Ticket al pronto soccorso: quando (e chi) deve pagarlo

PRONTO SOCCORSO TICKET

In quali casi si deve pagare il ticket sanitario al pronto soccorso (diversi per Regione) e quali sono i casi di esenzione

Il pronto soccorso di un ospedale rappresenta un luogo dove i cittadini si recano in caso di incidenti o malesseri gravi. È dunque un luogo di pronto intervento e non un vero e proprio reparto dell’ospedale di cui fa parte, anche se molto spesso gli accessi sono da considerarsi come inopportuni. Non di rado, infatti, specie nel fine settimana e nei giorni di festa, ovvero quelli di chiusura degli ambulatori medici, i cittadini che accusano piccoli malesseri, come ad esempio un mal di pancia, si recano al pronto soccorso intasandolo e correndo anche il rischio di dover pagare il ticket sanitario perché non c’era nessuna urgenza. Il sistema del pronto soccorso, infatti, prevede l’assegnazione di priorità ai pazienti, con il grado di urgenza che dipende dallo stato di salute manifestato dal paziente. Da questo aspetto dipende anche la scelta di far pagare o meno il ticket ai pazienti.

Accesso al pronto soccorso

Prima di addentrarci nello specifico tema del pagamento del ticket sanitario, è necessario fare chiarezza su cosa siano i pronto soccorso e su quali siano i loro compiti. Si tratta

di una struttura nella quale vengono accettati soltanto i pazienti che palesano delle oggettive situazioni di emergenza-urgenza. Più nello specifico si fa riferimento a condizioni patologiche, spontanee o traumatiche che, per la loro natura, necessitano di interventi immediati diagnostici e terapeutici eseguiti da personale qualificato. Al pronto soccorso si può accedere in due modi:

  • con l’ambulanza, contatta attraverso il numero unico per le emergenze 112;
  • presentandosi in autonomia allo sportello dell’accettazione.

In entrambi i casi deve trattarsi della richiesta di interventi per situazioni gravi o di stretta necessità. Se ne deduce che non ci si può recare al pronto soccorso per approfondire aspetti clinici non urgenti o cronici, ma solo per problemi acuti urgenti e non differibili al giorno dopo o risolvibili dal medico di base, dal pediatra di libera scelta o dai medici della Continuità assistenziale.

Una volta che si arriva al pronto soccorso per le problematiche urgenti sopra indicate, viene attivato dal personale sanitario il cosiddetto sistema triage, ovvero – dal francese – il procedimento di cernita, smistamento. Con questo all’interno dei pronto soccorso vengono stabilite le priorità dei pazienti nel dover ricevere l’assistenza sanitaria rispetto agli altri altri. Il criterio che viene utilizzato è dunque quello dell’urgenza che varia in base alla gravità delle condizioni in cui verte il paziente che si presenta al pronto soccorso. Fondamentale, in tal senso, è la descrizione dei sintomi effettuata dal richiedente aiuto o, se questo è impossibilitato a parlare, l’analisi di massima che viene eseguita dai medici al momento dell’accettazione al pronto soccorso. A stabilire il grado d’urgenza è, come intuibile, il personale sanitario, che tiene conto principalmente di 3 specifici fattori, ovvero:

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  • le condizioni cliniche del paziente;
  • il rischio evolutivo e peggiorativo delle condizioni;
  • il personale e le risorse a disposizione in quel momento nel pronto soccorso.

