Emorroidi, vene varicose, cellulite… Funziona davvero la diosmina?

EMORROIDI
Toilet paper with barbed wire on table. Hemorrhoids concept

La diosmina viene indicata come integratore o farmaco per trattare emorroidi, vene varicose, cellulite. Quanto è utile per davvero e quali controindicazioni comporta

 

La diosmina è un principio attivo contenuto in molti comuni integratori e farmaci per il trattamento di emorroidi e insufficienza venosa. Questa molecola di origine vegetale è reperibile in commercio in forma semisintetica, cioè modificata a partire dalla molecola di esperidina.

In principio viene estratta dagli agrumi, ma anche dalle piante Barosma betulina e Ruta graveolens.

Può essere molto utile per trattamenti e cure non invasive ma comporta anche dei rischi in caso di abuso nell’assunzione sia come integratore che farmaco, tanto è vero che l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) l’ha inserita nel Rapporto annuale Istisan, ossia nel Sistema informativo nazionale per la sorveglianza delle esposizioni pericolose e delle intossicazioni.

Vediamo a cosa serve e come renderla il più possibile efficace, smontando alcune convinzioni rispetto a dei benefici non ancora dimostrati dalla comunità scientifica, e ricordando che un’alimentazione equilibrata resta il più potente antinfiammatorio per un organismo sano.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

 

Che cos’è la diosmina

Partiamo dal fatto che si tratta di un bioflavonoide. I bioflavonoidi fanno parte di una grande famiglia composta di vegetali largamente impiegati per le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Alcuni flavonoidi sono utilizzati per proteggere e rinforzare il microcircolo e i capillari.

La diosmina è un ingrediente di integratori da assumere per via orale e si trova in commercio anche come farmaco o all’interno di prodotti a uso topico, come creme o gel da applicare direttamente sulla zona da trattare.

 

A cosa serve la diosmina

Come medicinale flebotropico in Italia e nei paesi membri europei viene concessa solo su prescrizione medica e utilizzata come vasoprotettore in tutte quelle patologie nella quale si evidenzia un deficit delle strutture dei vasi sanguigni, ad esempio nell’insufficienza venosa cronica, nella malattia emorroidaria acuta e cronica e come terapia adiuvante dopo l’emorroidectomia.

In Italia il farmaco è venduto dalla società farmaceutica Pharmaday Pharmaceutical con il nome commerciale di Venosmine e da altre società come medicinale equivalente, in particolare Daflon e Arvenum.

In alcuni casi viene proposta anche per ridurre il linfedema associato a interventi chirurgici per l’asportazione di tumori al seno e per evitare effetti tossici a carico del fegato.

Come integratore viene proposta soprattutto per trattare le emorroidi in virtù delle sue supposte proprietà antinfiammatorie. Inoltre ne viene suggerita l’assunzione per favorire la corretta funzionalità delle vene, ad esempio in caso di varici, stasi venosa agli arti inferiori ed emorragie gengivali o agli occhi.

Quindi, viene proposta per il trattamento di:

  • Emorroidi;
  • Vene varicose (per la sua azione antivaricosa);
  • Edemi;
  • Antinfiammatorio.

Ma la ritroviamo anche in creme per trattare la:

  • Cellulite;
  • Gambe gonfie.

 

Quali sono i benefici non dimostrati?

L’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) non ha approvato il claim proposto secondo cui la diosmina aiuterebbe a:

  • Mantenere una buona circolazione del sangue nelle vene;
  • Supporterebbe la funzionalità venosa;
  • Aiuterebbe a mantenere una buona circolazione del sangue nelle vene degli arti inferiori;
  • Proteggerebbe le vene dalle reazioni infiammatorie;
  • Rappresenterebbe un aiuto a supporto della forza delle vene.

Inoltre l’Efsa ha respinto anche i messaggi pubblicitari secondo cui l’assunzione di diosmina, associata a quella di altri flavonoidi (in particolare troxerutina ed esperidina), aiuterebbe a mantenere il tono venoso fisiologico e la permeabilità fisiologica di vene e capillari.

Quindi tutti i prodotti, in particolare integratori reclamizzati con i benefici sopraelencati, non vantano proprietà dimostrabili scientificamente. Servono per lo più a invogliare l’acquisto di prodotti con presunti e possibili benefici.

 

La diosmina previene l’Alzheimer?

A questa sostanza vengono attribuiti benefici anche per il trattamento dell’iperglicemia (per via di alcuni studi effettuati sui ratti diabetici). Inoltre, è stato anche ipotizzato che possa avere un ruolo nel trattamento di alcune malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer. In entrambe le patologie non ci sono conferme o studi sufficienti per sostenerlo. L’attività antinfiammatoria e antiapoptotica è stata dimostrata in vitro nelle cellule neuronali.

 

La diosmina va bene se assunta in breve tempo

Se assunto a breve termine per un periodo non superiore ai 3 mesi è considerato un principio attivo sicuro.

Invece, i trattamenti prolungati devono essere rigorosamente approvati dal proprio medico.

Fra i possibili effetti collaterali associati all’assunzione di diosmina sono inclusi dolori gastrici e addominali, diarrea e mal di testa.

La dose consigliata negli adulti è pari a 300 mg ogni 12 ore, a intervalli regolari.

