La bromelina è un enzima digestivo che si trova nel gambo dell’ananas e nella papaya. A questa sostanza vengono attribuiti numerosi benefici non sempre e del tutto dimostrati. Quel che è certo è che questi frutti non bruciano grassi, ma aiutano la digestione
Il gambo dell’ananas non andrebbe buttato. Si potrebbe consumare sia come alimento crudo che in estratto secco. Questo perché al suo interno possiede delle proprietà benefiche; alcune certificate, altre oggetto di studi, i cui effetti non sono stati ancora dimostrati. I benefici sono dovuti alla bromelina, un enzima proteolitico, la proteina in grado di degradare altre proteine in amminoacidi, dalle proprietà antinfiammatorie. Si trova anche nel succo e in altri alimenti.
A cosa serve la bromelina
I nutrizionisti dell’Irccs Humanitas illustrano alcuni ipotetici benefici di questo enzima. Si ritiene che la bromelina possa aiutare a combattere il dolore e il gonfiore associati all’infiammazione. Inoltre sembra che interferisca con la crescita delle cellule tumorali e con la coagulazione del sangue. Per questo la sua assunzione viene proposta per:
- Ridurre l’infiammazione;
- Rallentare la coagulazione;
- Prevenire i tumori;
- Combattere l’artrite;
- Contrastare altri disturbi reumatici, la febbre da fieno e la colite ulcerosa.
La bromelina viene consigliata anche per:
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- Rimuovere le cellule morte o danneggiate da ustioni;
- Prevenire l’edema polmonare;
- Rilassare i muscoli;
- Stimolarne la contrazione o prevenirne l’indolenzimento dopo l’attività fisica;
- Migliorare l’assorbimento degli antibiotici;
- Abbreviare il travaglio e aiutare l’organismo a liberarsi dei grassi.
La bromelina fa davvero bene?
Humanitas ricorda tuttavia che le prove a sostegno di tutti i benefici sopra elencati non sono sufficienti. Nel caso della prevenzione dell’indolenzimento muscolare la scienza sembra addirittura smentirne l’efficacia.
Per quanto concerne la bromelina assunta tramite integratori, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non ha certificato i messaggi pubblicitari sui suoi presunti benefici.
La bromelina fa digerire?
Questa sostanza viene utilizzata anche come fitoterapico ad azione digestiva. Gli specialisti consigliano di acquistarla in commercio come estratto secco (in compresse o capsule) e di consumarne al massimo 1 dose da 40 mg massimo 3 volte al giorno e in concomitanza dei pasti principali. Queste compresse devono essere consigliate da un medico.
L’ananas brucia davvero i grassi?
In realtà le possibili azioni digerenti sono proprie della bromelina, concentrata in gran parte nel gambo di questo frutto. Ma azione digestiva non significa affatto che possa bruciare i grassi.
L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha smentito questa convinzione popolare. “L’ananas – spiegano gli esperti del ministero – è un frutto ricco d’acqua (la sola polpa ne contiene più dell’80%) con pochissime calorie (solo 57 per 100 grammi) e molteplici proprietà nutrizionali (è particolarmente ricco di calcio, potassio, fosforo e vitamine A e C e polifenoli). Il falso mito che bruci i grassi deriva dal fatto che l’ananas contiene bromelina in grado di rompere le molecole proteiche (attività proteolitica) degli alimenti rendendole più digeribili, ma che non ha alcuna attività sui grassi.
Diversi studi clinici hanno mostrato gli effetti antiedematosi (riduzione della ritenzione di liquidi), anti-infiammatorio e anti-trombotico della bromelina.
Una considerazione importante riguarda il contenuto di bromelina nell’ananas, più alto nel gambo che nella polpa: per questo motivo gli integratori alimentari che si trovano in farmacia sono un concentrato di enzima estratto dal gambo fresco. Dunque, l’ananas può aiutare la digestione ed è un ottimo drenante essendo ricco di acqua. Tali aspetti lo rendono ideale per una dieta ipocalorica. Detto questo non fa dimagrire: la vera perdita di grasso si ottiene solo attraverso una dieta equilibrata potenziata dall’attività fisica”.
La papaya brucia i grassi?
Anche la papaya contiene bromelina. Così, negli anni recenti, dall’ananas si è passati alla convinzione che pure la papaya potesse bruciare i grassi. Questo frutto non fa alcun miracolo in tal senso. A questo proposito, il professor Alberto Ritieni, per la rubrica Miti Alimentari de Il Salvagente, ha chiarito che “la papaya, specie se è poco matura, contiene la papaina che ci permette di alleggerire la fase di digestione e aiuta chi ha qualche difficoltà, perché mangia velocemente e troppo, a ridurre la sensazione di stanchezza post-pranzo che, se troppo lunga e faticosa, giustifica la pennichella pomeridiana. La papaina però può fare ben poco se la papaya si mangia alla fine di un pranzo ricco e abbondante. Un vecchio adagio su Santa Lucia recita che è inutile “mettere cancelli di ferro dopo un furto…” ma di certo un vantaggio che la papaina ci concede è di essere una proteina basica”.