Quali sono le priorità e i codici

Una volta che si accede al pronto soccorso e viene effettuata una valutazione dell’urgenza del paziente da parte del personale sanitario, ogni paziente riceve un codice che garantisce la gerarchia negli interventi assistenziali. Si tratta, nello specifico, di un valore numerico da 1 a 5, dal più grave al meno urgente. In alcune regioni italiane al codice numerico viene spesso indicato un colore, così come avveniva in passato. I colori, dal più grave al meno urgente sono: rosso, arancione, azzurro, verde e bianco. Vediamo dunque come vengono ripartite le urgenze e quali possono essere i tempi di attesa previsti. Iniziamo dal codice 1, vecchio codice rosso, ovvero l’emergenza più grave ed acuta che si possa riscontrare al pronto soccorso. In questo caso vi è la reale possibilità di interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali e, dunque, l’accesso alla struttura è da considerarsi immediato. Subito dopo troviamo il codice di urgenza 2, o codice arancione, che corrisponde ad un tipo di urgenza che presenta la possibilità di concreta compromissione delle funzioni vitali con rischio evolutivo o dolore severo. In tale scenario l’accesso al pronto soccorso deve avvenire entro un massimo di 15 minuti dall’arrivo del paziente. E ancora, il codice 3 o azzurro, assegnato in presenza di urgenze differibili. Il paziente in questi casi presenta una condizione stabile che non ha un rischio evolutivo, con sofferenza e ricaduta sullo stato generale e che solitamente richiede prestazioni complesse. Al verificarsi di situazioni di questo tipo è previsto un tempo di attesa massimo di 60 minuti. Arriviamo così all’urgenza minore, rappresentata nel codice del pronto soccorso dal numero 4 o dal colore verde. Si tratta di pazienti che presentano una condizione stabile senza rischio evolutivo e che richiede solitamente prestazioni diagnostico-terapeutiche semplici. L’attesa, in questi casi dovrebbe essere di un massimo di 120 minuti. In ultimo c’è il codice 5, vecchio codice bianco, che si assegna nei casi in cui il paziente non deve essere trattato con urgenza in quanto il problema dallo stesso evidenziato ha la minima rilevanza clinica. I tempi di attesa in questo caso sono molto lunghi, con l’accesso del paziente che deve avvenire entro i 240 minuti.

In quali casi bisogna pagare il ticket

In base a quanto previsto dal Sistema sanitario nazionale, la prestazione al pronto soccorso è sempre gratuita nei casi in cui al paziente viene assegnato un codice che rientra nei codici compresi tra l’1 e il l 4, tra il codice rosso e quello verde. Questo vuol dire che chi riceve un codice 5, ovvero il bianco, è sempre tenuto a pagare il ticket sanitario? La risposta è dipende, visto che l’erogazione di somme è richiesta solo al verificarsi di altre cause concatenate al codice 5. Più nello specifico, il paziente dovrà pagare il ticket:

  • se è già stato accolto in codice bianco e tale codice non è cambiata nel momento in cui viene dimesso;
  • oppure quando il paziente è stato accolto con un altro codice, solitamente quello verde, ma le successive visite hanno riscontrato la mancanza di reali urgenze, con le dimissioni che avvengono in codice bianco.

Se ne deduce che il pagamento del ticket sanitario al pronto soccorso non è legato al colore o al codice che si riceve al momento dell’accettazione, ma a quello che viene riscontrato quando si viene dimessi. Se, in tale fase, la prestazione richiesta dal paziente non è considerabile come urgente, in quanto dovrebbe essere svolta dal medico curante o dal servizio di continuità assistenziale, questo potrà essere assoggettato al pagamento del ticket sanitario. Il costo richiesto, in questi casi, è di 25 euro, anche se in qualche Regione può variare. In Liguria, ad esempio, può arrivare fino a 61,15 euro se vengono eseguite delle prestazioni, nella Provincia di Trento, invece​​ le spese arrivano fino a 75 euro con prestazioni e si pagano fino ad un massimo 50 euro per le prestazioni in codice verde. E ancora, nella provincia di Bolzano sono richiesti 50 euro per casi non urgenti, con l’aggiunta di una tariffa per ogni prestazione specialistica fino ad una massimo di 100 euro e di 15 euro per casi giustificati senza ricovero. In Veneto si paga, oltre al ticket standard, anche quello per la visita specialistica in caso di prestazioni, mentre in Emilia – Romagna, così come in Puglia, al ticket ordinario si aggiunge quello quello aggiuntivo per le prestazioni che può arrivare fino a 36,15 euro. In Toscana l’importo massimo richiesto è di 50 euro, con l’aggiunta di 10 euro per la digitalizzazione. In Calabria il ticket può arrivare fino a 45 euro con prestazioni specialistiche, mentre in Sardegna al ticket ordinario vanno aggiunto 15 euro per i codici verdi senza ricovero.

I casi di esenzione

In base a quanto già detto, il pagamento del ticket sanitario viene richiesto al paziente in relazione al codice che lo stesso riceve nel momento in cui viene dimesso dal pronto soccorso. Se questo è bianco, codice 5, potrebbe essergli richiesto il pagamento del ticket. Vengono tuttavia esentate dal pagamento del ticket ospedaliero alcune specifiche categorie, ovvero:

  • i cittadini di età inferiore a 14 anni o superiore a 65 anni;
  • tutte le categorie esenti per le prestazioni ambulatoriali;
  • chi viene visitato a seguito di infortunio sul lavoro assicurato dall’Inail;
  • chi riceve la prestazione su richiesta degli organi di pubblica sicurezza o di Polizia giudiziaria.