Ingrediente ampiamente utilizzato in cucina, il cumino è una spezie di origine indiana con importanti benefici, ma per cui esistono alcune controindicazioni all’uso. Vediamo quali
La pianta del cumino (Cuminum cyminum) appartiene alla famiglia delle Apiaceae e da essa derivano i semi di cumino, principalmente utilizzati come spezia. Hanno forma e colore simili a quelli dell’anice e del finocchio e si tratta di semi ampiamente diffusi nella cucina indiana, dove trova impiego specie nella preparazione del curry. Il cumino presenta diverse proprietà benefiche per la salute che lo hanno reso, nel tempo, molto utilizzato nella medicina tradizionale. Le proprietà dei semi di cumino sono ormai state validate tramite diversi studi scientifici.
Proprietà e benefici del cumino
Oltre ad avere il ruolo di insaporitore di pietanze, il cumino presenta diversi effetti benefici sulla salute, tra cui:
- favorire la digestione e contrastare i fastidi associati allo sviluppo di gas intestinale;
- contrastare il diabete, riducendo i livelli di zuccheri nel sangue, e l’ipercolesterolemia;
- avere attività antinfiammatoria;
- è ricco di ferro. Questo può renderlo utile per patologie come l’anemia, i cui sintomi possono essere alleviati dall’assunzione di cumino;
- è ricco di antiossidanti;
- attivare e fortificare il sistema immunitario;
- migliorare l’apprendimento e la concentrazione, oltre ad alleviare i sintomi dell’insonnia. Le sue proprietà rilassanti e calmanti lo rendono un valido aiuto anche contro l’ansia e lo stress;
- possedere proprietà benefiche verso i capelli, abbassando la presenza di doppie punte ed eliminando la forfora. L’uso topico del decotto di cumino aiuta ad idratare il cuoio capelluto e a rendere il capello più luminoso e morbido;
- ha un effetto antinvecchiamento e protettivo per la pelle, stimolando la produzione di collagene e mantenendo la pelle tonica, luminosa e morbida, oltre ad avere proprietà disinfettanti e antifungine;
- favorire il consumo di calorie e grassi, innalzando la temperatura corporea. Chiaramente, il cumino da solo non è sufficiente a favorire la perdita di peso, ma va inserito all’interno di una dieta ben bilanciata coniugata ad attività fisica.
L’utilizzo di cumino in cucina aiuta certamente a garantirsi un apporto adeguato di vitamine e minerali necessari all’organismo per mantenersi in salute, in ragione delle sue proprietà nutrizionali. La spezia è infatti un’ottima fonte di potassio, alleato della salute cardiovascolare, di calcio e fosforo (utilissimi per la salute di ossa e denti), di ferro e rame (implicati nella produzione dei globuli rossi) e di manganese. Quest’ultimo, insieme ai carotenoidi e alle vitamina A, C ed E, aiuta a difendere l’organismo dallo stress ossidativo. Il suo contenuto in vitamina K è utile per rallentare la coagulazione, mentre le vitamine del gruppo B, insieme allo zinco, garantiscono il corretto funzionamento del metabolismo. In particolare, i folati, favoriscono lo sviluppo corretto del sistema nervoso durante la gestazione.
Controindicazioni
Rispetto alle controindicazioni, pare che il cumino possa interferire con l’assunzione di alcuni farmaci, in particolare con gli antidiabetici e gli anticoagulanti (aumentando il rischio di sanguinamento). In alcune persone, il cumino può causare reazioni allergiche, i cui sintomi comuni includono prurito, gonfiore e difficoltà respiratorie. In rarissimi casi, una reazione allergica al cumino può essere grave e richiedere cure mediche immediate. L’uso eccessivo di cumino in polvere o estratto di cumino può causare effetti collaterali, come irritazioni della pelle, problemi gastrointestinali o leggeri problemi respiratori. Le donne incinte o che allattano dovrebbero evitare l’assunzione di integratori a base di cumino, dal momento che non ci sono ancora informazioni sufficienti circa la sicurezza di questa spezia durante la gestazione.
Nella maggioranza dei casi, comunque, il cumino viene considerato sicuro quando utilizzato come spezia in piccole quantità . Tuttavia, le persone con problemi di salute specifici o che assumono regolarmente dei farmaci dovrebbero consultare un medico prima di utilizzare il cumino come supplemento.
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Il cumino e le coliche
Le coliche addominali, specie di origine ansiosa, sono fenomeni piuttosto comuni. Anche in questo caso giunge in soccorso il cumino, la seconda spezia al mondo utilizzata dopo il peperoncino nel trattamento sintomatico delle forme dolorose gastriche e intestinali, accompagnate da flatulenza ed eruttazioni.
Essendo i semi del cumino ricchi di un olio essenziale, la cui frazione più importante è rappresentata da carvone e limonene (terpeni), possono essere molto utili per combattere le coliche. Di fatto, stimolando da un lato la secrezione gastrica, e dall’altro avendo un’azione antispasmodica, il cumino si rivela un prezioso alleato contro coliche e crampi addominali, anche di origine nervosa.
