Aumenti a fronte di più giga non richiesti, maxi multa Antitrust a Tim

TIM RIMBORSO

La compagnia aveva comunicato un aumento tariffario a fronte di un aumento di giga per la navigazione non richiesti. Per questo l’Antitrust ha emesso una multa da 2,1 milioni di euro, aprendo un dossier analogo nei confronti di Wind

 

2 milioni e 100 mila euro a Tim per una Violazione al Codice del Consumo. LAntitrust punisce così Telecom Italiaper la rimodulazione applicata ad alcuni clienti di telefonia mobile, con aumento del costo mensile e dei giga di traffico dati. All’autorità non è piaciuta la scelta di Tim di dare la possibilità di rifiutare le variazioni attraverso un comando da inviare via sms.

In particolare, Telecom ha aumentato fino a 2 euro il costo mensile del piano tariffario degli utenti con contestuale offerta di Giga aggiuntivi, “senza che questi abbiano espresso alcun preventivo consenso al riguardo” spiega l’Antitrust.

La vicenda nel dettaglio

Il 1° luglio 2022 sul proprio sito internet Tim informava che a partire dal 1° settembre 2022, “per le mutate condizioni di mercato” avrebbe applicato un incremento, fino a 2€, del costo mensile di alcune offerte mobili per clienti ricaricabili. Per queste offerte i Giga sarebbero aumentati da un minimo di 30 Giga/mese fino a Giga illimitati sin dal momento della ricezione di un Sms informativo contenente tutti i dettagli delle variazioni. I clienti destinatari della manovra avrebbero potuto mantenere invariata la loro offerta inviando un Sms gratuito al 40916 con testo Invar On entro il 31 luglio 2022 o avrebbero potuto recedere/cambiare operatore senza penali e costi entro il 30 settembre 2022. A questa comunicazione si è poi accompagnato l’sms informativo “modifica contrattuale”. In seguito, il termine per recedere o cambiare operatore è stato esteso al 30 novembre 2022.

Non va bene il meccanismo del silenzio assenso

Secondo l’Agcm, però, Tim ha offerto agli utenti “un servizio aggiuntivo a pagamento (i Giga aggiuntivi), accessorio rispetto alla prestazione principale, con modalità di acquisizione del consenso implicito, ossia senza la manifestazione del preventivo ed espresso consenso da parte dell’utente consumatore, in violazione, pertanto, dell’articolo 65, CdC”. Siamo di fronte, secondo l’Autorità, a “un meccanismo poco trasparente di acquisizione del ‘silenzio assenso’ dell’utente, piuttosto che a seguito di una sua esplicita libera manifestazione di volontà”.

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Istruttoria su Wind

Nello stesso bollettino in cui ha comunicato la sanzione a Tim, l’Agcm ha dato informazione dell’apertura di un’istruttoria nei confronti di Wind per ragioni analoghe.