Il tessuto di angora: dal pregio alle accuse di crudeltà

ANGORA

L’angora è una lana pregiata ottenuta dalla lavorazione del pelo di un particolare coniglio ed è molto apprezzata per la sua filatura calda e soffice, oltre che per l’aspetto lucente. Ma gli allevamenti, tanto in Cina che in Europa, sono al centro di accuse di crudeltà.

Il tessuto è spesso confuso con il Monhair, cioè la lana prodotta con il pelo di capra d’angora. Come molte fibre pregiate naturali, anche questa non ha grande resistenza all’usura o ai lavaggi e viene spesso mixata ad altri tessuti, per migliorarne la resa durante e dopo la tessitura.

Le caratteristiche

Il coniglio d’angora, da cui questo tipo di lana è prodotta, è una delle varietà più antiche di coniglio domestico, noto per il pelo bianco, lungo e morbido. Dopo la tosatura, che viene generalmente praticata ogni tre mesi, il pelo ricresce molto rapidamente assicurando una quantità media di lana pari a 250 grammi per esemplare. In considerazione della morbidezza e della delicatezza delle sue fibre, la lana d’angora viene utilizzata nell’industria tessile di lusso per produrre accessori, abbigliamento, maglieria femminile e per l’infanzia. Il tessuto è facilmente riconoscibile per la presenza della sigla “Wa” sulle etichette. Ecco le sue caratteristiche principali:

  • una peculiare morbidezza, che aumenta la sensazione di comfort a contatto con la pelle;
  • è un isolante termico incredibile, essendo un tessuto molto più caldo e sottile della lana di pecora, compreso il cashmere;
  • il suo colore naturale è bianco, che può essere più o meno candido a seconda della purezza della razza dell’animale, dalla quantità di luce cui è stato esposto il pelo e di alcuni parametri ambientali e nutritivi;
  • il prezzo è variabile, dipendendo primariamente dalla percentuale di angora presente nel filato. In genere, in commercio, questa si aggira tra il 30 e il 50%, percentuale che assicura la produzione di capi di pregio, abbastanza morbidi e caldi,.

Come lavare il tessuto

Tra gli svantaggi dell’angora si può citare sicuramente la sua tendenza spiccata all’infeltrimento, che la rende particolarmente sensibile all’umidità e rende necessaria la filatura mescolata ad altre fibre. La prima regola per preservare il tessuto è di evitare lavaggi frequenti. La detersione dovrà essere effettuata solo se necessaria e mai con metodo a secco né in lavatrice. Il lavaggio dovrà essere eseguito a mano, in acqua fredda e con detersivo adeguato, che potrà anche essere uno shampoo delicato con pH neutro. Tra le cause principali dell’infeltrimento si trovano infatti:

  • una temperatura sbagliata dell’acqua;
  • un pH eccessivamente alcalino;
  • uso di detersivi aggressivi.

Altro importante accorgimento è quello di evitare assolutamente l’uso di asciugatrici o l’esposizione diretta del capo bagnato ai raggi del sole.

La produzione

Come accennato, la tosatura degli animali avviene 3-4 volte l’anno, a seconda del singolo esemplare e della velocità di ricrescita del suo mantello. Attualmente, i principali produttori di lana d’angora sono Cina, Francia ed Inghilterra; in Europa la sua lavorazione si è diffusa parallelamente all’allevamento delle specie nane di coniglio d’angora, selezionate per migliorare la produttività.

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La produttività media si aggira appunto intorno ai 250-300 grammi, anche se la tosatura può arrivare ad ottenere anche 600 grammi di lanugine. La corretta esecuzione della tosatura e l’allevamento in ambienti sani e controllati sono alla base di una produzione che possa essere definita di alta qualità. Molto importante è, infatti, che i processi siano meticolosi e precisi, oltre che essere seguiti da operatori esperti e qualificati. Ne conseguono costi di produzione elevati e frequenti ispezioni, volte a scongiurare la presenza di corpi estranei, insetti o sporco.

Un tessuto “crudele”

Sebbene la produzione non comporti la diretta uccisione dell’animale, l’angora, specie se proveniente dalla Cina, è tra le produzioni più crudeli. “Si ricava dagli omonimi conigli  a cui viene letteralmente strappato il pelo causando sofferenze atroci”, denuncia la Lav.

Ma anche quella di origine europea non sembra esente da crudeltà. Sempre la Lav spiega che di recente “i nostri partner di One Voice hanno infiltrato alcuni investigatori all’interno degli allevamenti francesi di conigli d’Angora, animali allevati appositamente per l’ottenimento della ‘pregiata’ lana”.

E spiega: “La loro indagine ha documentato le incredibili violenze praticate  a questi animali e  che sino ad oggi pensavamo interessassero solo analoghi allevamenti cinesi. Le immagini documentano come i conigli siano tenuti distesi su assi di legno, legati per le zampe anteriori e posteriori, ed un “operatore” strappa letteralmente il pelo con le proprie mani”.