Il cumino e il suo potere digestivo
Tra le spezie, è probabile che il cumino sia una di quelle a maggiore attività digestiva, incisiva ed efficace. La sua ricchezza in oli essenziali sembrerebbe, infatti, stimolare il processo digestivo tramite un’attivazione e un aumento di enzimi nello stomaco e nel tratto intestinale. In particolare, il composto aromatico cuminaldeide sarebbe responsabile dell’attivazione delle ghiandole salivari (che aiutano la prima parte della digestione) e delle ghiandole che producono gli enzimi digestivi. Anche la presenza del timolo stimola le ghiandole a secernere acidi, enzimi e bile. L’effetto digestivo è associato anche ad una forte attività carminativa, che contrasta i problemi di gas intestinali e flatulenza. Se utilizzato come decotto dopo i pasti, il cumino può essere in grado di alleviare eventuali dolori addominali e favorire la guarigione di ferite/infezioni a livello del tratto gastrointestinale.
Proprietà nutrizionali del cumino
100 g di semi di cumino apportano circa 375 calorie, di cui:
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8,06 g di acqua
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17,81 g di proteine
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22,27 g di lipidi, tra cui: 1,535 g di grassi saturi, 14,040 g di grassi monoinsaturi e 3,279 g di grassi polinsaturi
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44,24 g di carboidrati
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2,25 g di zuccheri
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10,5 g di fibre
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1.270 UI di vitamina A
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7,7 mg di vitamina C
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4,579 mg di niacina
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3,33 mg di vitamina E
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0,628 mg di tiamina
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0,435 mg di vitamina B6
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0,327 mg di riboflavina
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10 µg di folati
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5,4 µg di vitamina K
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1.788 mg di potassio
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931 mg di calcio
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499 mg di fosforo
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366 mg di magnesio
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168 mg di sodio
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66,36 mg di ferro
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4,80 mg di zinco
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3,3 mg di manganese
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0,867 mg di rame
Bisogna comunque considerare che, date le ridotte quantità con cui normalmente si assume cumino, considerarne i valori nutrizionali può risultare irrilevante.
Come utilizzare il cumino in cucina: alcune ricette
Il sapore del cumino è forte e deciso, leggermente amaro e pungente, per cui sono sufficienti pochi semi per insaporire un piatto e conferirgli un gusto diverso. Per conferire quindi un tocco in più alle pietanze, come verdure, carne, pesce e salse, può essere un valido alleato. Può essere utilizzato anche per realizzare tisane di cumino, utili per favorire la digestione. Il cumino si presta bene ad aromatizzare alcuni piatti, come:
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pollo al curry
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hummus di ceci
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felafel
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zuppe di legumi
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patate al forno
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salse
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marinature.
Controindicazioni dell’olio di cumino: l’olio essenziale usato come additivo
Seguendo una richiesta della Commissione Europea, l’Efsa ha elaborato un’opinione scientifica in merito alla sicurezza e all’efficacia dell’olio ottenuto dal Cuminum Cyminum, utilizzato spesso come additivo in cibi e bevande.
Rispetto alle impurità , è stata indagata la presenza di mercurio, cadmio, arsenico, diossine, pesticidi, aflatossine e altri composti pericolosi. Il risultato è che, dal momento che l’olio di cumino è prodotto tramite distillazione, la presenza di questi elementi è molto bassa, fatta eccezione per il mercurio. Rispetto alle quantità di utilizzo, l’Efsa ha stabilito un uso massimo di 15 mg/kg per tutte le specie animali. Una questione importante riguarda la presenza dei composti estragolo e dillapiolo, entrambi provati come cancerogeni in ratti. Infatti, almeno il 50% degli animali esposti a queste sostanze ha sviluppato un tumore epatico in 18 mesi. In ogni caso, la quantità di queste sostanze è veramente bassa nell’olio di cumino, aggirandosi tra lo 0.001-0.046% per l’estragolo e tra lo 0.027-0.040% per il dillapiolo. Tali quantità sono assorbite, metabolizzate e rapidamente escrete, per cui non ci si aspetta che possano accumularsi nei tessuti.
In sintesi, ecco i risultati più indicativi dell’opinione dell’Efsa:
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sono state effettuate prove periodiche per identificare la presenza di sostanze rappresentative come mercurio, cadmio, piombo, arsenico, fluoro, diossine, bifenili policlorurati, pesticidi organo clorurati, antiparassitari, aflatossine B1, B2, G1, G2; dato che l’olio di comino è prodotto tramite distillazione in corrente di vapore, la probabilità di un eventuale riporto misurabile di tali elementi è molto basso, eccezion fatta per il mercurio;
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la durata di conservazione dell’olio di cumino è fissata a 12 mesi, in condizioni standard, in luoghi freschi, asciutti e protetti dalla luce;
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il livello massimo di impiego deve essere fissato a 15 mg/kg per tutte le specie animali;
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l’olio può essere considerato irritante per occhi e pelle e come un sensibilizzatore per la pelle e l’apparato respiratorio;
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l’esposizione all’estragolo e al dillapiolo non può essere esclusa.