Generalmente si tende a pensare che le vene varicose siano un problema di natura prettamente estetica, ma la verità è che questo fenomeno può in realtà portare disagi più seri che non andrebbero sottovalutati.
Con il termine vene varicose (anche chiamate varici) si fa riferimento in linguaggio medico ad una dilatazione eccessiva delle vene, particolarmente per quanto riguarda gli arti inferiori. Nella maggior parte dei casi i vasi sanguigni spuntano evidenti e tortuosi a livello delle gambe, senza costituire un reale rischio per la salute del paziente. Possono, però, rappresentare un segnale di allarme che vale la pena approfondire, per non rischiare brutte sorprese. Ecco dunque un’analisi di questo fenomeno e l’indicazione dei rimedi e delle cure più adatti.
Cosa sono le vene varicose
Una vena viene definita varicosa quando è soggetta a una dilatazione. In condizioni normali, questo vaso sanguigno permette di trasportare il sangue dal basso verso l’alto, dai piedi fino ai polmoni, assicurando che venga ossigenato. All’interno di ogni vena sono presenti speciali valvole, che fanno sì che il sangue possa scorrere in un’unica direzione: i problemi, dunque, insorgono nel momento in cui la dilatazione della vena permette al sangue di tornare indietro. A livello esterno, questo fenomeno è evidente perché una vena dilatata risulta essere piuttosto antiestetica, ma non si tratta dell’unico problema: questa condizione, infatti, può condurre anche ad altre problematiche di salute che andrebbero analizzate con maggior attenzione.
Quali sono le cause del fenomeno
Uno degli elementi più delicati da prendere in considerazione è il fatto che le vene, contrariamente alle arterie, non vanno a irrorare di sangue i tessuti, ma lo trasportano dai tessuti al cuore: ciò significa che devono lavorare contro la forza di gravità. Affinché il sangue possa scorrere verso l’alto e, in parallelo, non tornare in basso, è necessario che le pareti di questi vasi sanguigni siano elastiche e che le loro valvole interne funzionino in modo adeguato. Se questo processo si dovesse in qualche modo interrompere, il sangue potrebbe ristagnare nelle vene non riuscendo a risalire verso il cuore. Ecco dunque in che modo si possono formare le varici.
Gli eventi descritti fino a questo punto possono manifestarsi con una frequenza maggiore in determinate condizioni. Le cause principali dietro alla comparsa delle vene varicose sono l’ereditarietà, lo stile di vita sedentario, le abitudini alimentari scorrette, il sovrappeso o la vera e propria obesità e l’obbligo di dover passare molte ore in piedi (per esempio per motivi di lavoro).
Anche la gravidanza, spesso, può portare le pazienti ad avere a che fare con le vene varicose. Il fenomeno si presenta in questi casi perché il volume del sangue materno tende ad aumentare per supportare il feto ma anche perché (soprattutto nelle ultime settimane immediatamente precedenti al parto) il peso dell’utero esercita un’importante pressione sugli arti inferiori. Un’altra causa piuttosto comune in questa delicata fase, a proposito, è l’equilibrio ormonale: non è un caso che il fenomeno tenda a risolversi da sé senza alcun supporto medico entro i primi 12 mesi dalla nascita del bambino.
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I fattori di rischio
Dopo aver visto le cause del fenomeno, è importante specificare anche che esiste, senza ombra di dubbio, un tipo di soggetti che più probabilmente saranno interessati da questo tipo di fenomeno. Le varici possono presentarsi in realtà nei uomini e nelle donne indistintamente, ma l’incidenza è molto più frequente negli individui di sesso femminile.
Generalmente, per quanto riguarda gli uomini questo problema di vene dilatate si presenta con una percentuale del 10/15%, mentre per le donne i numeri aumentano fino ad arrivare ad un tasso del 20/25%.
Esiste inoltre un altro elemento importante da prendere in considerazione, ovvero l’età. Proprio come qualunque altra patologia cardiovascolare, le varici si manifestano con maggior frequenza sugli arti delle persone più anziane. Il motivo in questo caso è abbastanza ovvio: con il passare degli anni, i tessuti diventano mano a mano meno elastici e tendono a cedere. Non è in ogni caso da escludere il caso in cui questa dilatazione dei vasi si presenti anche in individui più giovani.
Il problema principale è che solitamente questo fenomeno viene percepito solo come un mero difetto estetico e non come un disturbo funzionale.
I sintomi più comuni
Si è visto che il sintomo più frequente di questa condizione sono per l’appunto i vasi sanguigni ingrossati che spuntano in maniera evidente dagli arti.
La verità è che questo disturbo causa anche un’altra serie di problematiche: generalmente, i pazienti percepiscono una generale debolezza e un indolenzimento dell’arto, di solito a livello delle gambe (che sono la zona più colpita). Tra i problemi più comuni legati alle varici troviamo anche i crampi notturni, una fastidiosa sensazione di bruciore spesso legata al gonfiore, prurito diffuso nella zona dove è spuntata la varice e infine un forte dolore che si manifesta dopo essere rimasti a lungo in piedi o seduti nella medesima posizione.
