Il fornello a gas fa davvero male alla salute e all’ambiente?

FORNELLO A GAS

Il fornello a gas è ancora oggi utilizzato da oltre la metà degli italiani. Ma nuove ricerche statunitensi hanno dimostrato che questo tipo di cottura costituisce un danno per la salute, la sicurezza e l’ambiente. Le emissioni aumentano l’incidenza di asma e deficit nei bambini. 

 

Il fornello da cucina è uno degli apparecchi più diffusi per cuocere o scaldare i cibi e può essere a gas, elettrico e a induzione.

Secondo un sondaggio recente a cura di Eurostat i metodi di riscaldamento aria e acqua e di cottura cibi più utilizzati dagli italiani consistono ancora nell’alimentazione a gas. Nonostante gli incentivi fiscali (Bonus, Ecobonus) e gli aumenti dei costi in bolletta, il 65% degli italiani preferisce ancora gas o petrolio. Sarebbero oltre 100 milioni i cittadini Ue che oggi cucinano con il metano, con più della metà delle case in Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Romania e Slovacchia.

Inoltre, il fornello a gas è tutt’oggi tra le principali cause di incidenti domestici.

Tuttavia, il percorso verso la transizione ecologica e la transizione energetica sembra ormai tracciato, anche per effetto degli scenari internazionali e per gli obiettivi fissati dall’Unione europea.

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Il fornello a gas fa male?

In un articolo pubblicato dall’Aduc (Associazione Utenti e Consumatori Aps) l’autrice Nathalie Mayer per Futura-Maison giustifica queste abitudini dure a morire con “la voglia di vedere le fiamme danzare sotto le nostre pentole”. Questo fattore culturale e abitudinario spiegherebbe, almeno in parte, il successo delle stufe e cucine a gas. Tuttavia, i ricercatori americani della Stanford University avvertono che questi fornelli rappresentano un pericolo sia per il clima che per la nostra salute.

Danni all’ambiente

Il lavoro svolto dai ricercatori copre solo una cinquantina di case in California, ma i risultati sono chiari. Le cucine e le stufe a gas liberano nell’aria tra lo 0,8 e l’1,3% di emissioni che consumano sotto forma di metano incombusto (CH4). E tre quarti di queste emissioni si registrano a stufa spenta. Questo fenomeno è dovuto alle perdite.

Secondo le stime degli esperti, sono circa 40 milioni le stufe a gas negli Stati Uniti alimentate a metano, che è un potente gas serra dal forte impatto sul clima paragonabile alle emissioni di CO2. Quando queste cucine bruciano gas fossile emettono naturalmente CO2 nell’aria.

 

Danni alla salute

Inoltre, le emissioni di CH4 sono accompagnate da fuoriuscite di ossidi di azoto, i cosiddetti NOx. Le loro misurazioni mostrano che l’utilizzo di una stufa o fornello a gas per pochi minuti può esporre una persona a quantità di biossido di azoto (NO2) superiori al limite di un’ora di esposizione all’aperto stabilito dalle autorità. Soprattutto se la cucina è piccola, se la ventilazione è scarsa o se la cappa non viene utilizzata. Ciò accadrebbe nel 60-75% dei casi, stando ai dati elaborati dai ricercatori.

Più recentemente è stato diffuso un report a cura del gruppo non-profit per l’efficienza energetica (Claps) e dell’Alleanza Europea per la Salute Pubblica (Epha), con il supporto tecnico dell’Organizzazione per la Ricerca Scientifica Applicata (Tno). Secondo gli esperti, cucinare con il gas in un ambiente comune e privo di ventilazione meccanica causa un inquinamento domestico da biossido di azoto (NO2) che eccede svariate volte all’anno il limite delle linee guida indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla qualità dell’aria e sugli standard europei sull’inquinamento dell’aria esterna.

 

Rischio asma nei bambini

Alcuni test effettuati nei laboratori di Tno hanno mostrato che i fornelli a gas producono anche monossido di carbonio, particolato ultrafine e altri inquinanti che possono causare effetti gravi sulla salute, in particolar modo nei bambini.

Secondo i dati del dossier negli ultimi 12 mesi il numero di bambini con sintomi di asma causati dalla cottura a gas è oltre 700mila, pari al 12 % dei bambini Ue attualmente affetti da asma. Solo in Italia si stimano 230mila casi, e siamo maglia nera in Europa.

Christine Egan, ceo di Claps, osserva che “preparare la cena può esporre a tanti agenti inquinanti quanti quelli del fumo passivo. Gli apparecchi a gas dovrebbero riportare etichette di avvertenza sulla salute come i pacchetti delle sigarette“.

