Alla scoperta della guava, frutto tropicale coltivato anche in Italia

GUAVA

La guava è un frutto esotico dalle numerose proprietà nutrizionali. La pianta, nota sin dalle civiltà azteche, è oggetto di studio e sempre più presente in cucina. Ma un parassita ne minaccia l’esistenza e la varietà giamaicana è già stata dichiarata estinta. 

 

Purtroppo negli ultimi anni, in cui solo l’India produce quasi 4 milioni di tonnellate di guava, sappiamo che alcune cultivar rare si sono estinte o sono a rischio di estinzione. La guava giamaicana, la Jamaican psidium che in botanica era conosciuta come Psidium dumetorum, ed era una specie preziosa della guava, nel 1998 è stata dichiarata “EX”, ossia “estinta” nella lista IUCN.

Il paradosso è che mentre questo frutto esotico dal potere antiossidante, e non solo, continua a diffondersi e a essere quasi protagonista anche delle nostre tavole, esistono ancora 150 coltivazioni varie di guava da proteggere.

 

Che cos’è la guava

La guava è il frutto dell’albero Psidium guajava L., una specie appartenente alla famiglia delle Myrtaceae di cui esistono diverse varietà. Il frutto viene chiamato anche guaiava o guayaba, ed è diffusamente coltivato nelle zone tropicali. Originaria del Messico e dell’America Centrale, oggi questa pianta è diffusa in tutte le aree calde a clima tropicale. E da qualche anno si coltiva anche in Italia.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

La buccia della guava si presenta con tonalità giallo e verde, mentre la polpa può essere bianca, giallognola, rosa o rosso intenso, a seconda delle varietà coltivate. La guava viene consumata soprattutto fresca o sotto forma di succhi e prodotti in scatola o disidratati. Trova inoltre impiego nella produzione di bevande varie, formaggi, gelati, marmellate, sciroppi, toffee e gelatine.

Quali sono le proprietà nutrizionali della guava?

Anche esperti e nutrizionisti, come quelli dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Humanitas, ne riconoscono le proprietà. La parte commestibile della guava fornisce appena 20 calorie ogni 100 grammi di prodotto, che sono così ripartiti:

  • 64% in carboidrati,
  • 22% di lipidi,
  • 14% in proteine,
  • 87,2 g di acqua.

Gli zuccheri solubili sono 3,5 grammi, mentre l’apporto di fibra è pari a 5,4 grammi ogni 100 di frutto.

In così poche calorie, la guava però possiede numerosi micronutrienti:

  • 423 mg di vitamina C (più di kiwi e arancia)
  • 82 microgrammi di vitamina A (retinolo equivalente)
  • 1 mg di vitamina B3 o pp (niacina)
  • 0,04 mg di vitamina B2 (riboflavina)
  • 0,03 mg di vitamina B1 (tiamina)
  • 150 mg di potassio
  • 10 mg di calcio
  • 0,2 mg di ferro
  • 4 mg di sodio

 

Che sapore ha la guava?

Di solito si consuma quando è matura e polposa, morbida come un melone, dal retrogusto acidulo ma tendente al dolce. L’odore è gradevole, dovuto alla presenza di composti carbonilici. La guava è molto rinfrescante. Quando il frutto non è ancora maturo è ricco anche di tannini.

 

La buccia di guava si può mangiare?

La buccia della guava si può mangiare, ma è più amarognola, tuttavia presenta molto acido ascorbico (vitamina C).

Di solito la buccia e le foglie sono utilizzate come ingredienti in cucina ma soprattutto in campo medicamentoso, reperibili nelle erboristerie.

Le foglie sono ricche di alcaloidi, antocianine, carotenoidi, oli essenziali, acidi grassi, flavonoidi (soprattutto quercetina), lectine, fenoli, saponine, tannini, triterpeni.

 

I semi della guava si possono mangiare?

Anche i semi di guava sono commestibili e utilizzati come ingrediente in cucina o in erboristeria. La corteccia dell’albero contiene tannini, cui si aggiungono cristalli di ossalato di calcio. I semi, invece, sono ricchi di glicina, amido, flavonoidi e composti fenolici, mentre l’olio essenziale è fonte di alfa-pinene, cariofillene, cineolo, D-limonene, eugenolo e miricina.