In condizioni particolari (flebiti acute, crisi emorroidali, fragilità capillari acute con complicanze emorragiche) il medico può prescrivere un dosaggio doppio rispetto a quello usuale.

Una volta raggiunti i risultati desiderati, dopo un periodo di mantenimento di almeno 2 – 6 settimane, si può iniziare a diminuire la quantità di assunzione, fino al raggiungimento di una dose di mantenimento di 150 mg 2 volte al giorno.

 

I bambini possono prendere la diosmina?

I medici del Comitato scientifico di Pharmamedix avvertono: sulla base delle scarse informazioni disponibili in letteratura, l’uso della diosmina nei pazienti pediatrici non è raccomandato.

 

Le controindicazioni

In studi clinici di interazione è risultata inibire il metabolismo di alcuni farmaci comportando un aumento del loro picco plasmatico e dell’AUC. In particolare con Chlorzoxazone diclofenac, farmaci substrato della glicoproteina-P e metronidazolo.

In caso di associazione della diosmina con il warfarin occorre monitorare possibili segni e sintomi come cefalea riconducibili a emorragia intracranica.

In caso di intolleranza al fruttosio ne va esclusa l’assunzione, poiché contiene fruttosio fra gli eccipienti.

 

Si può prendere la diosmina in gravidanza?

I medici consigliano di non assumere diosmina durante la gravidanza e l’allattamento, a causa dell’assenza di informazioni sulla sicurezza del trattamento.

Tutti i flavonoidi in generale sono controindicati in gravidanza. Ci sono studi su animali che evidenziano possibili rischi di chiusura del dotto di Botallo, il vaso utile per la circolazione del sangue nel feto del bambino durante la crescita. Per questo si consiglia massima prudenza.

 

Cosa fare in caso di emorroidi durante la gravidanza?

Un medico o pediatra potrà consigliare l’acquisto e l’applicazione di creme o anestetici locali; tutti prodotti non rischiosi e da valutare con l’esperto.

Oltre a ciò, è sempre utile in questi casi adottare una dieta ricca di fibre, bere acqua e liquidi e svolgere attività motoria adatta durante la gravidanza.

 

Quali cibi fanno sgonfiare le emorroidi?

All’assunzione di integratori, per un soggetto sano è preferibile una dieta equilibrata. In caso di malattia emorroidaria è consigliabile mantenere una regolare attività intestinale.

Dunque, le indicazioni sono le seguenti:

  • Dieta equilibrata;
  • Sufficiente idratazione;
  • Consumo adeguato di fibre che facilitano il transito intestinale;
  • Cibi antinfiammatori;
  • Evitare troppi grassi (meglio non superare il 30% dell’apporto calorico giornaliero) o cibi idrogenati, alimenti confezionati, insaccati (sale e sodio trattengono i liquidi in questi casi utili), salse grasse;
  • Ridurre gli zuccheri semplici (fanno ingrassare e favoriscono la diarrea);
  • Evitare cibi e condimenti piccanti o speziati;
  • Niente alcolici o superalcolici;
  • Caffè o bevande con troppa caffeina, come gli energy drink, possono aggravare l’irritazione;
  • Limitare cibi cosiddetti stringenti (che provocano stipsi) come patate, carote, limoni, banane, riso.

 

Gli alimenti “amici” durante le emorroidi sono:

  • Verdura cruda o cotta, preferibilmente di stagione (almeno una porzione a pasto). Vanno benissimo quelle a foglia verde (broccoli, cavolfiori, verza, spinaci, bietola, etc.) e zucchine, melanzane, carciofi, da mangiare lessati o al vapore;
  • Vellutate di verdure e minestroni con spolverata di Grana o formaggi stagionati (con latte scremato) da utilizzare come condimento al posto del sale;
  • Cibi proteici e possibilmente biologici;
  • Frutta (sia cruda che cotta) come kiwi, pere e prugne (utili per regolarizzare l’intestino), mirtilli e frutti rossi (che contengono antocianine rafforzanti per le vene;
  • Frutta con buccia (ben lavata: sia con, che senza buccia);
  • Fibre come cereali (la crusca di frumento, quella di riso e il riso integrale aiutano ad aumentare l’apporto di fibre giornaliero);
  • Quindi legumi (sia passati che centrifugati);
  • Pesce;
  • Yogurt magro, latte fermentato e fermenti lattici;
  • Meglio l’olio d’oliva extravergine crudo per condire le pietanze.
  • Acqua oligominerale naturale.

 

Cibi che fanno bene alla circolazione

Per favorire la circolazione occorre praticare regolare attività fisica, adeguata ai propri bisogni con suggerimenti di un esperto.

E dare il giusto apporto di cibi antinfiammatori, erbe e tisane indicate. Ad esempio il tè verde è tra gli antiossidanti immancabili nelle diete ipocaloriche. Regola la pressione e migliora la circolazione. Va bene per chi soffre di colesterolemia.

La dieta mediterranea resta un potente antinfiammatorio poiché prevede:

  • Un elevato consumo di cereali grezzi, legumi, frutta e verdura;
  • Un esclusivo impiego di grassi insaturi, in particolare olio extravergine d’oliva;
  • Un moderato consumo di pesce, carne bianca e latte;
  • Un basso apporto di formaggi, uova, carni rosse, insaccati;
  • Un consumo solo occasionale di dolci e bevande zuccherate.