Anche l’Associazione Medica Americana segnala che i fornelli a gas aumentano l’inquinamento domestico e i rischi di asma nei bambini. Altre ricerche in passato hanno persino collegato l’uso domestico di gas a deficit di attenzione e disturbi di iperattività nei più piccoli. Cucinare con il gas durante la gravidanza è un fattore di rischio iperattività nei neonati.

L’inquinamento da cottura a gas produce effetti negativi anche sul sistema respiratorio e nervoso degli adulti, a causa dell’inalazione di NOx, o altri prodotti come la formaldeide (qui per saperne di più sui rischi da esposizione) o il monossido di carbonio.

 

Pericoli per la sicurezza

Il gas è soggetto a scoppi e incendi, anche se questi incidenti si verificavano più in passato, prima che le normative diventassero più sofisticate e stringenti.

I combustibili più utilizzati per uso domestico sono il metano e il Gpl, che in caso di ambienti saturi o ristretti possono togliere l’ossigeno.

Casi di questo genere, per esempio anziani intossicati nel sonno, si verificano ancora oggi, in inverno, soprattutto dovuti alle stufette a gas. Le fuoriuscite di metano dalle stufe o dai fornelli costituiscono un elevato fattore di rischio esplosione. Oppure le fiamme consumano il poco ossigeno presente in ambienti domestici angusti.

 

Come deve essere un piano cottura a norma

Le norme di sicurezza sono obbligatorie per legge e per direttive europee. Un fornello a gas a norma deve riportare l’indicazione normativa UNI 7129-2015. Essa impone i seguenti obblighi:

  • Obbligo di presenza di una termocoppia;
  • Il piano cottura a gas deve essere obbligatoriamente installato in un locale dotato di aperture e di ventilazione verso l’esterno o di condotti di ventilazione, al fine di garantire un flusso d’aria adeguato;
  • Quindi deve essere presente una cappa collegata a un camino, o una canna fumaria che scarichi direttamente all’esterno;
  • Il tubo di collegamento alla conduttura del gas per i modelli a incasso deve essere in metallo flessibile di lunghezza non superiore ai 2 metri. Oppure può essere rigido, in rame, con guarnizione in elastomero;
  • Nelle cucine a libera installazione il tubo di collegamento al gas può essere in gomma ma deve riportare la dicitura a norma UNI 7140, essere lungo al massimo 1,5 metri e va sostituito ogni 5 anni;
  • Le tubazioni non devono essere in contatto con quelle dell’acqua. Nel caso siano troppo vicine, devono essere protette da guaina impermeabile polimerica. In alternativa, si possono utilizzare dei tubi in rame o in acciaio rivestito;
  • Il tubo non deve passare dietro il forno sottostante, né entrare in contatto con le pareti laterali;
  • In una cucina con piano cottura a isola, è consigliabile che la valvola di intercettazione sulla parete sia più vicina, più semplice da sostituire in futuro.

 

Le normative regionali

Oltre alle indicazioni Ue, alcune regioni italiane si sono dotate di ulteriori strumenti normativi ancora più restrittivi. È il caso dei regolamenti edilizi locali.

Ad esempio il Comune di Milano ha stabilito che in una casa, per essere abitabile, la cucina deve essere di almeno 5 mq (17 mq se aperta sul soggiorno).

A Roma la cubatura della cucina non dev’essere inferiore a 15 mc. In modo da poter scegliere, in futuro, di modificare la posizione del piano spostandolo sulle basi in linea addossate alla parete.

 

Cucine piccole e affitti non a norma a Milano

Sulle cronache di stampa sono stati più volte segnalati casi di monolocali o ambienti domestici non a norma, ricavati in cubature anguste e molto costose. Il caro affitti che ha colpito Milano ha messo in luce questo fenomeno. Molti studenti alla ricerca disperata di un affitto si accontentano di stanze piccole con cucine e piano cottura a gas all’interno degli stessi spazi, a volte condivisi da più persone, spesso senza neppure una finestra. Il problema riguarda anche alcune strutture ricettive che non rispettano le normative.

Le autorità milanesi sono impegnate nel contrasto di questo fenomeno e invitano le persone a denunciare. Il Comune di Milano ricorda che la cucina di una casa vacanza non imprenditoriale deve avere una lunghezza minima di 1,50 metri con almeno due fuochi o piastre elettriche.

Nel caso degli affitti brevi l’appartamento deve possedere una dichiarazione di conformità a regola per l’impianto del gas e per l’impianto elettrico. Si tratta di un documento da non confondere con il certificato di classe energetica. Esso riporta i dati di come è stato effettivamente realizzato l’impianto dal punto di vista tecnico ed è indispensabile per ottenere il certificato di agibilità.