 

La guava per la salute della pelle

La guava viene utilizzata anche nella cosmetica e si ritrova in vari prodotti per la pelle e il corpo. È molto diffusa negli shop vegani e nelle erboristerie. Da un po’ di tempo a questa parte si possono trovare anche alcune essenze estratte dalla guava ed utilizzate per i profumi.

 

Quando mangiare la guava?

Non c’è una stagionalità specifica per la raccolta della guava. In alcune aree la pianta può andare a frutto anche due volte all’anno, e in genere la guava è disponibile durante tutto l’anno.

 

Quali sono i benefici medici della guava?

L’ IRCCS Humanitas parla di possibili benefici teorici da un punto di vista farmaceutico. La guava, infatti, potrebbe potenziare l’effetto dei medicinali utilizzati nel trattamento di alcune patologie. A oggi non sono ancora disponibili studi clinici in grado di confermare senza dubbio l’efficacia dell’assunzione di guava a scopo medicamentoso. Alcuni indizi suggeriscono però che questo frutto o i suoi derivati potrebbero essere utili in caso di diarrea, diabete di tipo 2, dismenorrea, iperlipidemia e ipertensione. In particolare, alcuni studi hanno valutato l’efficacia antidiarroica di un estratto di guava.

Contro la dismenorrea è stata invece valutata l’assunzione di un estratto delle foglie del frutto.

Nel caso delle iperlipidemie e dell’ipertensione è stato invece valutato l’effetto del consumo del frutto a dosi pari a 0,4-1 kg al giorno per 4-12 settimane.

Come rimedio della medicina popolare, il frutto viene utilizzato come tonico e lassativo e per trattare sanguinamenti gengivali.

L’unica controindicazione alla sua assunzione sembra essere l’ipersensibilità.

 

Foglie di guava per capelli

Tra le altre proprietà ancora da dimostrare vi sarebbero anche benefici per i capelli. In commercio sono reperibili prodotti a base di foglie di guava per rinforzare i capelli rendendoli più forti e voluminosi. Nei paesi di origine del frutto le foglie vengono cotte e applicate direttamente sui capelli.

In molte tradizioni viene consumata sotto forma di tè o infusi per contrastare bronchiti, tosse, malanni di stagione e indigestioni.

 

Come si mangia

  • Succo di frutta di guava

Nelle città italiane si può trovare in succo di frutta importato dall’estero, soprattutto nei negozi etnici. Ha un sapore agli agrumi.

In Messico è diffusa l’agua de guayaba come bevanda analcolica dissetante, estratta dalla polpa, con aggiunta di acqua, zucchero e succo di limone.

 

  • Marmellata di guava

In Brasile, uno dei principali produttori al mondo, la pasta de guayaba è un prodotto tipico locale. Si tratta di una specie di marmellata a base di guava e, come molti prodotti, è stata scoperta nel periodo coloniale. Oggi le industrie alimentari brasiliane la producono e la distribuiscono anche nei supermercati, e viene venduta anche in lattina.

 

  • Guava e formaggio

Sempre in Brasile la guava viene accompagnata con il formaggio fresco minas cheese, prodotto nello stato brasiliano di Minas Gerais. È disponibile in tre varietà, denominate queijos-de-minas frescal, meia-cura e curado. Questo abbinamento viene chiamato “Romeo e Giulietta” e si consuma come dessert. Con le scoperte coloniali ha raggiunto il Portogallo, dove si chiama goiabada cascão e contiene pezzi interi di polpa di guava.

 

  • Cocktail da aperitivo

Non mancano cocktail e bevande alcoliche con aggiunta di succo o polpa di guava. In Messico si consuma regolarmente la pulque de guava, che significa polpa di guava con agave fermentata, che i messicani chiamano maguey.

 

  • In cucina

Non solo abbinata ai dolci. In Thailandia, Cina e Pakistan la guava viene utilizzata anche per piatti salati. Nei ristoranti di Bangkok si può consumare con sale e pepe di Cayenna. In Cina e Taiwan è più gradita in salsa agrodolce con prugne secche. Non manca il tocco piccante del chamoy in Messico. Per gli amanti dei viaggi esotici  non è difficile incontrarla tra le spiagge di sabbia bianca della Repubblica Dominicana come dolce, bevanda o guava sciroppata.

