Ma il microonde fa male?

MICROONDE

Questa è una domanda che si pongono in molti: tra miti, false credenze e fake news cerchiamo di capire come stanno davvero le cose

Uno dei più comuni falsi miti riguarda la presunta cancerogenicità del forno a microonde; molti sostengono, infatti, che il suo utilizzo aumenti il rischio di cancro e che il cibo scaldato con questo elettrodomestico sia meno nutriente di quello cotto o riscaldato per vie alternative.

Probabilmente la ragione alla base di questa credenza risiede nel fatto che i forni a microonde funzionano tramite radiazioni a radiofrequenza. In verità, tuttavia, soltanto le radiazioni ad elevata energia hanno potere ionizzante, cosa che non può dirsi delle radiazioni prodotte dal forno a microonde.

Come funziona il microonde

Il microonde è un elettrodomestico che scalda il cibo sfruttando l’interazione della materia (in particolare le particelle di acqua e grassi contenute negli alimenti) con i campi elettromagnetici generati dall’apparecchio. Rispetto ai metodi di cottura classici (fornelli e forni elettrici o a gas), che scaldano per irraggiamento o conduzione partendo dall’esterno verso l’interno dell’alimento, il microonde cuoce primariamente la parte centrale e solo successivamente quella esterna, più secca. Si tratta di un metodo di cottura decisamente non innovativo, considerando che il brevetto del microonde risale al 1946 e il primo modello industriale fu commercializzato nel 1947.

Ciò significa che, alle nostre spalle, abbiamo un numero sufficiente di anni di osservazione per poter affermare che questo sistema di cottura non è correlato a rischi per la salute.

La questione “radiazioni”

Come accennato, il microonde funziona tramite radiazioni a radiofrequenza, assorbite dalle molecole di acqua e grasso che, grazie all’energia ricevuta, sono in grado di vibrare. L’attrito molecolare provocato dallo sfregamento genera calore, che in ultima istanza cuoce il cibo.

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Ma bisogna far chiarezza sul termine “radiazione”.

Contrariamente a quanto si pensa, non tutte le radiazioni sono in grado di interagire con il Dna inducendo mutazioni genetiche. Perché questo accada, è infatti necessario che ci sia sufficiente energia, caratteristica tipica dei raggi X, dei raggi gamma e di quelli Uv, che appartengono alla categoria delle radiazioni ionizzanti. È proprio la capacità ionizzante, legata all’elevata energia contenuta nella radiazione, a rendere le radiazioni pericolose per il Dna.

Le radiazioni a radiofrequenza come quelle del microonde sono invece a bassa energia e di tipo non ionizzante. Hanno quindi energia sufficiente da far vibrare gli atomi all’interno di una molecola, ma non per allontanare un elettrone dal suo legame. Il mito del cibo radioattivo se riscaldato in microonde è quindi sfatato: è esposto a energia insufficiente perché possa provocare un simile fenomeno. Le radiazioni non ionizzanti del microonde sono del tutto analoghe a quelle usate in telefonia, anche se con lunghezza d’onda differente.

Altra domanda che ci si potrebbe porre è se, in ogni caso, le microonde non possano fuoriuscire dal forno ed essere rischiose. La risposta è no: grazie all’involucro di metallo e alla fine rete metallica del microonde, incorporata nello sportello del forno, la maggior parte delle microonde rimane all’interno dell’apparecchio. In prossimità delle pareti (intorno ai 30 cm) è misurabile un campo elettrico, ma i valori rimangono comunque inferiori a quelli ammessi. Come precauzione generale, comunque, si può comunque evitare di stare a contatto ravvicinato con il dispositivo mentre è in funzione.

E allora quali sono i rischi reali?

Un rischio significativo potrebbe essere, nell’utilizzo del microonde, quello di scottature o ustioni. Al fine di prevenirlo, è però sufficiente che il microonde sia ben schermato.

Altra questione riguarda i valori nutrizionali: da questo punto di vista, è bene ricordare che il cibo cotto e scaldato è sempre più povero, in termini di nutrienti, rispetto a quello crudo. Ciò è imputabile al fatto che molte vitamine e proteine si denaturano con il calore, ma il fatto è vero sia per le cotture tradizionali che per quelle con il microonde. A onor del vero, bisognerebbe dire che spesso alcuni cibi scaldati al microonde (come pesce o verdure) cuociono in breve tempo e senz’acqua, per cui il loro valore nutrizionale risulta più elevato dei loro corrispettivi cucinati in modo classico.

E le microonde, possono avere effetti negativi sugli alimenti? No, ripetute indagini sono state condotte nel corso degli anni per verificare la presenza di sostanze tossiche nei cibi riscaldati o cotti nel microonde. Queste ricerche hanno rilevato che non ci sono sostanziali differenze rispetto alla cottura convenzionale.

