Vertigini nei bambini: come riconoscerle

vertigini

Alcuni bambini soffrono di vertigini ma, nella maggior parte dei casi, il problema si risolve in modo spontaneo. Solo rare condizioni devono destare preoccupazione. 

 

Le vertigini nei bambini rappresentano uno dei disturbi più frequenti, ma che spesso si risolvono spontaneamente. Tuttavia, il come riconoscerle è importante per l’eventuale terapia, o per cogliere segnali rispetto ad altre patologie o disturbi che possono essere affrontati in tempo. Inoltre, la sintomatologia è come un ventaglio di segni specifici o confondibili con altre condizioni tipiche dell’età o di malattie in corso. Ecco allora come comportarsi.

Come riconoscere le vertigini nei bambini

Gli esperti pediatri dell’Ospedale Bambino Gesù descrivono questa sensazione nel bambino come il capogiro, caratterizzata da instabilità, debolezza, svenimento. È un sintomo lamentato in molte condizioni e si può presentare con e senza vertigini. Senza, diviene fondamentale raccogliere altri segnali.

 

Cosa sono le vertigini

È importante cristallizzare il disturbo specifico. La vertigine colpisce l’equilibrio, e si manifesta con la sensazione che l’ambiente circostante ruoti intorno al corpo o che il corpo ruoti intorno all’ambiente.

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Essa deriva da una disfunzione a carico del sistema vestibolare (vestibolo e canali semicircolari) o del sistema nervoso centrale (tronco cerebrale, cervelletto e tratto vestibolospinale).

Inoltre, in alcuni casi, è accompagnata dai nistagmi, ossia scosse rapide degli occhi.

Le cause più frequenti includono emicrania ed equivalenti emicranici (vertigini parossistiche benigne dell’infanzia, cinetosi), traumi cranici e malattie dell’orecchio medio (versamento o infezione).

Quelle in età pediatrica non sono condizioni gravi. Tra queste, le vertigini parossistiche benigne (40% dei casi) e l’emicrania vestibolare (18% dei casi) sono le più frequenti. Entrambe queste situazioni sono collegate a una malattia che si chiama emicrania.

Si possono manifestare nel 15-20% dei bambini in età scolare.

In molte condizioni si presentano senza disfunzione vestibolare (pseudovertigine).

Questa sensazione di spostamento del corpo rispetto all’ambiente o dell’ambiente rispetto al corpo si manifesta in forme specifiche.

Vediamo quali e come riconoscerle.

 

Quando è una vertigine parossistica benigna dell’infanzia

Questa tipologia è la causa più frequente nei bambini ed è caratterizzata principalmente da brevi e ricorrenti attacchi di vertigine intensa e incapacità di mantenere la posizione del proprio corpo e l’equilibrio (instabilità posturale), associati ad altri sintomi, quali:

·       Spavento;

·       Nistagmo;

·       Nausea;

·       Vomito;

·       Pallore cutaneo.

I genitori possono notare che il bambino con un attacco di vertigini tenderà a cercare un sostegno per non cadere.

Queste crisi si verificano senza preavviso, senza un’evidente causa scatenante, e si risolvono spontaneamente dopo un intervallo di tempo che può variare da pochi minuti a diverse ore. Possono presentarsi in grappoli per più giorni consecutivi in bambini per il resto assolutamente sani.

Questa forma si manifesta nei bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni, ma si può osservare anche in età successive. In genere i casi presentano una storia familiare di emicrania e un esame neurologico completamente normale tra i vari attacchi.

Tendono a sparire con la crescita, ma i piccoli che ne hanno sofferto possono con il tempo presentare cefalea con caratteristiche emicraniche, anche molti anni dopo la risoluzione delle vertigini.

Quando è emicrania vestibolare

Questo problema invece si presenta in genere nella seconda infanzia (tra i 7 e 12 anni) o negli adolescenti. Gli episodi hanno caratteristiche ben precise:

·       Si manifestano con vertigini di intensità medio-forte, tale da interferire o impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane;

·       Hanno durata tra 5 minuti e 72 ore e carattere continuo, con falsa sensazione di essere in movimento o che l’ambiente circostante stia ondeggiando;

·       Prevedono anche sintomi di mal di testa con caratteristiche emicraniche, quali: episodi di cefalea intensa, con associati fastidi per luci e rumori, nausea o vomito.

 

Quando è neurite vestibolare

In questo caso si tratta di un processo infiammatorio acuto che colpisce il nervo vestibolare (nervo acustico) e si manifesta con:

·       Comparsa improvvisa di vertigini rotatorie;

·       Nistagmo spontaneo a direzione fissa (movimenti oculari orizzontali o rotatori);

·       Difficoltà nell’equilibrio;

·       Nausea e vomito.

Generalmente la neurite vestibolare è associata ad una recente infezione virale e rappresenta tra il 10 e il 13% dei casi di vertigine pediatrica.

Quando è vertigine posizionale benigna

Questo tipo di vertigine sopraggiunge improvvisamente. Il nome posizionale indica che le vertigini vengono avvertite quando si cambia posizione, a seguito di alcuni movimenti della testa.

Spesso si verifica al mattino quando ci si alza dal letto, la sera andando a dormire in cui si assume una posizione distesa oppure girando la testa sul cuscino, oppure chinandosi per raccogliere qualcosa.

