Il Parlamento apre la strada alla sperimentazione in campo per i nuovi Ogm. Le Commissioni Agricoltura e ambiente del Senato, con voto unanime, hanno approvato un emendamento al decreto siccità. Esultano Confagricoltura e Crea, protestano gli ambientalisti
Il Parlamento apre la strada alla sperimentazione in campo delle tecniche di evoluzione assistita (Tea), i cosiddetti nuovi Ogm. Le Commissioni Agricoltura e ambiente del Senato, con voto unanime, hanno infatt approvato un emendamento al decreto siccità. Esultano Confagricoltura e Crea, protestano gli ambientalisti.
Esulta il Crea…
Secondo Carlo Gaudio, presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea), “Per il mondo della ricerca, e per il Crea in particolare, l’approvazione della norma che autorizza la sperimentazione in campo delle produzioni ottenute mediante le tecniche di evoluzione assistita (Tea) rappresenta un momento decisivo, perché le attività di ricerca già svolte nei laboratori dei nostri Centri hanno dimostrato risultati straordinari che ora possiamo mettere “alla prova” in campo”, “La ricerca è vitale per il progresso, per l’innovazione e per lo sviluppo della conoscenza, e mai come ora in agricoltura, in uno scenario di cambiamenti climatici cosi preoccupante, l’innovazione genetica è indispensabile a garantire la competitività e la sostenibilità delle produzioni agricole nazionali”.
…e Confagricoltura
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “L’approvazione all’unanimità dell’emendamento al Dl Siccità sulle tecniche di evoluzione assistita è un grande passo avanti per la ricerca scientifica e per l’agricoltura, che mette fine a un lungo periodo di oscurantismo tecnologico. Tuttavia, senza un inquadramento europeo, le Tea resteranno a livello sperimentale”. “Ora – afferma Giansanti – è necessario lavorare per la presentazione della proposta di regolamento sulle tecniche genomiche da parte della Commissione UE, prevista per fine giugno, e per la successiva approvazione in tempi brevi da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, altrimenti si rischia di bloccare l’iter del dossier”. Eventuali slittamenti fermerebbero infatti la procedura di adozione per un ulteriore anno, in considerazione delle elezioni europee del 2024 per il nuovo Parlamento e dell’insediamento della Commissione. “Le tecniche di evoluzione assistita – aggiunge Confagricoltura – sono una risposta efficace all’emergenza climatica e alla richiesta di cibo, permettendo di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla popolazione in crescita”. Ma, a dire il vero, anche i vecchi Ogm erano stati presentati come una soluzione che avrebbe portato alla riduzione della chimica, e a decenni di distanza, le cose non sono affatto andate in quella direzione.
Crocevia: “Follia suicida”
La pensa così anche il Centro internazionale Crocevia che si occupa di sviluppo e sovranità alimentare, secondo cui è “Una follia suicida per un paese che dovrebbe andare verso l’agroecologia. Investire sui Tea non risolverà alcun problema di adattamento dell’agricoltura alla crisi climatica, ma ingrasserà le multinazionali che non aspettano altro che vendere nuovi Ogm brevettati. Il mondo della ricerca si spartisce con le imprese questa torta preparata a colpi di privatizzazione della biodiversità agricola, fingendo di ignorare le grossolane imprecisioni e mutazioni collaterali di queste biotecnologie. In Italia l’avidità assume i contorni della farsa, perché a noi resteranno le briciole: il Crea infatti, non ha competenze né soldi per sviluppare massivamente le Ngt. Eppure è tra i primi supporter di una loro deregulation”.
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Coalizione Italia libera da Ogm
Per le Associazioni della Coalizione Italia libera da Ogm, di cui Crocevia fa parte, il voto di questo emendamento è un vero autogol, con il pretesto dell’adattamento dell’agricoltura agli effetti del cambiamento climatico. Per l’ampia coalizione di associazioni, non fa altro che rafforzare un modello produttivo intensivo basato sull’illusione che la sola tecnologia possa risolvere i problemi causati dalle crisi ambientali di origine antropica. In realtà i nuovi OGM non sono altro che l’ennesimo strumento per rafforzare il potere di controllo e gestione delle filiere agroalimentari da parte delle multinazionali e delle potenti corporazioni agricole a danno degli agricoltori, oramai ridotti a bassa manovalanza funzionale per gli ingenti profitti di pochi.
“Il voto unanime del Parlamento italiano mette in evidenza un ‘pensiero unico’ autolesionista dei nostri decisori politici su cosa dovrebbe essere la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari, dimenticando le potenzialità ed opportunità offerte dall’agroecologia, che ha il ‘difetto’ di non garantire la concentrazione dei profitti nelle mani di pochi soggetti e di offrire agli agricoltori soluzioni economiche efficaci – spiegano le associazioni – Con questo voto l’Italia fa un passo verso l’abbandono della sua ventennale linea rigorosamente contraria agli OGM, aprendo ad una sperimentazione in campo che rappresenta la premessa per portare sulle tavole degli italiani cibo geneticamente modificato”.
La sentenza della Corte Ue ignorata
Il voto non prende in considerazione la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha equiparato le nuove biotecnologie agli Ogm, imponendo anche per queste tecniche la tracciabilità, l’etichettatura e la valutazione del rischio, ma ignora anche la recente presa di posizione di oltre 300 organizzazioni di tutto il mondo che hanno chiesto al commissario europeo Timmermans di non tentare alcuna accelerazione antidemocratica su un tema scientificamente e politicamente tanto controverso.
Questo emendamento al Decreto siccità condizionerà inevitabilmente la discussione delle proposte di legge che alcuni parlamentari avevano depositato sullo stesso tema ed anticipa qualsiasi pronunciamento della Commissione europea. La prospettiva di avere presto cibo OGM ‘made in Italy’ sulle nostre tavole non è accettabile: la Coalizione Italia Libera da OGM chiede lo stralcio dell’emendamento approvato dalle Commissioni dal testo finale, per un vero rispetto del principio di precauzione, dei diritti degli agricoltori e della sicurezza alimentare dei consumatori. La richiesta è rivolta a tutti i parlamentari, ma anche ai presidenti di Regione. Su questo tema, che riguarda i sistemi agrari di ogni Regione, gli Enti locali hanno il diritto di difendere il dettame costituzionale relativo ai loro poteri sulla politica agricola.