Perché portare in tavola la barbabietola rossa

barbabietola

La barbabietola rossa è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Chenopodiaceae che ha diversi tipi di benefici ma anche qualche controindicazione che vale la pena approfondire.

Il suo nome scientifico è Beta vulgaris (o rapa forma rubra) ma tutti la conoscono con il nome “volgare” di barbabietola rossa. Si tratta di un vegetale gustoso e molto versatile, di cui si mangia la radice e che è possibile utilizzare in un’ampia serie di preparazioni diverse e adatte a tutti i gusti.

Contrariamente ad altri alimenti come per esempio i pomodori e il mais, la bietola rossa è originaria dell’Europa e di alcune zone dell’Africa e cresce naturalmente in tutta l’area mediterranea (ci sono, tra l’altro prove storiche di coltivazioni che risalgono all’età degli antichi Greci).

Le proprietà della barbabietola rossa

L’alimento, come d’altra parte la maggioranza dei prodotti di origine vegetale, rappresenta un’ottima fonte di nutrienti sani, a fronte di un apporto calorico decisamente limitato (circa 19 kcal per 100 grammi, davvero poche). Qui sotto i suoi valori nutrizionali per un etto di prodotto crudo

  • 91,3 g di acqua
  • 1,1 g di proteine
  • tracce di lipidi
  • 0 mg colesterolo
  • 4 g di carboidrati
  • 4 g di zuccheri solubili
  • 2,6 g di fibra totale
  • 84 mg di sodio
  • 300 mg di potassio
  • 0,04 mg di ferro
  • 20 mg di calcio
  • 21 mg di fosforo
  • 0,03 mg di tiamina (vitamina B1)
  • 0,02 mg di riboflavina (vitamina B2)
  • 0,2 mg di niacina (vitamina B3 o vitamina PP)
  • 7 mg di vitamina C

Molto importante, inoltre, la presenza degli antociani e dei flavonoidi: i primi sono pigmenti vegetali idrosolubili con capacità antiossidanti; i secondi invece sono composti fenolici (con proprietà simili agli antociani).

Il perché del suo colore acceso

Si tratta senza ombra di dubbio di uno dei prodotti dell’orto con le tonalità cromatiche più distinguibili e accese (non è ovviamente un caso che venga chiamato anche carota rossa o barba rossa)

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Qual è il motivo dietro a questa sfumatura così intensa? La risposta a questa domanda è da ritrovarsi in una sostanza chiamata betanina, un glicosilide molto utilizzato nell’industria come colorante naturale per svariati prodotti da forno e per produrre pasta. Il pigmento, tra le altre cose, è stato ampiamente utilizzato anche nell’industria tessile per tingere svariati capi d’abbigliamento.

Dove e come viene coltivata

Questa verdura cresce senza problemi nei climi temperati e continentali (particolarmente in quelli piuttosto umidi) come il nostro. La pianta presenta inoltre una certa resistenza al freddo, nonostante la sua crescita si arresti quando le temperature esterne scendono sotto ai 5 gradi.

Di norma,  cresce bene su un terreno piuttosto neutro o poco alcalino (meglio ancora se il suo pH non supera i 7,5). La semina solitamente inizia nel corso della primavera, tra il mese di marzo e quello di giugno, nonostante si possa seminarla fino ai primi di ottobre.

Risulterà molto importante che le piante seminate siano distanti fra loro (in un terreno costantemente umido) e che siano posizionate a non meno di 20 cm le une dalle altre: questo aiuterà le loro radici ad avere tutto lo spazio adeguato per svilupparsi.

A distanza di due o tre mesi dalla semina sarà possibile raccogliere la verdura: a seconda del grado di tenerezza delle radici che si punta ad ottenere si potrà prelevare le bietole dal terreno più o meno giovani. Per la conservazione è consigliabile adagiarle in cassette coperte e riposte in un luogo fresco e ombroso.

Chi sceglie di coltivare questo tipo di ortaggio, infine, deve essere consapevole dei possibili rischi nei quali potrebbe incorrere: proprio come molti altri prodotti della terra, anche questi ortaggi dal colore rosso acceso possono essere interessati da malattie come la peronospora, la cercosporiosi o l’oidio e possono essere attaccate da parassiti e animali come il grillotalpa e gli afidi.

Proprietà e benefici

Si tratta di un vegetale che ha numerosi effetti benefici sul nostro organismo, con particolare riferimento agli stati influenzali e alle sua capacità remineralizzanti e ricostituenti.

Questa radice può vantare tali caratteristiche soprattutto in funzione della grande quantità di sali minerali e vitamine contenuti al suo interno. Come gran parte dei prodotti vegetali, inoltre, vanta elevati livelli di acqua e fibre che garantiscono proprietà depurative e digestive.