Il problema compare quotidianamente, in modo costante, a seguito di movimenti del capo e provocando una lieve instabilità.

Quando si verifica, la vertigine è molto intensa, dà la sensazione che ci si stia muovendo e che anche l’ambiente circostante ruoti.

Dura pochi secondi, al massimo pochi minuti, ma è violenta ed è caratterizzata da un andamento prima crescente e poi decrescente.

Può essere accompagnata da movimenti involontari e anomali degli occhi, i nistagmi.

Altri sintomi associati alla vertigine possono essere:

·       Nausea;

·       Vomito;

·       Tachicardia;

·       Sudorazione.

Il meccanismo è la presenza di cristalli di carbonato di calcio (chiamati otoliti) nell’orecchio interno.

In età pediatrica è poco comune ed è solitamente correlata a un recente trauma cranico nelle precedenti 24-48 ore (incidenti domestici, sport, infortuni scolastici).

Quando è torcicollo dell’infanzia

È chiamato torcicollo parossistico, ed è una condizione benigna e autolimitante, caratterizzata da episodi ricorrenti di inclinazione della testa spesso accompagnati da vomito, pallore, irritabilità, atassia o sonnolenza che di solito si manifesta nei primi mesi di vita.

Gli attacchi individuali solitamente durano ore ma occasionalmente anche giorni.

Tendono a presentarsi meno frequentemente man mano che il bambino cresce e scompaiono nella maggior parte dei casi entro i 5 anni di età.

La patogenesi di questa condizione non è nota, tanto da essere considerata un “equivalente all’emicrania”.

 

Perché è importante riconoscere cause e sintomi

Nella maggior parte dei casi, quando il problema riguarda i bambini tende a risolversi in maniera spontanea. Tuttavia è importante cogliere i segnali, poiché la scelta della terapia dipende dalla forma di vertigine di cui soffre il piccolo.

Il medico neurologo, infatti, dovrebbe ricevere tutte le informazioni utili per un’attenta raccolta della storia e su una visita neurologica altrettanto accurata.

Per una ricostruzione dettagliata è importante riconoscere eventuali cause scatenanti e fattori associati, quali, ad esempio:

·       Movimento;

·       Nistagmo o cambi di posizione (in questo caso è utili consultare un otorinolaringoiatra o effettuare una elettronistagmografia);

·       Posizione della testa;

·       Traumi, fratture, colpo di frusta;

·       Infezioni dell’orecchio medio;

·       Viaggio in auto, barca o aereo;

·       L’eventuale presenza di storia di cefalea nel paziente o nei famigliari.

 

Quando i sintomi non sono chiari

Nei bambini più piccoli, che non riescono a descrivere i sintomi, una storia di disturbo dell’andatura o nistagmo, possono orientare verso le vertigini. Sulla base di queste prime valutazioni viene in genere stabilita la necessità di eventuali esami strumentali.

 

Quando i sintomi sono frequenti

La natura ricorrente delle vertigini di solito indirizza il medico verso una diagnosi di emicrania o equivalenti emicranici.

I bambini e gli adolescenti con emicrania vestibolare andrebbero indirizzati al neurologo (preferibilmente un centro pediatrico per le cefalee) per impostare un’eventuale terapia e per i successivi controlli.

 

Quando le vertigini sono sporadiche

In caso di episodi sporadici, è molto probabile che si tratti invece di vertigine parossistica benigna, che quasi sempre si risolve in modo spontaneo con la crescita.

La diagnosi di vertigine posizionale benigna si effettua osservando la comparsa di nistagmo, quindi dei movimenti oculari, durante la visita neurologica.

 

Quando preoccuparsi

Se nausea e vomito sono sintomi aspecifici, accompagnati da vertigini più severe, il medico dovrà prescrivere ulteriori accertamenti per escludere che possa trattarsi di tumori o patologie più serie.

Anche l’età del paziente è importante per indirizzare la diagnosi differenziale. I bambini con meno di 5 anni presentano tipicamente otite media complicata, vertigine parossistica benigna o, raramente, torcicollo parossistico dell’infanzia.

La causa più comune di capogiri nei bambini in età prescolare e in età scolare resta la vertigine parossistica benigna. Mentre ai bambini di età pari o superiore a 13 anni viene più comunemente diagnosticata un’emicrania vestibolare.

I bambini di età inferiore a 10 anni hanno raramente la sclerosi multipla o la malattia di Ménière, un disturbo caratterizzato da attacchi ricorrenti di vertigini invalidanti, perdita dell’udito fluttuante (nelle frequenze più basse) e rumore nell’orecchio (tinnito).

 

Come dovrebbero comportarsi i genitori

Durante gli episodi di vertigine è importante tranquillizzare il bambino che può trovare beneficio nel riposo.

Si rivelano utili cambiamenti nei comportamenti e nello stile di vita soprattutto allo scopo di evitare le posizioni o i movimenti che scatenano le crisi di vertigine.

La neurite vestibolare viene curata con farmaci che servono a controllare il vomito e cortisonici per brevi periodi.

Quando sono in causa infezioni dell’orecchio, si rende necessario il ricorso agli antibiotici e agli antistaminici.