Bonus colonnine elettriche ai nastri di partenza

BONUS COLONNINE ELETTRICHE

Cosa sappiamo del bonus colonnine elettriche che nella formulazione rinnovata del governo dovrebbe prendere il via tra poche settimane. Come funziona, le agevolazioni previste, le tempistiche e i costi da sostenere

Nel decreto Milleproroghe è stato esteso il bonus dell’80% per l’installazione di colonnine elettriche anche alle spese sostenute nel 2023 e nel 2024, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Su questi argomenti il governo, lo scorso 4 agosto, aveva adottato un provvedimento ad hoc che prevedeva delle modifiche agli incentivi auto statali in linea con l’obiettivo della transizione ecologica e, più di recente, è stata sbloccata la questione relativa agli incentivi per le colonnine di ricarica. Con questo decreto attuativo vengono fissate le regole e i requisiti previsti per l’installazione delle colonnine elettriche nelle case private e nei condomini, con sconti fino all’80% sulla spesa prevista.

Il bonus colonnine elettriche

Il bonus colonnine elettriche, noto anche come  bonus wall box, prevede, come detto, un contributo pari all’80% del prezzo sostenuto dai cittadini per l’acquisto e la posa in opera dei dispositivi utili a ricaricare di energia le batterie dei veicoli. La misura, secondo quelli che erano i piani iniziali, sarebbe dovuta partire lo scorso 31 dicembre, ma il cambio di governo ha, di fatto, rallentato questo iter, con il decreto attuativo che è arrivato solo nelle ultime settimane. A sostegno degli incentivi sono stati stanziati 40 milioni di euro, con il governo guidato da Giorgia Meloni che ha, seppur in ritardo, esteso gli sconti a tutto il 2023 e al 2024. Una particolarità del bonus colonnine elettriche è che i contributi verranno erogati direttamente dal ministero dello Sviluppo economico, Mise, e non nella forma della detrazione fiscale come invece avviene per tante altre misure simili, ivi compreso il bonus colonnine elettriche 2021.

Come funziona il bonus

Cerchiamo di comprendere qual è il funzionamento del bonus e cosa prevede la normativa. L’articolo 1 comma 1 lettera a) del Dpcm del 4 agosto 2022 prevedeva che nell’anno in corso venisse riconosciuto un contributo pari all’80% del prezzo di acquisto e posa in opera, nel limite massimo di 1.500 euro per persona fisica richiedente per l’acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica da parte di utenti domestici. Tale incentivo arrivava ad 8.000 euro nel caso di acquisto di infrastrutture di ricarica condominiali messe in opera sulle parti comuni degli edifici condominiali. Questo sconto era riservato soltanto agli acquisti effettuati tra il 4 ottobre e il 31 dicembre 2022 e si rivolgeva ad infrastrutture di potenza standard, ovvero minori di 22 kW. Il procedimento, tuttavia, ha rischiato di non vedere mai attuazione mancando, fino a poco tempo fa, il decreto direttoriale del Mise. Alla situazione si è posta soluzione grazie al decreto Milleproroghe che, all’articolo 12 comma 3 ha esteso la misura per ulteriori due anni. Questo vuol dire che i cittadini avranno modo di chiedere gli incentivi:

  • fino al 31 dicembre 2023 per la prima annualità;
  • fino al 31 dicembre 2024 per la seconda annualità.

Le richieste di sconto potrebbero chiudersi prima in caso di esaurimento dei fondi destinati alla misura che, ricordiamo, ammontano a 40 milioni di euro per ciascun anno. Il percorso del bonus, fin qui per nulla lineare, proseguirà ora con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto Milleproroghe e la successiva emanazione del decreto attuativo. Stando a quanto trapelato, dovrebbero volerci circa un paio di settimane dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta. Solo dopo tale ultimo passaggio i cittadini potranno presentare le proprie richieste. Il bonus dovrebbe concretizzarsi in un rimborso che dovrebbe essere erogato direttamente dal ministero dello Sviluppo economico tramite bonifico sul conto corrente del contribuente o del condominio. Ad essere rimborsati dovrebbero essere gli acquisti di colonnine elettriche effettuate a partire dal 4 ottobre 2022, ovvero dalla data di entrata in vigore della norma che ha introdotto il bonus.

