Ing Direct: dal variabile al fisso? Col tasso…

ING DIRECT

“I cittadini europei devono stare tranquilli, sono certa che molte banche sono pronte a rinegoziare i mutui per alleggerire nel tempo l’onere per le famiglie”. Le parole della governatrice della Bce non sembrano arrivate alla Ing Direct che nega il passaggio dal variabile al fisso ai suoi clienti. La testimonianza di un lettore

 

“I cittadini europei devono stare tranquilli, sono certa che molte banche sono pronte a rinegoziare i mutui per alleggerire nel tempo l’onere per le famiglie”. Le parole pronunciate dalla governatrice della Bce Christine Lagarde, qualche giorno prima di aumentare di altri 50 punti base il costo del denato in Europa sembravano abbastanza nette. Anche perché la Lagarde le legava da una parte agli effetti, oramai devastanti, della manovra della Banca centrale europea sui mutui variabili degli europei, e dall’altra agli stessi “interessi” delle banche. Aveva aggiunto la governatrice: “È loro interesse perché sanno che quando l’inflazione sarà sotto controllo, i tassi di interesse alla fine scenderanno. E non vogliono crediti non pagati nei loro bilanci”.

#state tranquilli

Di come rispondano gli istituti alle sollecitazioni della massima autorità monetaria europea ce ne ha dato una chiara dimostrazione un nostro lettore di Roma che ci ha raccontato la sua storia. “Ho un mutuo variabile da 250mila euro dal 2011 con Ing direct – ci racconta – e fino a pochi mesi fa pagavo 600 euro al mese. Non pochi per chi come me ha un solo reddito e una famiglia di 4 persone, ma affrontabili”.

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La manovra della Bce, però, ha cambiato le carte in tavola e il nostro lettore ha visto aumentare la rata con una rapidità impressionante. “L’ultima pagata, prima dell’ennesima correzione al rialzo di giovedì 16 marzo è stata di 1.150 euro, una vera follia!”

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Altro che aumenti di 50 o 100 euro a rata, come scrivono molti economisti… Una vera impennata che lo ha spinto a cercare un’alternativa. “Ho fatto preventivi per una suttoga, ma in ogni caso sarei costretto a pagare 1.500 euro circa di nuova assicurazione. Certo, poi potrei chiedere indietro la parte non utilizzata del mutuo con Ing direct, ma chissà quanto e quando arriverebbero i soldi”.

Così il lettore chiede alla banca della “zucca” se c’è la possibilità di rinegoziare e passare a un mutuo fisso. “Secondo i miei conteggi avrei pagato 1050 euro al mese, una cifra molto alta, ma almeno mi sarei messo al riparo dai prossimi aumenti che farebbero saltare il mio bilancio familiare”.

Ing Direct: Dal variabile al fisso? Col… tasso

Forte delle certezze della Lagarde il lettore si mette in contatto con Ing Direct, tranne ricevere una immediata dopccia fredda: “Noi non rinegoziamo i mutui variabili dei nostri clienti trasformandoli in fissi – è la risposta inflessibile del gruppo bancario olandese – semmai può surrogare il suo mutuo con uno nuovo aggiungendo ulteriore liquidità”. Tanto per intenderci, l’unica possibilità di interrompere la crescita del mutuo variabile è accenderne uno nuovo, a tasso fisso, ripagando le spese di accensione e prendendo anche del nuovo denaro, ovviamente per ripagarlo con gli interessi attuali.

Alla faccia delle certezze della Lagarde, verrebbe da dire.

Al nostro lettore, ora non resta che passare a un’altra banca e pagare una nuova assicurazione, sempre che l’istituto accetti. Anche perché lui, come molti altri che hanno acquistato in una grande città italiana, non rientra nelle condizioni previste dalla legge di bilancio 2023. “Il mio reddito è inferiore a 35mila euro e farei parte dei beneficiari ma il mutuo originario che ho chiesto nel 2011 era di 250mila euro, sopra il tetto di 200mila previsto dalla legge”.

Dal variabile al fisso, un aiuto per pochi

Va detto, infatti, che la legge di Bilancio 2023 ha riportato in vita una vecchia norma del 2012 con la quale è possibile richiedere alla propria banca il cambio del tipo di tasso e che la stessa, in presenza dei requisiti previsti, non potrà negare. Così fino al 31 dicembre chi ha un finanziamento in corso per un importo originario non superiore a 200mila euro può presentare l’istanza a patto di avere un Isee inferiore a 35mila euro e che non abbia fatto registrare ritardi nel pagamento delle rate.
Attenzione: il tipo di mutuo deve essere a tasso variabile “puro” per tutta la durata del finanziamento. Sono quindi esclusi i variabili con Cap (tetto massimo al tasso), quelli misti e quelli per i quali è prevista periodicamente la possibilità di rinegoziare le condizioni di partenza. Il tasso fisso accordato sarà pari a quello minore che risulta tra l’Irs a 10 anni e quello originario previsto dal contratto. Dopodiché occorre aggiungere lo spread (il guadagno per la banca) per avere il tasso definitivo.

Salta la rata, chi può fruirne?

A chi è in difficoltà, in teoria, rimarrebbe un altro strumento. Si tratta del fondo Gasparrini istituito nel 2007 e modificato nel tempo (soprattutto durante il periodo del lockdown) che consente di sospendere fino a 18 mesi le rate del mutuo e di fatto di allungare il periodo di ammortamento. Nell’intervallo in cui le rate sono “congelate” il fondo provvede al pagamento del 50% della quota interesse mentre l’altra metà resta in capo al titolare del finanziamento. In teoria, dicevamo, perché le condizioni sono davvero limitanti.

L’accesso al beneficio può infatti essere richiesto presentando una domanda alla banca (la quale poi la trasmetterà alla Consap) con la quale è stato acceso il finanziamento nel caso di:

  • sospensione dal lavoro o riduzione dell’orario di lavoro per almeno 30 giorni;
  • cessazione del lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato;
  • cessazione del rapporto di lavoro parasubordinato (i cosiddetti contratti atipici);
  • alo del 30% del fatturato per i lavoratori autonomi e liberi professionisti che hanno tempo fino al 31 dicembre 2023 per presentare la domanda;
  • morte, riconoscimento di grave handicap o di invalidità civile non inferiore all’80%;
  • problemi economici legati al posto di lavoro di almeno il 10% dei soci delle cooperative edilizie a proprietà indivisa.