un cavallo di Troia, assieme alla facilità di registrazione, per farli sbarcare sul mercato, rendendoli irriconoscibili.

La proposta di allentare le restrizioni sugli OGM del 1999 suscita timori sulla possibilità di modifiche imprecise e non controllate ai genomi delle piante, con conseguenze potenzialmente negative sulla sicurezza alimentare e sull’ambiente. E altrettanti sono i segnali dell’interesse delle grandi multinazionali in questo campo. Un recente rapporto del Centro Internazionale Crocevia, Ong che da più di trent’anni supporta i movimenti contadini in tutto il mondo, ha rivelato come Monsanto, Basf, Syngenta e Corteva si sono mosse in anticipo con 139 richieste di brevetto.

Il gruppo socialista prende tempo

Il gruppo S&D, ha annunciato in questi giorni la necessità di ulteriori discussioni interne prima di definire la propria posizione che, numeri alla mano, sarà determinante per il destino delle nuove regole. La sensazione è che all’interno ci sia una forte spaccatura. Da una parte chi, come il parlamentare socialista francese Christophe Cleargeau, relatore ombra sul dossier, ha chiesto di considerare le critiche dell’Anses, l’autorità sanitaria francese, che in un rapporto di dicembre ha messo in luce i criteri antiscientifici con cui l’esecutivo Ue ha classificato i nuovi Ogm. Dall’altra pezzi del partito socialista che invece sarebbero favorevoli a queste nuove tecniche di ingegneria genetica.

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E in Italia…

Il governo italiano si è dichiarato subito favorevole alla deregolamentazione dei nuovi Ogm insieme alla filiera agricolo-industriale.

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida  si era fatto portavoce di una politica di apertura a queste tecniche genomiche fin dai suoi esordi al dicastero ribattezzato della sovranità alimentare. Identità di vedute anche in Filiera Italia, l’associazione tra industria alimentare e Coldiretti che per bocca del suo amministratore delegato Luigi Scordamaglia li ha definiti “strumenti fondamentali per le future sfide di sostenibilità e la transizione verde”.