Le modifiche rispetto al vecchio bonus colonnine elettriche

Il nuovo bonus colonnine elettriche segna un netto distacco rispetto al precedente che permetteva sì una spesa fino ad un massimo di 3mila, ma concedeva una detrazione massima del 50%. Nella nuova versione, invece, la spesa massima dei privati cittadini risarcibile è di 1500 euro, ma in detrazione è possibile portare l’80% di quanto si è speso per le colonnine elettriche di ricarica auto. Sono questi i motivi che spingono a definire come rafforzato il nuovo bonus colonnine elettriche. Quest’ultimo, inoltre, può essere sommato alla differente agevolazione correlata all’installazione di colonnine di ricarica presso le abitazioni prevista dal superbonus 110% che, si ricorda, prevede che vengano compiute anche delle opere edili all’edificio. In tale scenario l’intervento di installazione delle colonnine consente di fruire della detrazione al 110%.

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Gli obiettivi degli interventi

Il bonus colonnine elettriche rientra nel più ampio spettro delle misure pensate dal governo italiano per incentivare il processo di transizione ecologica verso forme di mobilità alternative e meno inquinanti rispetto alle attuali. Inoltre, la scelta di puntare sulle auto elettriche si inserisce nell’ottica di quanto indicato dalle istituzioni Ue negli ultimi mesi. Il Parlamento europeo, infatti, lo scorso 8 giugno ha approvato il bando alle endotermiche dal 2035 nell’ambito del pacchetto “Fit for 55” del Green Deal europeo. Questo vuol dire che in Europa dal 31 dicembre 2035 si assisterà allo stop totale delle automobili a diesel e benzina in favore proprio dei veicoli elettrici. Un cambio di passo netto e deciso che richiede, evidentemente, degli interventi e degli aiuti statali per agevolare il passaggio ai cittadini. L’Italia, dal canto suo, ha già avviato da tempo un processo di transizione verso i mezzi elettrici e anche in merito all’installazione di colonnine di ricarica vanta un ruolo sicuramente positivo rispetto ad altri paesi. Stando agli ultimi dati resi disponibili dall’analisi Acea, Associazione europea dei costruttori di automobili, l’Italia sarebbe al quinto posto in Europa per numero di installazioni. Viene da sé che con ulteriori e più massicci incentivi, la presenza delle colonnine elettriche potrà solo che aumentare.

Quanto costa una colonnina elettrica

Appreso delle imminenti agevolazioni e degli obiettivi di ampio raggio cui mira l’Italia con l’installazione delle colonnine di carica elettrica dei veicoli, proviamo ora a capire quali sono le spese richieste per questo tipo di attività. Quanto costa installare una colonnina elettrica? A tal proposito è bene da subito dire che le colonnine che si andranno ad inserire dovranno rispettare dei parametri di sicurezza prevista dalla legge, ma per la loro applicazione non sono previsti specifici permessi o autorizzazioni. Solo per quanto riguarda le colonnine condominiali è necessario che vi sia l’assenso all’installazione da parte dell’assemblea di condominio. Per quanto riguarda le spese, invece, queste interessano principalmente:

  • le opere murarie,
  • i lavori di installazione.

Volendo stimare una cifra per questo tipo di interventi, è possibile dire che questa si aggira generalmente intorno ai 3.500 euro. Va da sé, inoltre, che l’installazione delle colonnine di ricarica richieda nel luogo della posa anche delle modifiche non trascurabili della potenza del contatore e che queste incideranno in maniera netta sui consumi. I dispositivi ad uso domestico possono essere divisi in due categorie che risentono della differenti potenze. Più nello specifico troviamo:

  • dispositivi slow a carica lenta, i quali hanno una potenza che va dai 3 kW ai 22 kW. Questi si interfacciano generalmente con un caricatore direttamente integrato alla macchina che gestisce la corrente alternata ricevuta e la trasforma in corrente continua;
  • sistemi di ricarica fast, contraddistinti da una potenza che va oltre i 22 kW e dal fatto che caricano direttamente la batteria della macchina senza bisogno di alcun ausilio per trasformare e distribuire la corrente ricevuta.

Nel caso della prima categoria si fa riferimento soprattutto alle wallbox, ovvero alle stazioni a parete che hanno una potenza che oscilla tra i 3 kw e i 7,5 kW. Queste vengono solitamente utilizzate per la ricarica di una sola auto e sono la soluzione più economica attualmente presente sul mercato. I costi per l’installazione di una wallbox a ricarica lenta oscillano  tra i 900 euro e i 1.500 euro, anche se non è raro trovare delle soluzioni ancora più economiche, intorno ai 700 euro.

Quando si parla, invece, dei sistemi di ricarica a maggiore potenza si fa riferimento alle colonnine elettriche. Questi dispositivi sono studiati per ricaricare più veicoli contemporaneamente, potendo contare sulla loro maggiore potenza. Tali macchinari, nella loro versione base con monopresa e potenza di 11 kW, hanno in media un costo compreso tra i 700 e i 1.300 euro + Iva. Per una colonnina con due punti di ricarica, invece, il prezzo sale tra i 2.000 e i 4.000 euro + Iva.