Diverticolite quali sono i sintomi e come prevenirla

diverticolite

Riconoscere i sintomi della diverticolite è importante, anche perché i diverticoli potrebbero nascondere altri e ben più gravi problemi di salute. Fondamentale è la prevenzione attraverso alimentazione sana (meglio i cereali integrali) e attività fisica (stimola le pareti intestinali).

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) la diverticolite, infiammazione dei diverticoli, colpisce circa il 10% della popolazione e raramente causa problemi. Sebbene sia più frequente tra gli anziani, può comparire a qualsiasi età e la sua diffusione sotto i 30 anni resta relativamente molto bassa (1-2%). Tuttavia, problemi come diverticolite e diverticolosi sono destinati a salire a causa del continuo peggioramento delle abitudini alimentari della popolazione. Le donne hanno una probabilità doppia rispetto agli uomini di sviluppare diverticolite.

Cosa sono i diverticoli?

Alessandro Armuzzi, responsabile dell’Unità Operativa di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali di Humanitas, descrive i diverticoli come delle estroflessioni della mucosa e della sottomucosa paragonabili a piccole tasche, che possono formarsi nel tubo digerente, ma la loro sede più frequente è sulle pareti intestinali a livello del colon.

Per estroflessioni si intende una dilatazione o ripiegamento verso l’esterno. Il termine “estroflessione” non a caso viene spesso utilizzato in italiano come sinonimo di “shaped canvas” il quale indica una particolare forma espressiva artistica della pittura consistente nel creare una dilatazione spaziale verso l’esterno della tela, per lo più monocromatica, tramite specifici accorgimenti tecnici. Soprattutto nell’arte contemporanea si esprime con opere in cui il contenuto “fuoriesce” dallo spazio della tela dando una connotazione tridimensionale all’arte figurativa.

Differenza tra diverticolosi e diverticolite

Armuzzi spiega che queste estroflessioni, definite diverticoli, si possono formare in vari punti del tratto digerente, ma spesso si sviluppano più a livello della parete intestinale del colon. In particolare, la parete del colon è costituita da quattro strati, che partendo dall’interno sono mucosa, sottomucosa, tonaca muscolare e tonaca sierosa. Il processo di formazione dei diverticoli avviene quando i due strati più interni della parete, cioè mucosa e sottomucosa, si fanno strada, in adiacenza ai punti di entrata dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la parete stessa, fino a protrudere nella cavità addominale.

Detto questo, bisogna distinguere le problematiche da diverticoli.

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Cos’è la diverticolosi

Presente in meno del 10% degli individui con età inferiore ai 40 anni, e in oltre il 50% degli individui con età superiore ai 60 anni, è caratterizzata dalla presenza, asintomatica, di diverticoli. Nell’80% dei casi, infatti, questi si scoprono per caso durante una colonscopia, un’ecografia o un altro esame radiologico a livello addominale eseguiti per altri motivi. Nelle popolazioni occidentali sono localizzati soprattutto nel colon sinistro (>95% nel sigma), mentre nelle popolazioni asiatiche sono più frequenti nel colon destro.

Cos’è la malattia diverticolare

La malattia diverticolare sintomatica non complicata colpisce fino al 15% dei soggetti portatori di diverticolosi che possono riportare sintomi come gonfiore, dolore addominale (soprattutto in basso a sinistra dell’addome) e alterazione della regolarità intestinale, peraltro sovrapponibili a quelli del colon irritabile.

Cos’è la diverticolite

La diverticolite assume una forma acuta quando diventa malattia diverticolare, detta appunto “malattia diverticolare con diverticolite acuta”. Questo problema riguarda fino al 5-10% dei soggetti portatori di diverticolosi che possono sviluppare infezione/infiammazione dei diverticoli. Questa condizione comporta sintomi come dolore addominale forte e prolungato, associato a stipsi/diarrea, meteorismo, nausea, calo dell’appetito, ed accompagnato a febbre. Si può ulteriormente suddividere in diverticolite non complicata (infezione/infiammazione circoscritta) e complicata (associata ad ascesso, peritonite o sanguinamento).

La colite associata a diverticolosi

Esiste un’altra condizione, che è quella di colite segmentaria associata a diverticolosi. Questa riguarda una piccola percentuale di soggetti con diverticolosi e può sviluppare un processo infiammatorio localizzato nella mucosa del colon tra i diverticoli, con caratteristiche endoscopiche ed istologiche simili a quelle delle malattie infiammatorie croniche intestinali.

Le cause della diverticolite

I diverticoli del colon rappresentano un’alterazione anatomica piuttosto diffusa, la cui formazione può essere favorita da:

  • Predisposizione genetica

Armuzzi cita alcuni studi recenti dai quali emerge una concordanza tra gemelli e varianti geniche associate a malattia diverticolare.

  • Età

Soprattutto dopo i 40 anni, perché invecchiando, il tessuto connettivo che sostiene l’intestino va incontro a una maggiore lassità.

