Cos’è il microblading, quali sono i possibili rischi

microblading

Tra i trattamenti estetici in voga, il microblading è un intervento volto a definire le sopracciglia molto folte. Un rimedio non senza controindicazioni

Lo scopo del microblading è donare un aspetto naturale alle sopracciglia in base alla forma del viso. Lo strumento utilizzato è una sorta di pennino la cui punta contiene 10-12 piccoli aghi, che disegnano tratti leggeri con un pigmento medico sullo strato dell’epidermide, creando segni che somiglino a peli fini e realistici. A differenza di un tatuaggio, il microblading lavora sullo strato più superficiale della pelle. Si tratta di un intervento semipermanente, che mediamente ha una durata di 18 mesi. Se eseguito erroneamente, però, potrebbe migrare nella pelle e aumentare la sua permanenza. Il trattamento è indicato in alcuni casi specifici:

  • sopracciglia poco folte e rade;
  • sopracciglia assenti, caso che può capitare in caso di alopecia;
  • sopracciglia asimmetriche;
  • presenza di deformazioni estetiche, come cicatrici;
  • persone con tricotillomania.

Quali rischi?

Come ogni trattamento estetico, anche il microblading non è esente da rischi. La prima preoccupazione riguarda la possibilità di allergia ai pigmenti, per cui il consiglio è di eseguire sempre un patch o uno scratch test prima di effettuare il trattamento, per verificare l’eventuale sensibilità. In alcune condizioni, poi, è sconsigliato effettuare questo tipo di trattamento estetico, ad esempio in gravidanza o durante l’allattamento, nonché durante cicli di chemioterapia. In questi casi, infatti, si è sottoposti maggiormente al rischio di contrarre infezioni.

Uno dei rischi più importanti, infatti, è sicuramente la possibile trasmissione di agenti patogeni, come infezioni batteriche e virali, specie quando non vengano rispettate le norme igieniche necessarie.

In seguito al trattamento, per evitare rischi, bisognerebbe tenere le sopracciglia lontane dalla luce solare diretta o dai lettini abbronzanti.

Controindicazioni

Sottoporsi ad un trattamento di microblading è poi sconsigliato in alcune circostanze, quali:

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  • pelle sensibile, irritata o infiammata;
  • pelle con dermatiti, eczemi o altre reazioni cutanee;
  • pelle con foruncoli e brufoli;
  • persone affette da diabete;
  • persone con disturbi del sangue;
  • persone affette da disturbi della circolazione;
  • persone affette da malattie autoimmuni;
  • persone affette da dermatite seborroica o dermatite atopica;
  • psoriasi o vitiligine, anche quando non colpiscono direttamente l’area interessata dal microblading.

Microblading sbagliato: che fare?

Purtroppo i casi di microblading sbagliato non sono così infrequenti. Gli errori potrebbero dipendere dall’esecutore o da fattori esterni, e riguardare:

  • l’applicazione del pigmento;
  • la forma data alle sopracciglia, non armoniosa con il volto;
  • utilizzo di pigmenti non idonei al cliente, ad esempio troppo scuri o troppo chiari;
  • migrazione del pigmento;
  • cambiamento di colore;
  • iperpigmentazione involontaria.

Nel caso in cui gli errori siano imputabili ad un esecutore inesperto, è possibile rimediare rivolgendosi ad un professionista che potrà porre rimedio agli sbagli commessi. In ogni caso, comunque, sarà necessario attendere che la pelle guarisca completamente. Qualora l’operazione di camuffamento non dovesse essere sufficiente, potrebbe rendersi necessario ricorrere alla sua rimozione, ad esempio con laser, processo per cui è bene rivolgersi al medico o ad un dermatologo.

Precauzioni

Certo è che prendere alcune precauzioni può minimizzare il rischio di effetti collaterali o errori nel trattamento. In primo luogo, è importante chiedere le credenziali del centro estetico e assicurarsi che sia preferibilmente medico-estetico. Ci si dovrà poi informare sulle norme igieniche e, quando possibile, valutare le foto di altri trattamenti realizzati. Considerata l’area interessata e l’importanza estetica delle sopracciglia, il consiglio è di investire in professionalità ed esperienza.