Un’operazione congiunta italo-spagnola, coordinata da Europol, ha portato alla scoperta di una rete di truffatori che nelle due nazioni miscelava olio lampante a quello extravergine e vendeva il tutto come Evo.
Europol, in collaborazione con la Guardia Civil spagnola e i Carabinieri italiani, ha svelato i contorni dell’Operazione Opson, un’indagine derivata che ha portato all’arresto di 11 individui e alla confisca di oltre 260.000 litri di olio d’oliva contraffatto.
Le tecniche di adulterazione
Gli individui ora in custodia sono accusati di utilizzare olio di tipo “lampante”, una variante di qualità infima, per diluire il loro prodotto e venderlo come olio d’oliva vergine o extravergine. Questa frode coinvolgeva la falsificazione di documenti per indurre in errore i consumatori. L’olio lampante, caratterizzato da un’acidità elevata, un sapore indesiderato e un odore sgradevole.
Operazioni in Spagna e Italia
In un’azione coordinata nota come Operazione Omegabad, le agenzie di polizia spagnole e italiane hanno effettuato perquisizioni in varie località . Sei sospetti sono stati interrogati nei pressi di Ciudad Real, dove le autorità hanno sequestrato 260.000 litri di olio adulterato conservato in 12 barili. Inoltre, sono stati confiscati quattro veicoli, €91.000 ($98.500) in contanti, e cruciali prove digitali e fisiche.
Tutto è partito dopo l’ispezione di un autocisterna di olio d’oliva a Manzanares, che ha portato la Guardia Civil alla scoperta di una rete coinvolta nella distribuzione di olio d’oliva adulterato anche in Italia.
Le ispezioni anche in Italia
L’Europol ha aggiunto che l’attenzione delle forze dell’ordine si è concentrata in Italia in Sicilia e Toscana. Gli investigatori hanno esaminato tre presunte fabbriche di olio, ottenendo documenti, elenchi clienti e campioni di olio. Una società è stata sanzionata per pratiche di etichettatura irregolari. In tutti i casi l’Europol non ha fatto i nomi delle società coinvolte.
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Condizioni ideali per pratiche fraudolente
Europol ha evidenziato vari fattori, quali l’aumento dei prezzi, la ridotta produzione di olio d’oliva e la crescente domanda, come un ambiente ideale per produttori fraudolenti. Mescolando olio d’oliva di qualità superiore con alternative di qualità inferiore, i criminali hanno offerto prezzi competitivi, infiltrandosi nelle catene di approvvigionamento legali. Questa manovra ingannevole pone rischi per la salute pubblica e erode la fiducia dei consumatori, generando più ampie ripercussioni economiche.
L’oro (finto) dell’extravergine
La frode dell’olio extravergine d’oliva è una preoccupazione persistente, riconosciuta come prioritaria per le forze dell’ordine, specialmente nei principali paesi produttori. Il recente rapporto della Rete di Allerta e Cooperazione dell’UE per il 2022 ha rivelato una diminuzione dei casi di frodi su grassi e oli rispetto all’anno precedente. Tuttavia, le violazioni legate agli standard di marketing, in particolare l’etichettatura impropria dell’olio d’oliva come extravergine, rimangono una sfida significativa identificata attraverso controlli ufficiali di mercato.