  • Cattive abitudini alimentari

Può essere causata da una dieta a basso contenuto di fibre.

  • Obesità
  • Sedentarietà
  • Assunzione di antinfiammatori (come farmaci steroidei e anti infiammatori non steroidei)
  • Stipsi cronica che determina una maggior pressione interna sulle pareti del colon.

Quali sono i sintomi della diverticolite

I sintomi più comuni della diverticolite sono:

  • Dolore costante nella parte in basso a sinistra della pancia;
  • Cambiamento nelle normali abitudini intestinali, presenza di stipsi ostinata o diarrea;
  • Gonfiore addominale;
  • Temperatura elevata (febbre) che può superare i 38 gradi;
  • Sensazione generale di stanchezza e malessere;
  • Nausea;
  • Vomito;
  • Crampi addominali.

In caso di presenza di questi disturbi è opportuno rivolgersi al proprio medico di famiglia per una valutazione e per escludere altre malattie che causano sintomi simili come, ad esempio:

  • Gastrite acuta;
  • Gastroenterite:
  • Pancreatite;
  • Infiammazione della colecisti (colecistite);
  • Appendicite acuta (quando l’appendice è situata in basso a sinistra o nello scavo pelvico);
  • Colite ulcerosa e morbo di Crohn del colon;
  • Tumore all’intestino (in particolare del colon);
  • Infezione o calcolosi alle vie urinarie;
  • Infiammazione degli annessi dell’apparato genitale femminile (ovaio e tuba)

Differenza diverticolite e intestino irritabile

È facile confondere la diverticolite con la sindrome dell’intestino irritabile. Quest’ultima può causare sintomi simili ma, in genere, non sono presenti febbre, nausea e vomito.

Cosa fare in caso di sospetta diverticolite?

La presenza di diverticoli può essere diagnosticata attraverso esami di colonscopia tradizionale, TAC addominale o colonscopia virtuale che altro non è che una TAC addominale con ricostruzione tridimensionale del colon. Questa indagine consente l’osservazione accurata della parete interna intestinale in modo non invasivo, senza l’inserimento di una sonda endoscopica nell’intestino. Ma anche clisma opaco a doppio contrasto.

In presenza di diverticoli, anche in assenza di sintomatologia, è generalmente consigliato sottoporsi a una visita gastroenterologica di controllo con cadenza annuale.

Come prevenire la diverticolite?

Un corretto stile di vita può aiutare a ridurre il rischio di formazione di diverticoli.

  • L’alimentazione ricca di fibre

In particolare si consiglia di privilegiare una dieta ricca di fibre (cereali integrali) e povera di grassi saturi, per contrastare un’eventuale stitichezza, e di garantire al proprio corpo un giusto apporto di acqua (durante i pasti o subito dopo), per promuovere la peristalsi intestinale, cioè i movimenti che inducono l’espulsione delle feci.

  • Bere molti liquidi

Bisogna bere molti liquidi. Le fibre assorbono l’acqua rendendo ancora più morbide le feci. Al contrario, se non si bevono abbastanza liquidi le fibre possono creare costipazione.

  • Fare attività fisica

È utile svolgere regolarmente attività fisica, commisurata alle proprie condizioni di salute, perché anche la tonaca muscolare del colon ne trae beneficio. L’attività fisica infatti aiuta a mantenere tonici i muscoli della parete addominale, migliora la motilità intestinale e riduce il rischio di ristagno di feci nei diverticoli.

Cosa fare in caso di diverticoli?

A seguito della diagnosi di diverticolosi o di malattia diverticolare sintomatica non complicata, il paziente non è solitamente tenuto a rispettare una dieta particolare, anche se in genere si consiglia di aumentare l’assunzione di acqua, cereali, frutta e verdura, ed eventualmente di utilizzare anche sostanze formanti massa fecale soffice (ad esempio psyllium o macrogol), così da incrementare l’apporto di fibre (almeno 30 grammi al giorno) e quindi ridurre la pressione interna del colon (per questo sono utili anche i farmaci antispastici), promuovere la motilità intestinale e contrastare la stitichezza.

Trattamenti periodici a base di terapia antibiotica o antinfiammatoria ad azione intestinale, o a base di probiotici possono essere di una certa utilità nel ridurre la sintomatologia intestinale, ma non la frequenza della diverticolite.

In caso, invece, di diverticolite acuta può rendersi necessario il ricovero ospedaliero: nella maggior parte dei casi comunque la problematica si risolve senza ricorrere alla chirurgia (riservata ai casi che sviluppano complicanze o ripetuti attacchi di diverticolite acuta). Il gastroenterologo in genere propone innanzitutto una dieta che metta a riposo l’intestino, evitando per alcuni giorni di assumere fibre vegetali, preferendo un’alimentazione più liquida o comunque che alla giusta idratazione abbini soprattutto carboidrati e proteine. Alla dieta è poi generalmente abbinata una terapia antibiotica.