 

  • Come pinzimonio

Questo frutto può essere anche semplicemente sbucciato, ripulito dei semi reniformi, e la polpa tagliata a fettine. Nei paesi orientali le fette di guava sono intinte di salsa di soia tipo pinzimonio. Nel Mediterraneo si può accompagnare con olio extravergine di oliva.

 

  • Nell’insalata

L’India è il primo produttore al mondo di guava. Tra i mille usi in cucina, questo frutto viene gustato anche nelle insalate, con mais, cumino nero (erba originaria del Mediterraneo) e cipolla rossa. A Mumbai un piatto tipico è l’Amrud ki Sabzi, una specie di curry di guava. Questa versatilità del frutto negli abbinamenti fa sì che possa essere consumata nelle insalate anche dalle nostre parti, dove ormai il cumino e il curry sono facilmente reperibili.

 

La guava in Italia

Il blog dedicato alle coltivazioni biologiche in Italia (Coltivazionebiologica.it) ricorda che questa pianta è coltivata da tempo immemore dall’uomo, sin dalle civiltà azteche. In Sudamerica è una specie naturalizzata che si trova ancora oggi allo stadio spontaneo.

Tuttavia, le origini non sono del tutto chiarite, anche se si fanno risalire in un’area compresa tra il Messico meridionale e l’America Centrale. È stata poi diffusa dall’uomo, dagli uccelli e da altri animali in tutte le aree temperato-calde dell’America tropicale e nelle Indie Occidentali dal XVI secolo.

Gli aztechi la chiamavano xalxocotl (che significa “prugna di sabbia”). In tempi successivi le prime notizie storiche risalgono ai primi decenni del Cinquecento ad opera di Hernenz de Oviedo.

A livello di coltivazione, la guava è diffusa in tutte le aree tropicali del mondo, Asia, Australia e Africa. In Europa sono ancora poche le coltivazioni intensive, localizzate soprattutto nelle aree più calde del Mediterraneo, dove la pianta cresce senza difficoltà.

In particolare in Italia la guayaba si coltiva nelle aree costiere di Sicilia, Calabria, Puglia, Toscana e Liguria.

La fruttificazione alle nostre latitudini è autunnale, quindi con frutti che maturano a pieno tra ottobre e dicembre. La pianta fiorisce nella tarda primavera.

 

Il parassita che minaccia la guava (e non solo)

Nel 2022 un gruppo di esperti dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha preso in carico un problema che riguarda la salute di alcune piante minacciate dai parassiti di Pulvinaria psidii, un insetto della famiglia dei Coccidi originariamente descritto nelle Hawaii, dove si coltiva la guava. Questo parassita è detto anche “guava mealy scale” (squame farinose di guava) e già negli anni Settanta del Novecento aveva attaccato questa pianta in Egitto minacciandone la sopravvivenza.

All’interno dell’Unione europea questo organismo nocivo è stato segnalato dalla Spagna continentale e dalle isole Canarie. È altamente polifago, si nutre di 230 specie vegetali appartenenti a più di 70 famiglie botaniche con preferenza per avocado (Persea americana), agrumi (Citrus spp.), caffè (Coffea sp.), guava (Psidium guajava), litchi (Litchi chinensis), mango (Mangifera indica), gelso (Morus sp.) e melograno (Punica granatum).

Molte di queste piante sono diffuse in Europa alimentando un’economia sostenibile.

Potrebbe minacciare anche il pomodoro (Solanum lycopersicum), il pepe (Capsicum annuum) e alcune piante ornamentali.

“Le condizioni climatiche e la disponibilità di piante ospiti nei paesi meridionali dell’Ue – avverte l’Efsa, preoccupata per l’impatto economico – permetterebbero molto probabilmente a questa specie di stabilirsi e diffondersi con successo”.

Questo parassita ha già causato danni al Melia azedarach, un albero ornamentale ampiamente utilizzato che delimita le strade di Valencia, in Spagna. Si studiano possibili effetti sulle coltivazioni spagnole di mango.

L’Autorità informa che “sono disponibili misure fitosanitarie per limitare l’ingresso e l’ulteriore diffusione del Pulvinaria psidii. Questa specie può essere considerata un potenziale organismo nocivo.