Quali sono i rischi da esposizione alla formaldeide? Scopriamolo

formaldeide

La formaldeide è un composto organico che si trova in molte più cose di quanto si possa pensare.   Scopriamo che cos’è, dove si trova e quali sono i rischi da esposizione alla formaldeide. 

Che cos’è la formaldeide? 

La formaldeide è una molecola organica, che è composta da un atomo di carbonio legato ad un atomo di ossigeno e a due atomi di idrogeno, che si traduce in CH2O. 

A temperatura ambiente la formaldeide è un gas. Inoltre è una sostanza altamente solubile in acqua, che è incolore, ma ha un forte e caratteristico odore piuttosto pungente. 

Dove si trova la formaldeide e quali sono i settori in cui è maggiormente utilizzata? 

La formaldeide si può trovare in moltissimi oggetti, che comunemente tutti abbiamo in casa, stiamo parlando ad esempio di prodotti del settore arredamento, come: mobili di cucina o bagno, parquet, moquette, vernici e travi in legno. 

Ma non solo, la formaldeide è largamente utilizzata anche in pannelli di truciolato e compensato e viene associata frequentemente alla resina melaminica. 

La formaldeide è poi utilizzata in ambito medico, per via delle sue proprietà antibatteriche e nello specifico viene utilizzata per disinfettare gli strumenti; ma è largamente adoperata anche all’interno del settore della cosmesi ed è per questo motivo che vi è formalina anche in dentifrici, shampoo, smalti per unghie e in alcuni detersivi. 

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Infine, non bisogna dimenticare, che anche l’industria del cibo utilizza la formaldeide, in questo caso sfruttandola per la conservazione dei cibi, ma non in quantità considerate pericolose per la salute dell’uomo. 

Quali sono i rischi da esposizione alla formaldeide? 

Trattandosi di un gas, l’esposizione alla formaldeide in alcuni specifici casi, può costituirsi come un rischio per la salute umana. 

Nello specifico, se inalata in ingenti quantità la formaldeide può causare irritazione oculare, di tipo nasale e a carico della gola, ma anche eruzioni cutanee e affaticamento. 

Tuttavia, c’è da dire anche che i soggetti suscettibili alla formaldeide possono sviluppare la sintomatologia indicata anche a concentrazioni inferiori e dunque non ingenti. 

Inoltre, non tutti sanno che nel 2004, l’IARC, ossia l’International Agency for Research on Cancer ha inserito la formaldeide tra i composti del gruppo I, che significa tra i composti cancerogeni certi; è per questo motivo che il livello di concentrazione di formaldeide dovrebbe essere sempre più basso possibile. 

Cosa si può fare per ridurre i rischi da esposizione alla formaldeide? 

Per ridurre l’esposizione alla formaldeide, è possibile mettere in atto alcune misure, secondo quanto consigliato dal ministero della Salute, ecco nello specifico quali sono: 

  • Eliminare o limitare, dove possibile, l’impiego di materiali contenenti formaldeide (tappezzerie, moquette, mobili in truciolato etc..).  
  • Utilizzare prodotti a basso contenuto di formaldeide; ad esempio utilizzare prodotti a base di legno truciolare a minor emissione che contengono resine fenoliche, non a base di urea-formaldeide. 
  • Aumentare la ventilazione, particolarmente dopo aver introdotto nuove fonti di formaldeide nell’ambiente confinato.  
  • Utilizzare dispositivi di condizionamento dell’aria o deumidificatori per mantenere moderata la temperatura e ridurre i livelli di umidità. 

Le normative in Italia sull’utilizzo della formaldeide: cosa stabiliscono? 

La circolare emessa dal ministero della Sanità n.57 datata 22 giugno del 1983 e denominata “Usi della formaldeide – Rischi connessi alle possibili modalità d’impiego”, riporta cheil limite massimo di esposizione è fissato a 0,1 ppm (124 μg/m3), negli ambienti di vita e di soggiorno in via sperimentale e provvisoria. 

Tale linea è stata poi confermata nel più recente decreto del 10 ottobre 2008, che è stato denominato “Disposizioni atte a regolamentare l’emissione di aldeide formica da pannelli a base di legno e manufatti con essi realizzati in ambienti di vita e soggiorno”, il quale riporta anche le metodiche da adoperare per utilizzare le misurazioni delle concentrazioni.