Sembra inoltre che determinati tipi di composti chimici inclusi al suo interno abbiano la capacità di revitalizzare i globuli rossi del nostro sangue: ecco perché, proprio da questo punto di vista, il loro consumo può rivelarsi molto prezioso per chi soffre di anemia.

Tutte le caratteristiche fino a qui elencate si preserveranno al 100% solo se il prodotto verrà consumato crudo, gratinato o appena stufato. Per poter trarne i maggiori benefici possibili, al contrario, è sconsigliabile sottoporre la bietola rossa ad una cottura troppo prolungata.

Esistono anche controindicazioni?

Come per qualunque altro tipo di alimento per essere sicuri di non abusarne sarebbe consigliabile non soltanto applicare il buon senso ma anche affidarsi ai consigli di un medico esperto e/o di un nutrizionista che possano aiutare il paziente a dirigersi verso un’assunzione responsabile del prodotto, segnalando eventuali allergie ad esso tramite test specifici.

Per il resto, come unica controindicazione vale la pena segnalare che questo tipo di ortaggio non dovrebbe essere consumato, per quanto possibile, da chi soffre di calcolosi renale, che comporta la formazione di dolorosi cristalli urinari: questo tipo di raccomandazione è ovviamente legata all’ingente quantità di ossalati e sali minerali al suo interno.

Tale alimento, inoltre, tende a stimolare la produzione di succhi gastrici: da questo punto di vista è dunque sconsigliata a chi soffre di acidità di stomaco.

Non si segnalano, infine, particolari problemi legati all’assunzione di questo vegetale insieme ad altri prodotti e/o farmaci di sorta.

Cruda o cotta? Ecco i possibili utilizzi dell’ortaggio

Come anticipato, questo nutriente alimento può risultare molto indicato per una dieta sana ed equilibrata e può essere consumato crudo o cotto a seconda delle proprie preferenze e di quanto si sia interessati a preservarne tutte le sue preziose caratteristiche.

L’alimento va prima di tutto curato e pulito. Quest’operazione è piuttosto semplice: basterà infatti tagliare le radici, lavando con cura ogni barbabietola posizionandola successivamente all’interno di una ciotola piena d’acqua pulita, lasciandola così in ammollo per eliminare eventuali residui di terra rimasti attaccati.

Se si predilige la sua versione a crudo basterà a questo punto tagliarla a fette sottili o eventualmente grattugiarla, condendola con un filo di olio e/o sale e limone a piacere. In questo formato risulterà essere il piacevole e originale complemento per una ricca e sana insalata.

Se al contrario si preferisce consumare il prodotto cotto sarà necessario riempire una pentola d’acqua salata bollente e versare le verdure lasciandole cuocere per circa una 40 anni di minuti, controllando il livello di cottura di tanto in tanto con una forchetta. Un consiglio utile in questo senso è tagliare le verdure in spicchi prima di cuocerle: questo renderà più veloce il processo e più facile l’eliminazione delle bucce. Nessuno vieta, inoltre, di saltare i pezzettini di bietola rossa in padella con un po’ di olio, ma anche di acquistare il prodotto già pronto, precotto e confezionato per mangiarlo in un secondo momento.

Una ricetta gustosa: l’hummus di bietole rosse

Com’è evidente, le possibilità di utilizzo di questo tipo di vegetale in cucina sono davvero molto numerose e perfette per ogni necessità.

C’è ad esempio una preparazione davvero sfiziosa chiamata “hummus” (una rivisitazione di una delizia mediorientale) che vale sicuramente la pena di provare almeno una volta, anche perché è un’idea pratica e veloce per un pasto sano che non richiede particolari sforzi.

Per questa ricetta vi serviranno:

  • 260 g di bietole rosse
  • 1 cucchiaio di tahina (una salsa ai semi di sesamo disponibile in quasi tutti i supermercati, nella sezione etnica)
  • 3 cucchiaini di succo di limone
  • 155 g di ceci precotti
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • 90 g di acqua.
  • sale q.b.
  • paprika q.b.
  • prezzemolo q.b.

All’interno di un mixer (è anche possibile usare un frullatore ad immersione) inserite la bietola rossa, i ceci, il succo di limone, l’olio d’oliva, il sale e la tahina e frullate fino ad arrivare alla consistenza desiderata.

Una volta mixati tutti gli ingredienti, trasferiteli in una ciotola e guarnite a piacere con prezzemolo, paprika, cumino e spezie varie.

Questo hummus si potrà conservare in frigorifero fino a un massimo di due giorni. Per consumarlo è consigliabile utilizzarlo come condimento per gustose bruschette, piadine o come accompagnamento per una morbida pita greca leggermente scaldata in padella. Un’altra opzione è intingere verdure di stagione al suo interno a mo’ di pinzimonio, come per esempio delle fettine di carote o dei peperoni tagliati sottili.