Allora quali sono i rischi reali nell’utilizzo del microonde? Nessuno certamente legato al cancro, ma vi è sicuramente un rischio superiore di contrarre infezioni o intossicazioni per via della temperatura alla quale il cibo viene portato. Un alimento conservato a lungo in frigo, quando scaldato in pentola e portato ad ebollizione vede rapidamente ridursi la sua carica batterica. Lo stesso cibo, lasciato solo per pochi minuti in microonde, potrebbe invece conservare gran parte della sua carica batterica, conducendo a conseguenti disturbi gastrointestinali. Un consiglio utile in tal senso potrebbe essere quello di utilizzare il microonde solo per cibi freschi o conservati correttamente e per un tempo limitato in frigorifero.

Consigli per una lunga durata e un corretto funzionamento

Se è vero che non esistono rischi immediati nell’utilizzo di un microonde, vero è anche che non bisognerebbe adottare comportamenti erronei nell’usare questo elettrodomestico (regola che, di fatto, è valida anche per tutti gli altri). Rispettare determinate regole operative avrà sicuramente un duplice vantaggio: da un lato, garantirà al microonde una vita più lunga; dall’altro, eviterà un suo deterioramento e eventuali conseguenti danni.

Cosa non fare?

  • Sarebbe bene evitare di lavare parti connesse al cavo di alimentazione;
  • evitare di collegare l’apparecchio insieme ad altri dispositivi, dal momento che troppi dispositivi possono portare ad un surriscaldamento, con conseguenti danneggiamenti del cavo di alimentazione sino a principi di incendio;
  • non utilizzare utensili in metallo o contenitori con placcatura in oro o argento;
  • non accendere un forno a microonde vuoto, poiché questo potrebbe danneggiare la sua parte principale, il magnetron;
  • preservare il magnetron significa anche non utilizzare piatti della scorretta dimensione, poiché potrebbero graffiare la superficie interna ed impedire alle microonde di essere riflesse correttamente;
  • non utilizzare contenitori di plastica, dal momento che la plastica rilascia sostanze nocive se riscaldata. Il riscaldamento degli alimenti nel film alimentare porterà anche al trasferimento di sostanze cancerogene dalla plastica al cibo.

In sintesi, quali materiali evitare? Le microonde non hanno problemi con il vetro, la porcellana, alcune plastiche, la carta, il legno, mentre i contenitori metallici creano effetti pirotecnici che possono danneggiare il forno in maniera irreversibile.

Il modo in cui un microonde riscalda liquidi e solidi è adatto solo per alcuni alimenti e materiali. Ecco una lista di oggetti/alimenti da evitare nel microonde:

  • Oggetti in metallo;
  • Stagnola;
  • Posate in acciaio inox;
  • Porcellane antiche(poiché spesso hanno vernice metallica);
  • Sacchetti(di plastica);
  • Spugne;
  • Uva (può esplodere);
  • Uova (può esplodere);
  • Liquidi imbottigliati;
  • Peperoncini secchi (possono incendiarsi o essere nocivi);
  • dispositivi elettronici.

In sintesi: considerazioni sul microonde

Come affermato dall’Airc (la Fondazione per la ricerca sul cancro), in sintesi, non vi è alcuna dimostrazione che l’uso del forno a microonde aumenti il rischio di cancro, e ancor meno che il cibo scaldato con questo elettrodomestico possa essere meno nutritivo di quello cotto o riscaldato in altro modo. Le considerazioni dell’Airc sono:

  • I forni a microonde scaldano il cibo grazie all’azione di radiazione a radiofrequenza, dotata di una bassa quantità di energia.
  • Solo le radiazioni ad alta energia hanno potere ionizzante, cioè sono in grado di modificare la struttura subatomica della materia e quindi di indurre alterazioni del DNA che possono aumentare il rischio di cancro.
  • Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, proprio perché non è sottoposto a radiazioni ionizzanti.
  • Dal punto di vista nutrizionale, in molti casi è meglio cuocere gli alimenti col microonde che con i metodi classici. Il microonde ha il vantaggio di non usare forme di calore diretto e questo permette di conservare al meglio il contenuto di vitamine e di altre molecole che invece riducono la loro concentrazione soprattutto perché si disperdono nell’acqua di cottura. Nel microonde l’acqua di cottura è presente nell’alimento e non serve aggiungerne. Il microonde è molto simile da questo punto di vista alla cottura a vapore e quindi non richiede l’uso di acqua per cuocere mentre le perdite per le proteine, gli zuccheri o i grassi durante la cottura a microonde sono simili a quelle osservate nella cottura tradizionale.

Il microonde è meno efficace della cottura classica nell’eliminare eventuali batteri o tossine che possono essere presenti nel cibo mal conservato, per cui il maggior rischio per la salute è legato all’eventuale cattiva conservazione dei cibi e al conseguente riscaldamento con questo sistema, poco attivo contro i microrganismi.