Quali sono le conseguenze di un’eccessiva assunzione di vitamina E

vitamina E

Le conseguenze di un’eccessiva assunzione di vitamina E (tocoferolo) possono essere serie. Ma i rischi maggiori derivano dall’assunzione di integratori. Una sana ed equilibrata alimentazione non comporta eccessi

 

Nella salute e nell’alimentazione spesso serve equilibrio. Carenze o eccesso di sostanze nutritive possono determinare disturbi o vere e proprie patologie. Accade anche con nutrienti dei quali c’è la convinzione diffusa che si possa abbondare pensando così di fare del bene all’organismo. Uno dei falsi miti alimentari riguarda le vitamine liposolubili. Un eccesso di vitamine liposolubili conduce a uno stato di ipervitaminosi. Questa condizione è causata da un’eccessiva assunzione di vitamina E (ma anche A, D o K). Un’eccessiva assunzione di vitamina E (detta anche tocoferolo) può portare a disturbi intestinali. Le restanti vitamine possono procurare altre reazioni, anche gravi. Tuttavia è difficile assumerne in quantità eccessive attraverso l’alimentazione. Le conseguenze di un’eccessiva assunzione di vitamina E sono in gran parte legate al consumo sproporzionato o non necessario di integratori.

Che succede se prendo troppe vitamine E?

Le conseguenze di un’eccessiva assunzione di vitamine E (tocoferolo) possono essere negative, ma accade molto raramente. La conferma arriva dagli esperti dell’Irccs Humanitas. I sintomi cui può andare incontro l’organismo possono essere:

  • Innalzamento della pressione sanguigna (condizione pericolosa per chi già soffre di ipertensione);
  • Problemi per chi soffre di tiroide, dal momento che si viene a creare una riduzione degli ormoni di questa ghiandola;
  • Ma anche stanchezza diffusa;
  • Disturbi della digestione;
  • Debolezza muscolare;
  • Sanguinamento;
  • Nausea e vomito.

Perché troppa vitamina E fa male?

Alla vitamina E vengono riconosciute importanti qualità nella prevenzione al cancro, grazie alla sua potente azione antiossidante che le permette di proteggere le membrane cellulari. Ma questa vitamina assume un ruolo importante anche in relazione alle patologie di origine cardiovascolare, visto che è in grado di ridurre i processi di aggregazione delle piastrine, con conseguente riduzione di emboli, placche e trombi nelle arterie.

La vitamina E è inoltre un anticoagulante prezioso perché previene la coagulazione non desiderata del sangue senza impedire la normale coagulazione richiesta in caso di ferite, utile a fermare un’emorragia.

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Infine la vitamina E consente di ridurre il rischio cardiovascolare grazie al fatto che con la sua azione aumenta il livello del cosiddetto colesterolo buono.

Tuttavia il tocoferolo è una vitamina liposolubile che viene accumulata nel fegato e non è dunque necessario assumerla con regolarità, attraverso i cibi. Il corpo la rilascia a piccole dosi quando il suo utilizzo diventa necessario.

La vitamina E è anche sensibile al calore e alla luce, quindi tende a degradarsi in presenza di alte temperature.

Per via di queste condizioni diventa difficile assumerne in quantità eccessive.

Ma quando la vitamina E si accumula in modo eccessivo nel fegato e nel tessuto adiposo si rischia una tossicità da vitamina E.

Vitamina E: attenzione agli integratori

Una condizione di eccessiva assunzione di vitamina E è rara, soprattutto attraverso la nutrizione. Il Manuale medico Msd individua nell’utilizzo di troppi integratori a base di tocoferolo una delle cause che possano portare alla tossicità da vitamina E. Soprattutto quando l’utilizzo di integratori vitaminici è ingiustificato e non consigliato da un medico esperto. Inoltre, gli integratori di vitamine sono legati anche a falsi miti.

I falsi miti sugli integratori di vitamina E

Msd ricorda che molti soggetti assumono integratori di vitamina E per cercare di prevenire determinate malattie. Invece:

  • Gli integratori di vitamina E non proteggono dai disturbi cardiaci e vascolari;
  • Non esistono prove convincenti che la vitamina E, anche a dosi elevate, rallenti la progressione del morbo di Alzheimer;
  • È oggetto di controversie se gli integratori di vitamina E abbiano un’azione protettiva contro la discinesia tardiva (movimenti involontari ripetitivi di bocca, lingua, braccia o gambe: un effetto collaterale dei farmaci antipsicotici);
  • Non è dimostrato anche se aumentino o diminuiscano il rischio di ammalarsi di cancro alla prostata.

Gli effetti collaterali degli integratori di vitamina E

La vitamina E interagisce come altri antiossidanti. Gli integratori a base di vitamina E possono potenziare gli effetti di farmaci anticoagulanti come il warfarin o stimolare l’attività in favore della coagulazione della vitamina K. Possono aumentare l’inibizione dell’aggregazione piastrinica causata dall’acido acetilsalicilico.

Quanti integratori di vitamina E si possono assumere?

Gli studi sulle quantità massime di integratori a base di alfa-tocoferolo da assumere sono ancora in corso. Una quantità fino a 1000 milligrammi al giorno negli adulti sembra essere sicura. Non oltre i 1.500 in forma naturale e 1.100 in forma sintetica. Gli integratori andrebbero consigliati da un medico e dosati in base all’età, tipologia di carenza, patologia in corso.

Alcuni studi come questo  rilevano un aumento del rischio di ictus emorragico legato a consumo eccessivo di vitamina con integratori.