Queste manifestazioni delle vene varicose sono soltanto alcuni dei disagi che il paziente potrebbe sperimentare. Si veda qui di seguito quali possono essere le altre conseguenze.
Complicazioni e conseguenze
Come anticipato, nella maggior parte dei casi questa condizione si risolve nel giro di qualche giorno o settimana, senza necessitare del supporto medico. Non è da escludere però la possibilità che i sintomi collegati citati in precedenza possano presentarsi spalmati su un periodo più prolungato, disturbando così la serenità del paziente (ad esempio impedendogli di dormire durante la notte).
Purtroppo però non finisce qui. A questo proposito Angelo Santoliquido, direttore dell’Unità operativa di angiologia e diagnostica vascolare non invasiva del Policlinico Gemelli di Roma, ha commentato in un’intervista a Starbene.it:
Una complicanza che si può avere, soprattutto in età avanzata, sono le ulcere. Se le vene non funzionano, il sangue stagna verso il basso. Quando ciò accade per periodi prolungati si crea un danno per la cute, per la parte interna della gamba. Le vene si possono curare, non necessariamente operare.
Come prevenire le varici
Non necessariamente è possibile prevenire l’insorgere di questo fenomeno sugli arti, che si può presentare in ogni caso, nonostante gli sforzi e gli accorgimenti messi in atto da parte del paziente. Tuttavia, è possibile giocare d’anticipo limitando il rischio della loro insorgenza con una serie di semplici accortezze, legate essenzialmente al proprio stile di vita. Abitudini quotidiane sane aiuteranno certamente il soggetto a minimizzare la possibilità che le vene si possano dilatare, senza contare ovviamente tutti gli altri ovvi benefici.
Svolgere quotidianamente un po’ di esercizio fisico è il primo importante passo per assicurarsi un corretto funzionamento del proprio sistema cardiocircolatorio. Non è necessario esagerare o compiere sforzi troppo elevati, basterà semplicemente fare una semplice passeggiata o avere l’accortezza di effettuare un numero minimo di passi al giorno. Grande attenzione andrebbe inoltre posta sulle abitudini alimentari: evitare cibi troppo grassi o troppo processati aiuterà il soggetto a non accumulare peso eccessivo che potrebbe esercitare una pressione eccessiva sugli arti inferiori; da un punto di vista alimentare, in aggiunta, è consigliabile ridurre le quantità di sale negli alimenti e aumentare l’apporto di fibre nella dieta.
Una particolare attenzione andrebbe riposta sull’utilizzo delle calzature: l’uso troppo frequente di tacchi alti potrebbe infatti avere un effetto deleterio sulle gambe. Per quanto possibile, infine, è fondamentale non passare troppo tempo fermi in piedi o seduti, per non rischiare di bloccare la circolazione.
Quando è necessario affidarsi a un medico
Il problema, come si è visto, non rappresenta un reale rischio per la salute del paziente. A volte però i dolori possono persistere e può dunque rivelarsi utile il consulto con un medico specializzato. Questo è il caso soprattutto quando il soggetto manifesta dolori costanti, nota un cambiamento del colore della pelle della gamba oppure presenta un eczema o un’ulcera nella zona sotto al ginocchio.
In questi casi il dottore consiglierà di sottoporsi a una ecografia duplex, utile per produrre un’immagine delle vene delle gambe che andrà ad evidenziare il flusso sanguigno e la presenza di eventuali valvole danneggiate da andare a trattare.
Solitamente (ma non è la regola) consiglierà anche l’utilizzo di calze a compressione: prima di prescrivere il loro utilizzo sarà infatti necessario sottoporre il paziente ad un esame, l’indagine Doppler, che andrà a controllare il flusso del sangue. In condizioni normali, questo strumento permette di comprimere le gambe, contribuendo così al regolare funzionamento della circolazione. Essendo più strette sulla caviglia e più larghe mano a mano che la gamba sale, contribuiscono a far fluire nella maniera corretta il sangue dal basso verso l’alto (cioè verso il cuore).
Di calze a compressione ne esistono di vari modelli e colori, più o meno adatti alle necessità di chi le andrà ad utilizzare. Si tratta di uno strumento che andrà indossato per tutto l’arco della giornata, da mattino a sera, evitando che la calza vada a stringere in maniera eccessiva la gamba. Questo tipo di calze rappresenta senza ombra di dubbio un elemento di disturbo con il calore della stagione estiva ma se si è alla ricerca del massimo beneficio è comunque buona norma indossarle.
Un’altra possibilità, infine, è rappresentata dalla terapia chirurgica. Nel caso in cui il problema non si dovesse risolvere l’esperto vascolare potrebbe a questo punto prescrivere l‘ablazione endotermica (dove le vene colpite vengono sigillate con il calore), la scleroterapia (che utilizza la schiuma per chiudere le vene interessate) o lo stripping, cioè l’eliminazione chirurgica delle varici.