In una nota inviata a Regioni e Asl il dicastero si corregge: “I cani nei supermercati sono ammessi se il regolamento dell’esercizio lo consente”. Esulta la Lav che aveva sollevato il caso: “Cancellato il divieto generalizzato di ingresso agli animali negozi che vendono alimenti”
Gli animali possono entrare nei supermercati e in generale nei negozi che vendono alimenti a patto che il regolamento dell’esercizio commerciale lo consenta e che non vengano compromesse igiene e sicurezza dei cibi. Il ministero della Salute torna sui suoi passi rispetto a un mese fa quando di fatto, come denunciato dalla Lav, aveva ristabilito il divieto di ingresso.
Ora in una nota diffusa a Regioni e Asl e firmata dal direttore generale Ugo la Marta, il dicastero cancella il divieto generalizzato di ingresso agli animali nei supermercati e negli esercizi commerciali che vendono alimenti, frutto di una interpretazione restrittiva del Regolamento europeo. Nella nuova nota si legge: “In linea con la normativa vigente, le regole di accesso e le limitazioni devono essere stabilite in primis dal responsabile legale dell’esercizio, sulla base dell’attività svolta e in base alle valutazioni condotte per verificare che sussistano le condizioni necessarie. Qualora l’esercente consenta l’ingresso degli animali negli spazi di vendita, infatti, deve garantire che gli animali non possano entrare in contatto diretto o indiretto con gli alimenti, sia sfusi che confezionati, dei quali devono sempre essere garantire igiene e sicurezza”.
Soddisfatta la Lav che aveva sollevato il caso: “È stata ristabilita la chiarezza – dichiara Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione – divieti ad accesso tout court degli animali negli esercizi di vendita di alimenti, supermercati compresi, non sono stabiliti né da norme nazionali né europee. Un divieto generalizzato, oltre a essere penalizzante e discriminatorio per coloro che vivono con un cane, sarebbe stato anche illegittimo e non va nella direzione di facilitare la vita con i quattrozampe, che oramai sono veri e propri membri della famiglia e non possono essere discriminati sull’appartenenza a una specie diversa dalla nostra”.