La bromelina viene usata anche dall’industria alimentare
L’azione proteolitica della sostanza conduce al suo utilizzo da parte dell’industria alimentare per intenerire le carni in scatola, per chiarificare la birra e in generale nella preparazione di alimenti precotti. Esistono in natura sostanze dalle caratteristiche simili, tra le quali hanno goduto di un qualche interesse farmacologico le sole papaina e ficina, la prima estratta dalla papaya (Carica Papaya L., famiglia delle Caricaceae, ordine delle Parietales), la seconda dal fico (Ficus carica L., famiglia delle Moraceae, ordine delle Urticales). Queste sostanze sono attualmente utilizzate esclusivamente dall’industria per scopi simili a quelli della bromelina. Il loro uso può essere correlato alla preesistenza di coltivazioni per l’impiego alimentare dei frutti e al fatto che gli enzimi sono presenti nel lattice che si estrae per incisione del fusto, una tecnica che non inficia la produzione alimentare. Infatti, altri enzimi congeneri estratti da piante più o meno diffuse, ad esempio l’actinidina estratta dal frutto acerbo del kiwi (Actinidia chinensis Planch.), hanno ricevuto una considerazione molto minore.
Dove si trova la bromelina
La prima forma a essere individuata fu la bromelina del frutto dell’ananas, caratterizzata grazie a studi sul suo utilizzo in ambito erboristico e nella medicina popolare. Successivamente fu individuata una seconda forma, detta bromelina del gambo, utilizzata oggi in campo erboristico industriale. Infatti nel gambo è più concentrata che nel frutto, per cui l’estrazione risulta più economica, visto che non è la parte di maggior interesse della produzione alimentare.
In quanto enzima, la sua concentrazione si esprime spesso in unità proteolitiche, o unità Rorer o più comunemente U.I. (unità internazionali), piuttosto che in unità ponderali, facendo riferimento alla purezza oltre che alla quantità.
Chimicamente si distinguono quattro frazioni di bromelina, con formule chimiche leggermente differenti tra loro, sebbene alcuni autori suggeriscano che le diversità si produrrebbero durante i processi di purificazione.
Altri cibi dall’effetto digestivo
Queste proprietà sono contenute negli enzimi digestivi, la cui carenza può procurare intolleranze alimentari. Una dieta equilibrata e sana prevede anche questi enzimi (non solo bromelina) che troviamo in tanti alimenti che non possono mancare in una nutrizione completa. Eccoli:
Gli enzimi nella verdura
Gli enzimi digestivi sono presenti in alcuni particolari tipologie di verdura, che sono: broccoli; verdure a foglia verde (spinacini novelli, lattuga romana, cavolo nero, songino); finocchi; carote; cipolle; zucchine; cetrioli; pomodori; peperoni.
Gli enzimi nella frutta
La papaya non è solo ricca di bromelina, ma anche di betacarotene e dell’enzima papaina. Contribuisce, quindi, a migliorare la digestione.
Le fragole possiedono enzimi capaci di attivare il metabolismo dei grassi.
Il kiwi contiene il prezioso enzima actinidina, dalle proprietà proteolitiche che possono essere sfruttate anche per rendere più morbida la carne prima della cottura. Molto semplicemente, prima della cottura possiamo far riposare la fettina di carne per circa 20 minuti posizionando qualche fettina di kiwi su entrambi i lati della carne. Dopo questa fase la carne risulterà molto tenera.
I germogli freschi sono alimenti ricchi di enzimi digestivi, da consumare anche in centrifugati di frutta e verdura, in alimenti fermentati come kefir, tamari, tofu, miso, prugne umeboshi. Tra i cibi sempre più diffusi ritroviamo lo zenzero, il miele biologico, i semi oleaginosi, come noci, mandorle e pistacchi.
Le controindicazioni
L’assunzione di bromelina potrebbe interferire anche con quella di alcuni antibiotici, in particolare dell’amoxicillina e delle tetracicline. Inoltre, il gambo d’ananas dal quale viene estratto il principio può interagire con i farmaci anticoagulanti e antiaggreganti; per questo la bromelina potrebbe essere sconsigliata in caso di interventi chirurgici programmati
Inoltre non si hanno informazioni sufficienti a certificare la sicurezza della sua assunzione durante la gravidanza e l’allattamento. In caso di dubbi è bene chiedere consiglio al proprio medico.
Negli altri casi quantità non eccessive di bromelina sono considerate sicure, fatti salvi possibili effetti avversi come diarrea e fastidi gastrointestinali.
Non bisogna però dimenticare che la sua assunzione potrebbe scatenare reazioni allergiche, soprattutto in caso di allergia all’ananas, al lattice, al grano, al sedano, alla papaina, alla carota, al finocchio e al polline del cipresso e delle graminacee.
È sconsigliata in caso di ulcere gastriche e duodenali.