I soggetti più a rischio da integratori di vitamina E

Anche Msd rileva che molti adulti assumono quantità relativamente grandi di vitamina E per periodi che variano da alcuni mesi ad alcuni anni, senza alcun danno evidente. Tuttavia, dosi elevate di vitamina E possono aumentare il rischio di sanguinamento, soprattutto negli adulti che assumono anche un anticoagulante (soprattutto il warfarin), che diminuisce l’abilità di coagulazione del sangue.

Talvolta, gli adulti che assumono dosi molto elevate sviluppano debolezza muscolare, affaticamento, nausea e diarrea.

La diagnosi della tossicità di vitamina E si basa sull’anamnesi del soggetto in merito all’uso di integratori di vitamina E e sui sintomi.

Il trattamento prevede l’interruzione degli integratori di vitamina E. Se necessario, per arrestare l’emorragia viene somministrata vitamina K, che contribuisce alla coagulazione del sangue.

La vitamina E fa bene ai fumatori?

È vero che la vitamina E è importante anche perché protegge l’organismo dai danni dell’inquinamento e del fumo di sigaretta, oltre che di assimilazione delle proteine. Però non è esagerando con gli integratori che si amplificano i benefici.

Dove si trova la vitamina E e a quali cibi fare attenzione

La vitamina E, analogamente alle vitamine A, D e K, è una vitamina liposolubile che si scioglie nel grasso ed è assorbita in modo ottimale se consumata con i grassi. Oli vegetali, noci, semi, verdure a foglia verde e germe di grano sono ottime fonti di vitamina E.

Il bilanciamento della vitamina E avviene soprattutto con alimenti contenti acidi grassi polinsaturi.

Chi soffre di ipertensione o problemi di coagulazione al sangue non dovrebbe eccedere con alcuni alimenti, quali:

  • Olio d’oliva (in particolare quello spremuto a freddo);
  • Olio di mandorle;
  • Olio di mais;
  • Verdure a foglia verde come broccoli e spinaci;
  • Frutta secca (come mandorle, arachidi, nocciole, noci, ecc.);
  • Cavolfiore;
  • Sedano;
  • Carote;
  • Cereali integrali;
  • Tarassaco (utilizzato spesso come depurativo, digestivo o in insalate);
  • Semi di girasole;
  • Frutti di mare;
  • Polline e pappa reale;
  • Uova;
  • Mele.

In caso di reazioni a questi cibi, in particolare all’eccesso di assunzione di questi cibi, bisogna consultare un medico, perché potrebbero nascondere altre patologie.

Quanta vitamina E si può mangiare?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina E si aggira attorno agli 8-10 milligrammi. Con una alimentazione equilibrata, come la dieta mediterranea, è raro andare incontro a eccessi o carenze di vitamina E, a meno che non ci siano altre patologie in corso.

Carenza di vitamina E

La carenza di vitamina E è in genere collegata a una situazione di malnutrizione e nei soggetti più giovani può provocare difetti nella crescita e nello sviluppo. In generale, la mancanza di vitamina E può essere alla base dell’insorgenza di disturbi al sistema nervoso e problemi al metabolismo generale.

La vitamina E da assumere giornalmente non dovrebbe mai scendere sotto i 3 milligrammi nelle donne e 4 negli uomini.

Un’eccessiva assunzione di vitamina E

I danni che può arrecare un consumo eccessivo e ingiustificato di integratori sono oggetto di studi da anni. Nel 2012  i ricercatori giapponesi dell’università di Keyo, a Tokyo, hanno scoperto che gli integratori di vitamina E in commercio possono erodere le ossa. È accaduto nei topi di laboratorio ai quali il team guidato dal professor Shu Takeda ha iniettato una dose simile a quella contenuta negli integratori di uso comune registrando preoccupanti effetti collaterali. Il tocoferolo ha ridotto la massa delle ossa degli animali sottoposti all’esperimento.

Secondo gli esperti un iperdosaggio della vitamina E incoraggia la formazione degli osteoclasti che causano la riduzione del tessuto osseo. Gli osteoclasti sono cellule del tessuto osseo deputate al riassorbimento della componente sia organica sia inorganica della matrice ossea, svolgendo una funzione regolatrice dell’equilibrio degli ioni calcio e fosforo. Queste cellule secernono delle sostanze enzimatiche che provocano la rottura dei legami tra le fibre collagene con conseguente liberazione dei cristalli inorganici. L’azione di queste cellule è regolata dall’ormone paratiroideo, dalla calcitonina e dalla vitamina D.

Lo studio dimostrerebbe come un’overdose di vitamina E possa distruggere una quantità eccessiva di tessuto osseo.

Un deficit da vitamina E nei topi, al contrario, determinava un aumento della massa ossea.

Lo studio nipponico pubblicato sulla rivista Nature necessita di ulteriori approfondimenti, ma vero è che spesso gli integratori costituiscono una scorciatoia per deviare da comportamenti alimentari e stili di vita sani. In ogni caso bisogna sempre trovare un giusto equilibrio.

L’acetato di vitamina E nelle sigarette elettroniche

Nel 2019 alcuni test di laboratorio americani hanno rinvenuto tracce di acetato di vitamina E nelle sigarette elettroniche E-cig. L’acetato di vitamina E veniva utilizzato come additivo nella produzione di prodotti per sigarette elettroniche o vaping, contenenti Thc, uno dei principi attivi della cannabis. I dati raccolti dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Usa hanno rilevato la presenza di lesioni polmonari legate allo svapo in 2.051 persone, uccidendone 39.

Nel 2022 la ditta americana di E-cig Juul ha fatto ricorso contro il divieto di vendita in territorio americano dei suoi prodotti imposto dalla Food and Drug Administration (Fda). Il dibattito sulle sigarette elettroniche è tuttora in corso.