I sintomi di diverticolite trascurata e cosa fare

Non curare la diverticolite o non prevenirla (o curarla) attraverso anche una corretta alimentazione e attività fisica, può comportare anche gravi conseguenze con sintomi riconoscibili. Ecco quali.

  • Sanguinamento dei diverticoli

Nel 5% delle persone con diverticolosi può verificarsi un sanguinamento, questa percentuale sale fino al 17% nel caso di diverticoli infiammati (diverticolite). Il sanguinamento si risolve spontaneamente nel 70-80% dei casi. Tuttavia, se è molto abbondante, potrebbe essere necessario il ricovero in ospedale.

  • Ripercussioni sull’apparato urinario

La diverticolite, se la parte infiammata dell’intestino viene a contatto con la vescica, può causare dolore mentre si urina, bisogno di urinare più spesso del solito e, in rari casi, la formazione di una comunicazione anomala fra intestino e vescica (fistola) con conseguente presenza di aria nelle urine.

  • Perforazione del diverticolo

La perforazione della parete del diverticolo dovuta all’infiammazione avviene molto comunemente. In genere, si tratta di microperforazioni circoscritte che non determinano la diffusione del contenuto fecale in altri organi. In circa l’1-2 % delle persone può portare alla formazione di ascessi e fistole. In rari casi, un diverticolo infetto si può rompere diffondendo l’infezione all’interno dell’addome e causando l’infiammazione del peritoneo (peritonite). In tale eventualità è necessario il ricovero ospedaliero.

  • Formazione di ascessi

La complicazione più comune della diverticolite (30% dei casi) è la formazione di un ascesso (raccolta di pus) sulla parete esterna del colon. Se è molto piccolo, di solito meno di 4 centimetri, può essere curato con gli antibiotici. Gli ascessi più grandi sono trattati con una tecnica nota come drenaggio percutaneo ecoguidato, una procedura eseguita in anestesia locale dal radiologo che, utilizzando uno scanner ad ultrasuoni (ecografo) per individuare la posizione esatta dell’ascesso, inserisce un ago sottile nell’addome e drena il pus.

  • Formazione di fistole

Un’altra complicazione della diverticolite (14% dei casi) è la formazione di un passaggio anomalo (fistola) tra vari tratti dell’intestino o tra l’intestino ed altri organi (colecisti, utero, vagina, vescica). Il passaggio delle feci in altri organi può causare l’insorgenza di infezioni locali come, ad esempio, una infezione della vescica (cistite). Le fistole, di solito, sono eliminate chirurgicamente.

  • Attenzione all’ostruzione intestinale

In rari casi, la diverticolite acuta si associa a un’ostruzione intestinale (blocco intestinale) dovuta al rigonfiamento della parete del colon. Più frequentemente, il ripetersi di episodi acuti con la presenza di disturbi (sintomi) dolorosi che persistono per 6 mesi-1 anno (diverticolite cronica), dà origine ad un restringimento del colon, in corrispondenza della parte infiammata, dovuto al formarsi di cicatrici conseguenti alla guarigione dell’infiammazione. Il restringimento del colon può rappresentare un ostacolo parziale, o totale, al passaggio delle feci e del gas intestinale. In questi casi, è necessario intervenire rapidamente, soprattutto se si tratta di un blocco completo (assenza di passaggio di feci e gas intestinale nelle ultime 24 ore). Disturbi di questo tipo devono essere riferiti al medico curante che valuterà l’opportunità di un ricovero ospedaliero. Se il medico non è disponibile bisogna recarsi al pronto soccorso.

Il blocco intestinale causato da una infiammazione dei diverticoli (diverticolite) è molto raro.

La presenza di diverticoli potrebbe nascondere un tumore del colon, vera causa dell’ostruzione. È sempre necessario, quindi, approfondire la diagnosi con l’esecuzione di esami strumentali.

La diverticolite causa il tumore?

Antonio Iannetti, docente dell’Università La Sapienza Roma Policlinico Umberto I ricorda che alcuni studi hanno mostrato una maggior frequenza di polipi nei pazienti affetti da diverticoli. Attualmente però non esistono dati sull’associazione tra diverticolosi e tumori del colon.

È vero, invece, che questo “killer silenzioso” quale è stato definito il cancro al colon, potrebbe dipendere anche da alimentazione e abitudini scorrette. La Fondazione Airc spiega che una dieta ad alto contenuto di grassi animali e proteine sembra favorire la trasformazione maligna di eventuali polipi del colon preesistenti. Questo non sembra avvenire con i grassi vegetali, insaturi.

Le fibre alimentari (cereali integrali), in particolare quelle che non vengono digerite, come la crusca, sembrano avere un effetto protettivo. Si è osservato che le popolazioni prevalentemente vegetariane hanno un’incidenza di carcinoma del colon-retto ridotta del 30% rispetto a quelle che invece seguono altri tipi di dieta.

Difficilmente la dieta è l’unica causa di un tumore del colon, ma può contribuire allo sviluppo della patologia insieme ad altri fattori di rischio.